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domenica 11 ottobre 2015

Marino, Renzi e il probabile autogol

"Credo che al punto in cui eravamo non ci fossero più alternative. E dunque che Ignazio Marino abbia fatto bene a dimettersi."
Probabilmente no, non c'erano alternative, se si vuole che le istanze etiche a cui ci si appella ogni volta che vengono alla luce storie di gestione allegra di soldi pubblici siano uguali per tutti (da questo punto di vista le cene di Marino e le mutande verdi di Cota sono sullo stesso piano).
Però.
Però, Renzi, potevi almeno mascherare un po' la contentezza per la dipartita di Marino, perché, come ben sai, il cardiochirurgo fu candidato alla guida di Roma dal tuo partito, il Pd, dopo che ne ebbe vinto le primarie. Ripeto: anche io sono convinto che le dimissioni ci stanno, ma tu e il Pd, invece di avallarle con salti di gioia, avreste potuto ad esempio spingere perché Marino arrivasse alla scadenza naturale del suo mandato e lasciare che fossero poi i romani a decidere, almeno per mostrare un barlume di facciata di spirito di squadra e di coerenza. Ma questa è politica, e a te non interessa, a te interessa solo che nessuno metta i bastoni tra le ruote ai tuoi progetti.
Sarebbe stato bello che Marino, formalmente ancora neppure inquisito, fosse stato difeso da te e dalla signora Boschi con un decimo della veemenza con cui ogni giorno difendete indifendibili come Verdini (5 processi sul groppone), ma si tratterebbe di buon senso e coerenza, e allora non saresti più tu. E poi adesso Verdini è un padre costituente, scherziamo?
Ah, Renzi, adesso che Marino siete riusciti a farlo fuori, cercate di proporre un vostro candidato credibile - mission impossible, lo so - perché se al prossimo giro al Campidoglio ci andrà la Meloni, mi sa che dovrete parecchie spiegazioni a tutti i piddini che ancora vi votano.

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