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domenica 4 ottobre 2015

Il dio tributarista

Giovanni Lajolo, presidente Emerito del Governatorato Vaticano. "Queste persone omosessuali - afferma il porporato - agiscono contro il comandamento di Dio, sarà Dio a giudicarle, come dice giustamente il Papa, ma il loro atto è peccaminoso e non giustificabile [...] la dottrina non si cambia."
(Il Giornale, 04/10/15)
C'è una domanda che mi assilla praticamente da sempre: perché gli omosessuali cattolici (preti e non) si ostinano a rimanere dentro la chiesa? Io me ne andrei. Che senso ha restare aggrappati a una istituzione che non ti vuole, ti discrimina e vede nel tuo orientamento sessuale una devianza e/o una malattia da curare? Il teologo vaticano monsignor Charamsa ha dichiarato pubblicamente di essere omosessuale e il Vaticano l'ha cacciato, tra l'altro con una solerzia sconosciuta quando si trattava di cacciare prelati pedofili, anche se questo è un altro discorso. "Mi cercherò un lavoro", ha dichiarato il teologo. Ha fatto benissimo. Ha aperto una strada.
Mi fa molta pena la dichiarazione del prelato qui sopra secondo cui gli omosessuali agiscono contro il volere di Dio, e la trovo di una arroganza spaventosa, perché dà per scontato che la chiesa cattolica sia depositaria assoluta e interprete infallibile della volontà di Dio. Una pretesa assurda e ridicola, ai limiti del grottesco. Il cattolicesimo non può né giudicare né fregiarsi di alcuna velleità trascendentale, e non può farlo da quando si è trasformato da movimento religioso e spirituale in agenzia etica, che sta lì a mettere becco su aborto, contraccezione, fecondazione eterologa, scuola, e a pontificare e a giudicare i comportamenti umani, arrogandosi il diritto di decidere cosa è volere di Dio e cosa no. Un dio che da essere infinito e trascendente, descritto come al di sopra del bene e del male, è stato trasformato dal cattolicesimo in una specie di giudice contabile che sta lì a vedere cosa facciamo e come ci comportiamo. Ma chi crede e ha fede, pensa davvero che una volta al cospetto del padre celeste verrà giudicato in base alle preferenze sessuali avute in vita? O è più probabile che verrà giudicato nella misura in cui ha amato gli altri come se stesso, come insegnano i vangeli?
Il cardinal Ruini ha detto che prova molta pena per il teologo omosessuale che ha fatto outing, evidentemente perché non si rende conto della pena che provoca lui in chi è ancora in grado di ragionare liberamente.

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