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sabato 2 febbraio 2008

Microsoft (forse) compra Yahoo

Penso che non sia un mistero per nessuno che a Microsoft, di Yahoo e delle sue difficoltà finanziarie non importi un fico secco e che le reali intenzioni di Bill Gates siano quelle di cercare di contrastare il dominio assoluto di Google nei motori di ricerca. Certo è che zio Bill non poteva scegliere un momento migliore per lanciare un'offerta che difficilmente Yahoo potrà rifiutare (l'aveva già fatto un anno fa), specie dopo l'ultima trimestrale, tutt'altro che rosea, presentata dal gruppo.

E' un vecchio sogno del colosso di Redmond quello di riuscire ad intaccare il dominio di Google nel campo dei motori di ricerca; sogno che zio Bill ha già cercato di tramutare in realtà col suo Msn Search, con risultati molto al di sotto delle aspettative. Una sorta di tentativo di rivincita, quindi, quello di Microsoft, in un periodo in cui, ultimamente, le cose non è che vadano sempre per il verso giusto.

Già da tempo, infatti, Google è diventato un po' la bestia nera di Microsoft, e non solo per la nota questione del netto predominio nel campo dei motori di ricerca, ma anche per l'insistente concorrenza nel campo degli applicativi: come ad esempio le famose Google Apps, che insidiano sempre più concretamente il dominio dell'Office Microsoft (ne avevo già parlato qui e qui). A tutto questo si aggiunge la non rosea operazione Vista, il sistema operativo uscito un anno fa proprio in questo periodo che ancora è ben lungi dall'essere riuscito a conquistarsi le simpatie di aziende e privati.

Rimangono le preoccupazioni degli utenti, consci che l'operazione, se andasse a buon fine, rafforzerebbe ancora di più un monopolio (quello della software house di Redmond) che già spaventa e che ha visto spesso le corti antitrust di vari paesi, Europa compresa, avere qualcosa da ridire. Preoccupazioni che investono anche chi non vede di buon occhio una tale concentrazione di dati personali in mano a sempre meno persone. Non è un mistero infatti che i motori di ricerca (Yahoo compreso) immagazzinino nei propri server, dati personali, parole ricercate, gusti e preferenze di ricerca.

Preoccupazione degli utenti che forse con un'immagine si sintetizzano meglio che con mille parole:


(fonte: nytimes.com)

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