Il richiamo a Dio ha sempre una potente valenza aggregatrice, specialmente in un paese come l'America, dove il motto nazionale, stampato anche sulle banconote da un dollaro, è il famoso "In God we trust", e Donald Trump non è certo il tipo che si fa problemi a utilizzare anche la strategia divina pur di raggiungere i suoi scopi.
Del resto anche noi abbiamo avuto politici che non si sono fatti scrupoli in questo senso; dal leggendario Berlusconi, che si considerava l'unto del Signore, a Salvini che ancora oggi non perde occasione per sventolare vangeli e baciare crocifissi nei suoi ridicoli comizi. Il ricorso alla religione dal punto di vista elettorale produce sempre dei buoni ritorni.
Il messaggio che Trump lancia al suo elettorato di riferimento non dà adito a dubbi: Dio mi ha salvato dell'attentato perché vuole che sia io a guidare di nuovo l'America. Dal punto di vista del mero raziocinio questo assunto si colloca tra il ridicolo e il patetico. Se infatti fosse stato effettivamente Dio a intervenire per sventare l'attentato non si capisce perché avrebbe messo in piedi tutta 'sta sceneggiata, sarebbe bastato che il giorno del comizio avesse fatto venire un attacco di coliche o avesse mandato un colpo della strega all'attentatore, in modo da impedirgli di alzarsi dal letto, e tutto sarebbe filato liscio.
Ma chi crede a queste cose, in genere appartiene a quella parte di genere umano che non si pone troppe domande, che poi sono sempre quelli che là votano Trump e qua Salvini e soci.
Comunque sia, già prima del fallito attentato Trump andava molto bene nei sondaggi, adesso vola. E a questo punto, a detta di molti analisti politici, non è affatto da escludere che dal prossimo anno ce lo ritroveremo alla Casa Bianca. Se poi ha anche Dio dalla sua parte...
Vedo arrivare tempi complicati e difficili. Trump alla Casa Bianca (di nuovo) è un incubo che diventa realtà.
RispondiElimina