A ormai tre mesi dall'inizio della guerra, quella che mi sembra la cosa generalmente più complicata da comprendere è che cercare di capire non significa giustificare. Sono due cose differenti. L'invasione dell'Ucraina da parte di Putin è il secondo tempo, o la "zona Cesarini", se mi passate la metafora calcistica, di una "partita" che ha alle spalle un lungo pregresso di eventi.
Studiare questi eventi e provare a capirli non significa giustificare l'invasione, che rimane sempre una roba orribile. Significa contestualizzare, ampliare la conoscenza, approfondire, non giustificare.
Eppure a me non sembra così difficile.
Delle "puntate precedenti" si è sempre parlato meno a livello mediatico, perché "c'erano cose più importanti per l'italiano medio", secondo una scaletta di priorità stabilita da qualcuno.
RispondiEliminaA me la Russia preoccupa come potenza internazionale sin dai tempi del corvo bianco alcolizzato, ma se lo scrivo in certe sedi c'è chi mi risponde che non si insultano i morti; questo è il livello.