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lunedì 29 novembre 2021

In un volo di storni


Ho appena terminato In un volo di storni. Le meraviglie dei sistemi complessi, un saggio scritto da Giorgio Parisi, lo scienziato italiano che ha vinto quest'anno il Nobel per la fisica "per la scoperta dell'interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria" (non chiedetemi di spiegare cosa significhi, non ne ho la più pallida idea :-). 

Il libro è una sorta di autobiografia in cui lo scienziato romano racconta i suoi studi e il suo percorso accademico a partire dall'ingresso, nel 1966, all'Istituto di Fisica di Roma (dal retro, perché all'epoca gli studenti dei primi due anni non potevano passare dalla porta principale) e proseguendo, una volta conseguita la laurea, coi suoi studi pionieristici sulle particelle e le trasformazioni di stato.

La parte più interessante del libro, però, è quella che raccoglie i suoi pensieri e le sue considerazioni anche fuori dal campo della fisica, tra cui quelle sul dilagare delle tendenze antiscientifiche nella società di oggi, di cui la vasta schiera dei famosi novax è solo l'ultima propaggine, e del contestuale affermarsi delle pratiche astrologiche, omeopatiche e antiscientifiche in genere. Scrive Parisi: "È possibile che la sfiducia di massa nella scienza sia dovuta anche a una certa arroganza degli scienziati che la presentano come sapienza assoluta, rispetto agli altri saperi opinabili, anche quando in realtà non lo è affatto. [...] È il rifiuto di accettare i propri limiti che può indebolire il prestigio degli scienziati, i quali spesso sbandierano un'eccessiva sicurezza che non è autentica, davanti a un'opinione pubblica che in qualche modo ne avverte la parzialità e i dubbi".

Questo concetto è stato ribadito più volte anche da Telmo Pievani e altri (ne avevo parlato in uno dei punti elencati qui), in particolare quando rimprovera alla folta schiera di virologi, catapultati nell'olimpo mediatico con l'arrivo della pandemia, di non aver mai detto dei semplici e chiari "Non lo so!", specialmente quando la pandemia era agli inizi e del virus si sapeva ancora pochissimo, ma aver esternato fiumi di ipotesi e dichiarazioni spesso in contraddizione tra loro. In questo modo chi non è uno scienziato può essere spinto su posizioni irrazionali di fronte a una scienza percepita come magia inaccessibile e quindi a preferire alte speranza irrazionali. Come scriveva Marco D'Eramo ne Lo sciamano in elicottero: se la scienza diventa una pseudomagia, perché non scegliere la magia vera?

Infine, un accorato appello dello scienziato va anche alla difesa della cultura. "Se consideriamo anche il lento declino della scuola pubblica, il disinvestimento dell'impegno finanziario del governo italiano nei beni culturali (basti pensare che il Colosseo è stato restaurato con fondi privati e che il Fondo unico per lo spettacolo diminuisce ogni anno fino ad arrivare alla metà delle cifre stanziate vent'anni fa), ci rendiamo conto che tutte le attività culturali italiane sono in lento ma costante declino. Bisogna difendere la cultura italiana su tutti i fronti, non dobbiamo perdere la nostra capacità di trasmetterla alle nuove generazioni. Se gli italiani perdono la loro cultura cosa resta al Paese? Bisogna costituire un fronte comune di tutti gli operatori culturali italiani per affrontare e risolvere l'attuale emergenza culturale".

Ho imparato due cose che non sapevo, leggendo questo libro. La prima è che gli storni secoli fa vivevano nei mesi caldi nell'Europa del nord e andavano a svernare nel Nordafrica. Con l'aumento delle temperature dovute al riscaldamento globale, gran parte di essi oggi non attraversa più il Mediterraneo ma rimane a svernare in molte città costiere in Italia, come ad esempio Roma. Ma perché Parisi dedica un capitolo agli storni? Perché il loro modo di volare quando sono in gruppo, le loro acrobazie aeree, il loro comportamento collettivo, hanno costituito la base delle ricerche sui sistemi complessi che hanno poi portato lo scienziato ad avere il Nobel.

L'altra cosa che ho imparato, interessantissima, è la differenza tra il comune vetro, tipo quello delle nostre finestre, e il cristallo. Il vetro è composto di silicio ma anche di tante impurità, molecole di tipo diverso e di dimensioni diverse mischiate le une con le altre, il cristallo è invece composto di strutture regolari, questo è il motivo per cui il vetro non può cristallizzare. Questo spiega anche il fatto che il cristallo sia più pregiato del comune vetro.

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