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sabato 9 ottobre 2021

Muri

Da un certo punto di vista fa sorridere che alcuni degli Stati che meno di 25 anni fa esultavano per l'abbattimento del muro di Berlino, simbolo della famosa Cortina di ferro, oggi vogliano alzare altri muri. Che poi, pensandoci (ma figuratevi se Orbán è in grado di arrivarci), qual è l'utilità di un muro che per sua natura non può essere infinito? L'Ungheria di Orbán, la stessa Ungheria che tra l'altro ebbe un ruolo determinante nel collasso di quello di Berlino, ne vuole costruire uno di 175 chilometri. Secondo Orbán cosa succederà al 176esimo chilometro? Succederà che i migranti che arriveranno si infileranno tutti lì. Stessa cosa per gli altri.

E un paese come il nostro, con duemila chilometri di costa, cosa farà? Ne costruirà uno che va da Milano Marittima, dove Salvini ama gozzovigliare tra discinte fanciulle e mojito, a Lecce? La stupidità dei muri è tutta qui. Il fallimento del muro di Trump dovrebbe insegnare qualcosa, magari un modo diverso e serio di gestire questo immenso problema, ammesso che sia ancora possibile gestirlo senza esserne travolti. C'è un Occidente, lo stesso Occidente che rappresenta il 20% della popolazione umana e che consuma l'80% delle risorse del pianeta, che si sta blindando, che capisce il rischio che sta correndo e che cerca goffamente di correre ai ripari prima che sia troppo tardi. Ammesso, come dicevo, che non sia già troppo tardi.


10 commenti:

  1. Senza dimenticare che la muraglia cinese, l'unico manufatto umano visibile dallo spazio, è aggirabile bagnandosi un attimo i piedi laddove finisce protendendosi per qualche metro in mare.
    Per contrastare l'immigrazione bisogna limare di molto gli squilibri sociali tra ricchi e poveri! Se l'imprenditore europeo o americano vuole aprire una sede della sua fabbrica in un Paese "povero", garantisca agli operai gli stessi stipendi di quelli della sede centrale! Non deve esistere manovalanza sottopagata, e magari anche assunta a nero e senza assicurazione!

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  2. Sì, è così. Il problema è che il sistema è ormai così squilibrato che non è più possibile riequilibrarlo completamente. Quello che si potrebbe fare sarebbe cercare di ridurre le diseguaglianze, ma per fare questo occorre che noi Occidentali decresciamo, cioè che rinunciamo a parte del nostro benessere e delle nostre comodità. Una cosa impensabile, naturalmente. Quindi siamo in una situazione senza via di uscita.

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    1. Questo perché vediamo nelle altre culture esclusivamente qualcosa di ostile. La via d'uscita c'è ma oggi può essere soltanto indottrinata nelle scuole alle nuove generazioni affinché ne facciano tesoro domani.
      Osserva i bambini: loro pensano a giocare, a fare compiti assieme, a tirarsi un pallone... Non guardano al colore della pelle, al dio pregato, sempre che non siano i genitori a inculcargli certi concetti.
      Dai anche un'occhiata a questo video.

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    2. Immigrazione e multiculturalismo creano problemi, non si può negare. Lo insegna la storia. Ma i vantaggi del multiculturalismo sono infinitamente superiori ai problemi che inevitabilmente porta.
      Per motivi di lavoro sono a contatto ogni giorno con persone che vengono da altri paesi e altre culture, comprese altre religioni. Ci sono a volte incomprensioni, a volte difficoltà, ma ci sono anche arricchimenti reciproci bellissimi che in una cultura chiusa e asfittica non si potrebbero mai acquisire.

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  3. In Polonia ė stato vietato l'aborto quest'anno: non trovo che abbia senso un'Europa senza diritti comuni e senza una politica estera comune.

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    1. Infatti non ne ha. È stata fatta un'unione europea economica, ma per il resto...

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  4. Ho visto la notizia di questo muri giusto ieri sera al TG5...
    Non che sia mia abitudine seguire quel TG, anzi non guardo mai i tiggì in generale, è stato un caso... ma devo dire che sono rimasto abbastanza sconvolto...
    Comunque Galimberti mi piace molto e guardo spesso i suoi video ;)

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    1. Per me Galimberti è un mito. Ho la mia libreria affollata di suoi libri e anche in questi giorni sto leggendo un suo libro. Gli devo molto.
      Molte delle poche cose che so le ho imparate da lui.

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  5. In che cosa consisterebbe il ricorrere ai ripari?

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    1. Il ricorrere ai ripari non significa niente; correre ai ripari, ammesso che sia ancora possibile, significa cercare di adottare politiche che consentano di evitare di venire travolti.

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