Certi giorni, quando rientro da certe giornate lavorative, mi viene da pensare a quanto sia sottile la linea che divide il lavorare per vivere dal vivere per lavorare.
Diciamo che questo virus ci ha fermato veramente dal troppo lavoro e c'è tanto da riflettere... alla fine siamo passati dal vivere per lavorare al lavorare per vivere... tranne le dovute eccezioni ci dobbiamo riprendere dei tempi di vita che avevamo perduto
Vero, l'importante è non oltrepassarla mai... :)
RispondiEliminaMoz-
Il problema è che a volte la si oltrepassa senza accorgersene, o accorgendosene quando è ormai troppo tardi.
EliminaSottilissima.
RispondiEliminaE il problema è che spesso non possiamo combattere la seconda...
Vero. Verissimo.
EliminaMi viene da pensare - ma forse non c'entra niente - al "Mestiere di vivere" di Pavese, riletto in questi giorni e presente sul mio blog. Ciao Andrea
RispondiEliminaInteressante. Quel libro lì, di Pavese, mi manca, provvederò presto a colmare lacuna.
EliminaCiao Pino.
Diciamo che questo virus ci ha fermato veramente dal troppo lavoro e c'è tanto da riflettere... alla fine siamo passati dal vivere per lavorare al lavorare per vivere... tranne le dovute eccezioni ci dobbiamo riprendere dei tempi di vita che avevamo perduto
RispondiEliminaGià, e per molti non sarà facile.
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