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venerdì 31 luglio 2020

Alan Parker

Mi spiace se ne sia andato Alan Parker. Due suoi film, tra i tanti, considero capolavori: The Wall, ispirato all'omonimo leggendario album dei Pink Floyd, e Birdy, le ali della libertà, con un grande Nicholas Cage e un altrettanto grande Matthew Modine. 

lunedì 27 luglio 2020

Bocelli e il coronavirus

A me non stupisce tanto ciò che dice Bocelli (essere un grande cantante non è automaticamente sinonimo di capacità di comprensione della realtà); a me stupisce semmai che un convegno di negazionisti del coronavirus si tenga in Senato (con lo zampino di Sgarbi e Salvini, naturalmente). 
Ora, per carità, è vero che da una ventina d'anni in qua il Parlamento ci ha abituati a spettacoli inverecondi che ben poco hanno a che vedere con l'aura di sacralità istituzionale del luogo, ma temo che col convegno dei negazionisti di oggi si sia cominciato a scavare un po' sotto il fondo.

domenica 26 luglio 2020

Alessandro Barbero (2)

Ricordate questo post, che scrissi circa un mesetto fa, in cui dicevo di essermi "innamorato" di Alessandro Barbero? Bene. Oggi quelli de Il Post pubblicano un interessantissimo articolo in cui spiegano i motivi del successo mediatico, ma non solo, del professore di storia piemontese. C'entrano il lockdown, i podcast, YouTube, Piero Angela e... la sua inimitabile e coinvolgente tecnica narrativa, che affascina e seduce. Elemento forse determinante, quest'ultimo. È un po' come se la Divina commedia la spiegasse Benigni invece del normale professore di italiano delle superiori.

sabato 25 luglio 2020

Oltre il limite


Ogni tanto mi chiedo se la stupidità umana abbia limiti. Mi dico di sì, che c'è un limite oltre il quale non è possibile andare. Poi vedo cose come questa, una protesta leghista contro l'arrivo di migranti potenziali portatori di coronavirus, e mi tocca ricredermi. Il problema è che piano piano ci si abitua a tutto, si digerisce tutto, anche la stupidità senza limiti.

martedì 21 luglio 2020

Recovery Fund

In genere, da blogger di lungo corso non scrivo di cose che non so. Mi sembra però, da quel poco che ho letto, che l'accordo raggiunto con l'Europa sul cosiddetto Recovery Fund sia buono (non ottimo, non esageriamo). Buono perché, riassumendo brutalmente, si tratta di cospicue risorse finanziarie, sussidi e prestiti, elargite al nostro paese a condizioni buonissime - provate ad andare in banca a chiedere un mutuo o un prestito alle medesime condizioni, per farvi un'idea. Poi, certo, è inutile girarci attorno: si tratta sempre di debito pubblico che si ingrossa e soldi che dovremo comunque restituire, almeno la parte in prestito - la parte definita sussidi è a fondo perduto. Poteva andare meglio? Poteva andare peggio? Non lo so, vedremo, per ora è andata così e adesso starà a noi dimostrare di poter utilizzare queste risorse nei migliori modi possibili e rispettando le finalità per cui ci sono state concesse.

Oltre alla valenza economica, mi sembra un buon accordo perché mette alla berlina una volta per tutte la barzelletta del sovranismo, una stupidaggine colossale partorita da chi non ha mai aperto un libro in cui si spiega come funziona il mondo oggi. Mi fanno sorridere, i sovranisti, poveretti. Vogliono fare i sovrani. Ma sovrani di cosa? Di un paese che non ha neppure una moneta propria, che ha il secondo debito pubblico del mondo; un paese che sta inesorabilmente scivolando verso una povertà generalizzata, che ha la disoccupazione giovanile alle stelle e la percentuale di popolazione anziana più alta del pianeta, che si aggiungono a una depressione economica e produttiva che manco in Burkina Faso. E volete fare i sovrani di questa roba qua? Auguri!

domenica 19 luglio 2020

L'unica e vera "religione" del mondo di oggi


(dal libro 21 lezioni per il XXI secolo, Yuval Noah Harari)

Ferragni e Primavera

Milioni di persone si saranno fatte la foto davanti alla Primavera di Botticelli, agli Uffizi. La stragrande maggioranza di queste, probabilmente, senza neppure sapere chi era, Botticelli. Però se lo fa la Ferragni è un problema. Non per difendere la Ferragni, di cui non m'importa assolutamente nulla; solo per cercare di capire dove sia il problema se, grazie a lei, molte persone vedranno per la prima volta un capolavoro di cui magari prima ignoravano pure l'esistenza.

sabato 18 luglio 2020

Ambizione

L'aggettivo ambizioso mi pare che sia stato sempre connotato da una valenza negativa; una persona ambiziosa viene generalmente considerata con pochi scrupoli, arrivista. Eppure ambizioso deriva da ambire, che significa desiderare, bramare. E cosa c'è di negativo nel desiderare? Le rivoluzioni sono sempre state fatte dagli ambiziosi, non dai quieti e tranquilli a cui sta bene lo status quo. Senza gli ambiziosi non ci sarebbe probabilmente stata la rivoluzione francese, per dire. Poi, certo, bisogna vedere se i mezzi utilizzati per soddisfare le ambizioni sono leciti e non frutto di prevaricazione o danneggiamento dell'altro; una volta chiarito questo, ecco che l'ambizione rimane ascritta alla sua valenza più nobile. Forse, chissà, se oggi ci fossero più ambiziosi (nobili) le cose andrebbero meglio.

domenica 12 luglio 2020

Ritmi ridotti

Scrivo poco, ultimamente, e leggo tanto. Questo è il motivo per cui, come forse avrete notato, le distanze temporali tra un post e l'altro tendono a dilatarsi. I principali motivi sono che il lavoro mi impegna molto e, quando torno a casa, non ho voglia di mettermi a scrivere, preferisco di gran lunga leggere o andare a camminare. D'altra parte, come ho già spiegato altre volte, per me il blog è sempre stato un semplice passatempo e non l'ho mai inteso come una "missione", diciamo così, nel senso che se non pubblico uno o più post al giorno è come se dessi buca a qualcuno. Per cui, se ho voglia (e tempo) scrivo, altrimenti faccio altro. Fine del "disclaimer" :-)

martedì 7 luglio 2020

La verità sul caso Harry Quebert


Sto leggendo questo libro, caldamente consigliato (e prestato) da un'amica. Le prime duecento pagine le ho divorate. Non ci sono per nessuno finché non l'ho finito.

lunedì 6 luglio 2020

Ennio Morricone

Difficile scrivere un post su Ennio Morricone. Cosa si può scrivere? Ognuno ha inevitabilmente il ricordo di un film, di un frammento, di una musica scritta dal grande maestro a cui è legato uno o più pezzi della propria vita. Ciò che si può dire con certezza è che molti grandi film non sarebbero probabilmente stati così grandi senza il suo contributo. Io, tra i tanti, fin da bambino ho sempre avuto una predilezione per la bellissima e straziata tromba che è il tema centrale di Occhio alla penna. Il film non è niente di che, in realtà; uno dei tanti prodotti commerciali appartenenti al cosiddetto filone spaghetti western, ma l'impronta del maestro, anche qui, è gigantesca. 
Addio, maestro, e grazie di tutto.

domenica 5 luglio 2020

Da Salvini al Pd

Se la Ocean Viking fosse stata tenuta al largo per due settimane da Salvini, col suo carico di disperati, e per due settimane avesse ricevuto solo dinieghi alle reiterate richieste di un porto per sbarcare, quest'ultimo, Salvini, sarebbe (giustamente, intendiamoci) stato messo in croce sette volte. Adesso al governo non c'è Salvini, c'è il PD, e in queste due settimane non ho visto né letto di sollevazioni indignate di alcun genere, né ho visto staffette di parlamentari del centrosinistra in visita sulla nave come accadeva ai tempi in cui queste cose le faceva il leader leghista. La prima considerazione che mi viene in mente è che, evidentemente, il PD certe cose le può fare; la seconda è che sempre il PD, nella gestione delle emergenze legate all'immigrazione, è forse peggiore di chi c'era prima al governo.

sabato 4 luglio 2020

La giostra dei criceti


Le ultime cento pagine le ho lette tutte in un fiato. Non si tratta di un capolavoro nel suo genere, intendiamoci, ma è un noir con una buona trama e un giusto mix tra richiami grandguignoleschi, ironia e tratti commoventi. Un buon libro, insomma, che non delude. Avevo già letto altri lavori di Antonio Manzini, in passato, come Sangue marcio e Pista nera, quindi sapevo più o meno a cosa andavo incontro, e questo libro ne è stata una piacevole conferma.

Acqua, plastica e ghiacciai


Mi è caduto l'occhio su questa pubblicità, stampata sul retro di una di quelle riviste usa e getta che è possibile trovare nelle sale d'aspetto del medico o della parrucchiera. Notate anche voi qualcosa che stride in questa immagine? Probabilmente sì, anche perché salta agli occhi abbastanza facilmente: la plastica delle bottiglie col ghiacciaio sullo sfondo.

Perché stridono questi due elementi? Perché la plastica (produzione, lavorazione, trasporto, smaltimento ecc.) genera il 17% delle emissioni di CO2 che ogni anno vengono rilasciate nell'atmosfera dalle attività umane. Nel 2015, ad esempio, i dati più recenti che ho trovato, l'utilizzo della plastica ha immesso nell'atmosfera 1,8 miliardi di tonnellate di CO2, cioè di anidride carbonica, il composto responsabile del progressivo riscaldamento della Terra (effetto serra) e del conseguente scioglimento dei ghiacchiai (solo una delle molteplici disastrose conseguenze di questa assurda deriva).

Gli scienziati, sulla base di calcoli e proiezioni correlati all'attuale velocità con cui si stanno sciogliendo i ghiacciai, hanno pronosticato che fra appena cento anni l'intero arco alpino che va dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia sarà completamente privo sia di nevi che di ghiacciai. E tutto questo col contributo determinante delle bottiglie di plastica che vedete qui sopra, che una subdola pubblicità definisce "Un dono della natura."

Ironico, no?