Non date retta agli stereotipi, ai luoghi comuni, agli inquadramenti a priori; se il mondo è messo come è messo, gran parte della responsabilità è di questa roba qua. Quando sentite nominare Stephen King, ad esempio, rifuggite la tentazione di dare credito al luogo comune che si tratti di uno scrittore che verga banali racconti horror. Non è così. Certo, si è cimentato anche con quelli, ma la maggior parte dell'immensa mole dei suoi scritti ha avuto come protagonisti quegli ingredienti capaci di far vibrare certe corde interiori. E King l'ha fatto riuscendovi come pochi altri.
Messi quindi da parte i pregiudizi, andate in libreria, o in biblioteca o dove volete voi, e cercate un libro chiamato Stagioni diverse. È una raccolta di racconti pubblicata nel 1989. Il primo di questi racconti si chiama Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank. Leggetelo tutto, sono poco più di cento pagine, una volta arrivati in fondo proverete, come è successo a me, un moto di commozione e di ammirazione per come King riesca a raccontare certe cose e a trascinare il lettore dentro la storia, e avrete demolito in un colpo solo tutti i luoghi comuni di cui sopra.
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