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giovedì 31 marzo 2016
Francesca Guidi
A parte questo rimane solo da evidenziare, come questa ennesima vicenda dimostra, che da almeno cinque lustri, se non di più, la politica è diventata da strumento finalizzato alla realizzazione dell'interesse pubblico a strumento finalizzato al perseguimento dell'interesse privato e/o familistico. Berlusconi faceva le famose/famigerate leggi ad personam per tutelare se stesso, le sue aziende e i suoi interessi, la Guidi, appartenente al partito che si stracciava le vesti in piazza quando accadeva, fa un emendamento per favorire le aziende estrattive del fidanzato.
È la politica, bellezza.
Non conoscevo Gianmaria Testa
Ho letto ieri della morte del cantautore Gianmaria Testa e ci sono rimasto male. Ma non nel senso che si usa comunemente attribuire a questo tipo di dispiacere in caso di morte di qualcuno, più o meno conosciuto e più o meno gravitante nell'orbita delle conoscenze artistiche, o almeno non solo in quello, ma anche (soprattutto, direi) nel senso che a me, questo cantautore, fino a ieri era perfettamente sconosciuto. Ecco, a me è dispiaciuto prioritariamete il fatto di scoprire di non conoscerlo. Enrico Mentana, bontà sua, ha un tantino alleviato questo mio dispiacere dicendo, nel suo tiggì, che si trattava di un cantautore di nicchia, paradossalmente molto conosciuto all'estero, specie in Francia (ha tenuto concerti anche alla celeberrima Olympia), quanto sconosciuto in patria. A me, però, è dispiaciuto lo stesso, tanto più dopo aver recuperato qualcosa su YouTube ed essermi accorto che era veramente bravo, sia come cantautore che come poeta.
Mi viene da domandarmi quanti cantautori così ci siano in circolazione senza che io ne sappia niente, e, più in generale, quanti artisti di talento, musicisti ma anche scrittori, producano e pubblichino opere di valore senza che li possa apprezzare. Ma poi penso che è impossibile conoscere tutto e restare aggiornati su ogni artista, ed è già una fortuna, di questi artisti, riuscire ad avere conoscenza postuma.
Retrocessioni (apparenti)
In realtà non si tratta di retrocessione quanto semmai di avanzamento, o di evoluzione delle cose, se la vogliamo vedere in questa prospettiva, nel senso che dopo 19 anni di scarrozzamenti delle figlie a destra e a manca può arrivare il momento in cui lo scarrozzatore diventi lo scarrozzato, specie quando una figlia è già patentata e l'altra lo sarà a breve, e magari nella curiosa coincidenza in cui l'ex scarrozzatore, momentaneamente sprovvisto del proprio mezzo, esca dal lavoro appiedato e sia costretto ad attendere qualcuno che lo riporti a casa.
Comunque devo dire che sui sedili posteriori non si sta affatto male.
mercoledì 30 marzo 2016
(...)
Michael Stipe?
Comunque niente, Michael Stipe è sempre un grande.
martedì 29 marzo 2016
Cos'ha detto la madre di Giulio Regeni (secondo Il Giornale)
Con una ingannevole e stronza opera di manipolazione, il fogliaccio di zio Tibia ribalta completamente il significato delle parole della signora Paola, facendole dire che è dall'antifascismo che in Italia non si vede la tortura (qui il link all'articolo e qui il suo salvataggio in caso venga a lorsignori la tentazione di correggerlo).
Non c'è granché da aggiungere, se non che manipolare le parole di una madre che ha perso un figlio in quel modo, mettendole in bocca il contrario di ciò che intendeva dire, è da stronzi, anzi da fascisti, che più o meno è la stessa cosa. Il Giornale è questa roba qua.
lunedì 28 marzo 2016
Possibile che nessuno abbia fatto una foto?
Ed ecco quindi l'intrepido Chiesa lanciarsi nella spericolata e ridicola raccolta di elementi che consentirebbero di far sospettare che dietro ai due sanguinosi attentati ci sia un complotto, magari ordito con la compiacenza occulta dei governi belga e francese. A proposito di quello del Bataclan, solo per citare quello più ridicolo, ecco cosa angustia il povero Chiesa: "C’è un’ulteriore, davvero singolare, circostanza connessa con il massacro del Bataclan del 13/11/2015. Di quella tragedia esiste una ed una sola fotografia. Non ce ne sono altre. Lascio a voi trovare una spiegazione all’incredibile. Dentro quel locale c’erano infatti almeno 500 persone. Sicuramente al 99% tutte dotate di cellulare. Come si spiega che nessuno fece una foto e nessuno la pubblicò su youtube?"
L'interrogativo, se ci pensate, dà da pensare. Ma come? 500 persone e nemmeno una foto? Vediamo un po'. Stando a quello che hanno riportato le cronache il Bataclan è un locale chiuso, e al suo interno si stava tenendo un concerto rock, il locale era oltretutto stipato al limite della capienza. Sempre dai giornali si apprende che molti dei presenti si sono resi conto di ciò che stava accadendo solo successivamente all'inizio dell'attentato per via del rumore, delle luci stroboscopiche ecc. Ora immaginate la scena. Dei terroristi armati fino ai denti fanno irruzione in un locale affollatissimo, con musica ad altissimo volume e luce scarsa, e iniziano a sparare all'impazzata sventagliate di Kalashnikov, col panico e il terrore che si impadroniscono dei presenti man mano che questi si rendono conto di ciò che sta accadendo. Ora, immaginate di essere voi in mezzo a questo girone dantesco fatto di urla, colpi di mitra, sangue, terrore, persone che all'impazzata si gettano in massa verso le uscite cercando una via di scampo. Qual è la prima cosa che fareste? Ovviamente tirare fuori il cellulare e fare qualche foto, no? I più arditi di voi avrebbero perfino potuto chiedere a qualcuno dei terroristi omicidi di fermarsi un attimo e magari sorridere un po', ché la foto sarebbe anche potuta venire male.
Ecco, qui la si butta sull'ironico, ovviamente, quando ci sarebbe invece da incazzarsi con Chiesa e tutti gli speculatori più o meno prezzolati che in barba a ogni pudore spargono stronzate su simili tragedie. Un suggerimento a quelli de Il Fatto, che dagli ultimi dati risulta stia perdendo lettori e copie in maniera costante: smettete di dare spazio a Chiesa, magari qualcosa recuperate.
5,7 miliardi di ragioni faranno finire la faccenda Giulio Regeni a tarallucci e vino
Nessuno, nemmeno chi ama trascorrere le proprie giornate facendosi devastare il cervello da telequiz cretini in tv, credo sia così sprovveduto da non aver capito che quello di Giulio Regeni è un omicidio di stato destinato a rimanere insoluto e che finirà a breve nel dimenticatoio. È tristemente inevitabile, questo epilogo, e da una certa prospettiva è auspicabile che arrivi pure in fretta: se non altro avremo finito di farci prendere per il culo dal governo egiziano - pure la BBC fa notare che l'ultima versione partorita dalla congrega di Al Sisi è una solenne minchiata.
I motivi per cui tutto finirà in niente, o al massimo con l'inghiottire senza troppi problemi una qualsiasi versione di comodo egiziana, stanno anche nei 5,7 miliardi di dollari di interscambio (dati 2014) tra i due paesi, che entrambi si sono impegnati a portare a 6 entro la fine di quest'anno; sta nella presenza di Eni, Enel, Edison, Ansaldo, Banca Intesa Sanpaolo, Pirelli, Italcementi e altre 123 aziende italiane in Egitto; sta nell'Italia primo paese importatore dell'economia egiziana.
Ora, che il governo italiano accetti tutto questo - le apparentemente dure proteste di Renzi sono a esclusivo beneficio di telecamera - a qualcuno potrà anche andar bene; che si voglia sacrificare la verità su un crimine così efferato (Giulio Regeni è stato barbaramente torturato per giorni prima di essere finito) sull'altare del partenariato commerciale qualcuno lo potrà pure trovare plausibile, ma chiunque sarà ancora convinto che la dignità e il diritto di ottenere giustizia e verità vengono prima dei rapporti economici, non potrà non dire a questo governo di non essere d'accordo.
Tra Socci e Giacobazzi
È sempre un esercizio divertente leggere Antonio Socci. Divertente se preso per quello che è, ovviamente, e cioè niente di più di una piccola occasione per passare qualche minuto di buon umore. Chi scrive, ad esempio, solitamente si avvicina ai suoi pregevolissimi scritti con lo stesso spirito con cui su YouTube si gusta un monologo di Giacobazzi, uno sketch di Crozza e simili.
L'articolo con cui Socci, stamattina, porta le prove scientifiche della resurrezione di Cristo, avventurandosi in maniera molto ardita e pericolosa tra sindoni, universi, Pascal ecc., è ad esempio uno di quelli che da solo vale tutto il divertimento di due ore di Giacobazzi.
domenica 27 marzo 2016
Trivelle e astensione (e balle)
Tornando alla faccenda del referendum sulle trivelle, nulla qui si obietta sulla posizione di Renzi, che, come quella di tutti, è più che legittima, qui si obietta semmai sulle modalità con cui questa posizione viene data in pasto al pubblico. Se si è infatti un presidente del Consiglio degno di questo nome, e Renzi ovviamente non lo è mai stato, come del resto molti di quelli che l'hanno preceduto, non si va in tv a dire che un referendum è inutile e va fatto fallire con l'astensione, ma si va in televisione, si esprime la propria posizione argomentandone i motivi e si invitano poi gli aventi diritto ad andare a votare, magari in quella direzione. E non è di nessun rilievo l'argomentazione speciosa che pure altri premier di centrosinistra, in passato, hanno agito allo stesso modo su altre questioni referendarie. In primo luogo perché il fatto che in passato si siano tenuti comportamenti degni di biasimo su questi temi dovrebbe rappresentare uno sprone a non ripeterli; in secondo luogo perché, come da due anni Renzi va twittando per tutto il globo terracqueo, questo è il governo del #cambiaverso, se non erro - a meno che non si tratti di un #cambiaverso a targhe alterne.
Un'ultima nota sulla faccenda del mancato accorpamento con le amministrative, che il Pd si rifiuta di concedere e che farebbe risparmiare qualche centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici. Non si può fare, dice sempre il solito noto, argomentando capziosamente che "lo prevede la legge italiana, non perché lo abbiamo scelto noi." Ovviamente sono tutte balle. Accorpamenti tra referendum ed elezioni si sono già svolti altre volte, in passato, e c'è pure una legge che li disciplina. Di leggi che li vietino non c'è notizia, almeno nel mondo reale. Poi, ovvio, in quello del paese delle meraviglie (e delle balle) tutto è possibile.
sabato 26 marzo 2016
Ricette per sconfiggere il terrorismo
Perbacco, e come non essere d'accordo con lui, e felici con lui, almeno stavolta, per questa alta dichiarazione d'intenti? Poi, a margine, ci sarebbe da far notare una infelice e sfortunata concomitanza, quella della pubblicazione dei dati Eurostat dove si certifica che l'Italia è all'ultimo posto in Europa negli investimenti nell'educazione e nella cultura. Non in posizioni basse, o magari medio-basse con qualcun altro ancora più in basso, come siamo abituati a essere per tutto il resto, no, per educazione e cultura siamo proprio all'ultimo posto.
Non se ne fa una colpa a questo esecutivo, intendiamoci - è già da almeno quattro o cinque lustri che si è imboccata questa tragica direzione - ma lo si incolpa semmai di aver proseguito nella medesima direzione senza accenni di cambi di rotta. E quindi niente, da un certo numero di anni viene tollerata e avallata quella che potremmo tranquillamente definire come ignoranza di stato senza che a nessuno freghi alcunché, col paradosso tragicomico espresso da capi di governo, con un background culturale forgiato da partecipazioni televisive a telequiz e giochi a premi, che ci raccontano che il terrorismo si batte con la cultura.
Prendiamo atto.
Pape Satàn Aleppe
E poi capitano quei sabati in cui ti riprometti che nel pomeriggio andrai a camminare, che rimane una promessa non mantenuta perché nel frattempo hai preso in mano il libro postumo di Eco, quello che una delle tue figlie ti ha regalato per la festa del papà.
E forse andrai a camminare domani.
Forse.
venerdì 25 marzo 2016
Riprova, D'Alema, sarai più fortunato
Io, però, al posto di D'Alema avrei impostato il quesito in maniera leggermente diversa, tipo: perché non abrogare tout court l'8x1000 per tutti? E, già che ci siamo, perché non abrogare pure il famigerato Concordato, i cui danni sulla società italiana sfuggono tuttora a qualsiasi possibilità di valutazione? Oppure, ancora: se proprio non è possibile abrogare l'8x1000, perché non modificare almeno il truffaldino e perfido meccanismo di attribuzione, tramite il quale la solita Chiesa Cattolica si ciuccia pure l'inoptato dai contribuenti?
Dài, D'Alema, non è difficile, magari prova con la prossima uscita, eh?
(Tutto questo in attesa che un rivoluzionario vero tiri fuori una legge in cui si dica che le religioni, tutte le religioni, hanno l'obbligo di campare coi soldi versati loro volontariamente dai rispettivi seguaci, in caso contrario si arrangino.)
giovedì 24 marzo 2016
Chirú
È proprio vero: a volte i libri che ti sorprendono di più sono quelli che non ti aspettavi ti sorpendessero. Mi è capitato con Chirú, un libro in cui mi sono imbattuto per caso mentre ero in biblioteca. Mi ha colpito, oltre alla originalità della trama (col suo finale dolceamaro), la prosa dell'autrice, a me totalmente sconosciuta finché ho preso in mano questo suo libro. Michela Murgia sa scrivere, sa scrivere benissimo; la sua prosa è invidiabile e usa soluzioni di forma e di sintassi che sorprendono, avvincono, suscitano emozioni che costringono a restare incollati alle pagine, come è successo a me.
Leggerò anche gli altri suoi libri, sicuramente. Intanto, se avete occasione (Chirú è facilmente reperibile anche in biblioteca), leggetelo: garantisco io.
Questo è matto
Come era prevedibile, il lato più divertente del lavaggio dei piedi ai profughi da parte di Bergoglio, sono i commenti dei lettori del Giornale, commenti che nel loro insieme sottendono ciò che già ampiamente si sa: da certe parti a fare da padroni sono ignoranza e pregiudizi, null'altro. Niente di male, intendiamoci, il Giornale e altri campano su questo target di lettori e amen - sono gli stessi lettori che amano il Bergoglio del presepe e odiano il Bergoglio che predica l'accoglienza, e che dimenticano che il tizio della buona novella, quello in cui a parole dicono di credere, ha trascorso la vita a predicare la fratellanza universale.
Insomma, il Giornale è questa roba qua, in caso non si sia ancora capito.
martedì 22 marzo 2016
Tolleranza zero (per l'uso del cervello)
Nessuno, tantomeno lo scrivente, s'aspettava che i soliti noti s'astenessero dal fare uso della carneficina in Belgio per tirare acqua al mulino del loro squallido opportunismo politico. E infatti neppure le decine di morti e gli oltre 200 feriti, seminati tra aereoporto e metropolitana di Bruxelles, sono riusciti a fare breccia nella spessa scorza che riveste il cinismo bastardo di questa gentaglia.
E non staremo a spiegare alla Gelmini e ai Salvini (e a tutti gli altri) che questa tragedia non ha niente a che vedere con la crisi dei migranti - i terroristi identificati finora sono tutti cittadini europei. E non proveremo neppure a spiegare loro che i profughi che arrivano in Europa, quando ci arrivano, sono tutte persone che scappano anche da stragi come quella di Bruxelles, che là da loro sono la regola. No, non glielo spiegheremo, ci limiteremo a lasciarli galleggiare nel vuoto che giganteggia dentro le loro teste.
lunedì 21 marzo 2016
(...)
Ecco perché è difficile commentare.
Libri
Spesso quando entro in biblioteca so già cosa cercare, ma a volte succede invece che ci entri così, senza un'idea precisa, e allora è come se fossero i libri a venire incontro a me. Ho visto questo qui nello scaffale con le novità della narrativa, in mezzo agli altri, e sia il titolo che la copertina mi hanno attirato e spinto a prenderlo, senza pensarci tanto su. E niente, vado a iniziarlo, ché oggi il pomeriggio è anche piovoso e ideale per leggere.
domenica 20 marzo 2016
Basta bufale (sul Jobs Act)
Avvisate Sallusti che Salah Abdeslam è cittadino europeo
Inutile dire che in tutto il penoso scritto non si trova una riga in cui si accenni al fatto che il terrorista catturato oggi, unico superstite del commando di 10 persone responsabile della strage del Bataclan, era un cittadino europeo, così come cittadini europei erano gli altri terroristi deceduti.
Una prece per il giornalismo italiano.
sabato 19 marzo 2016
Umanità
Leggo due notizie che attirano la mia attenzione. A Roma alcuni tifosi dello Sparta Praga molestano una donna seduta su un marciapiede mentre chiede l'elemosina. Uno di questi "tifosi" arriva ad urinarle addosso. Tutt'attorno c'è gente che assiste allo spettacolo, senza muovere un dito, qualcuno sembra addirittura che sorrida. La povera donna dopo alcuni minuti se ne va, umiliata.
A Parma i Carabinieri fanno irruzione in una casa di riposo dove inservienti e infermieri, ossia coloro che dovrebbero fornire assistenza agli ospiti della struttura, sono in realtà aguzzini senza scrupoli, che sottopongono le persone di cui dovrebbero prendersi cura ai peggiori maltrattamenti e umiliazioni. E sempre, in questi casi, mi viene da pensare alla differenza tra gli umani, quelli che non hanno umanità, e gli animali che - si dice - non hanno coscienza ma solo istinto, e in virtù proprio di questo istinto arrivano a uccidere altri animali. Per istinto, appunto. Non vedrete mai un leone urinare su una gazzella per umiliarla, solo noi ne siamo capaci.
venerdì 18 marzo 2016
Il DC9 di Pertini
Intendiamoci, a me fa piacere che si sia riusciti a salvare il velivolo che riportò a casa dalla Spagna Sandro Pertini e la nazionale di calcio, vittoriosa ai Mondiali del 1982, ma è quel tipo di piacere dettato più che altro dal riflesso condizionato che si attiva automaticamente ogni volta che va in porto un'iniziativa che sta a cuore a molte persone, nulla di più, perché se anche alla fine l'avessero rottamato non mi sarebbe fregato granché - va bene, odiatemi pure.
Alla fine credo non sarebbe fregato niente neppure alla stragrande maggioranza degli italiani, specialmente quelli alle prese con problemi un tantino più seri e quelli di cui di quell'aereo neppure sapevano l'esistenza, o che magari pensavano che fosse già stato rottamato da tempo. Ma sono sicuramente io a essere disfattista.
mercoledì 16 marzo 2016
Libri
Un altro dei libri presi dalla libreria di mia mamma, qui di sopra. Dal prezzo di copertina si intuisce la sua età, credo, no? C'è sempre un piacere antico nel prendere in mano un libro che non si è mai letto, specie se si tratta di un libro rimasto fermo in una libreria per svariati decenni, ed è un piacere che ho cominciato a provare da ragazzino, quando sotto al portico di casa mia leggevo i primi romanzi di King.
E niente, mi tuffo.
Quattro sigarette (racconto)
martedì 15 marzo 2016
C'è vita, qui fuori
Tra le cose di cui mi sono accorto da quando ho abbandonato facebook, c'è la vitalità che caratterizza la blogosfera, che mi ha piacevolmente sorpreso. Certo, sapevo bene che moltissimi dei miei contatti erano al contempo anche dei blogger, alcuni pure affermati e molto noti, ma non aveva mai riservato eccessiva attenzione alla cosa, perché mi accontentavo di leggere velocemente ciò che pubblicavano all'interno del social di Zuckerberg. Diciamo che facebook, in questo senso, tende molto ad anestetizzare l'attenzione a ciò che succede fuori a vantaggio della velocità e, spesso, dell'inconsistenza di ciò che succede dentro.
Invece questa qualità c'è, fuori, e tanta, ed è appunto qui che molti ottimi blogger amano ancora scrivere articoli come dio comanda (trovate alcuni di quelli che seguo maggiormente elencati nella colonna qui a destra). Insomma, c'è vita fuori da facebook, e merita di essere (ri)scoperta.
domenica 13 marzo 2016
(...)
Oggi, dopo forse un decennio che non lo facevo, ho messo piede all'Azzurro, a San Marino. Poca gente ma molto varia, tipo gruppetti di giovani, alcuni con capigliature dallo stile difficilmente inquadrabile, che stavano pigramente seduti ai tavolini dei due bar all'interno, cazzeggiando ognuno al proprio smartphone e scambiandosi battute divertenti, almeno secondo i loro parametri. Poi c'erano coppie di mezza età che passeggiavano annoiate per i lunghi corridoi lungo i piani quasi vuoti, ché gran parte dei negozi avevano la vetrina chiusa con dei teloni verdi. Poi c'erano alcuni genitori che facevano sollazzare i propri pargoli nelle varie giostrine disseminate all'interno. I genitori erano visibilmente annoiati, era chiarissimo. Le mamme, coi giacchetti sotto braccio, avevano il compito di controllare che i pargoli sulle giostrine non si facessero male, i papà stavano comodamente seduti sulle panchine, sfogliando il giornale o consultando le notifiche di qualche social sul telefonino.
Di tutta la mole di negozi che costellava la passeggiata sui vari piani l'ultima volta che ci sono stato, non c'era praticamente più niente, se si escludono i due bar e i pochi negozi di abbigliamento e scarpe - ah, dimenticavo la libreria - sopravvissuti all'estinzione. Al loro posto oggi ci sono coppie di anziani che su dei banchetti improvvisati, tipo mercato, vendono carabattole di tutti i tipi e libri e giornalini appartenenti a ere geologiche precedenti a questa.
E, su tutto questo, a farla da padrona c'era la tristezza, quella provocata dalla visione di gente annoiata che la domenica pomeriggio uccide pezzi della propria vita nei centri commerciali.
I tre anni del papa piacione
Però Bergoglio va dall'ottico e paga di persona, esce con la sua Ford Fiesta blu e se ne va in giro per parrocchie, rimbrotta amichevolmente Bertone per il suo mega attico da 700 mq, restaurato, ovviamente a sua insaputa, con parte delle donazioni destinate al Bambin Gesù: tutto utile a dare l'immagine del cambio di rotta in senso francescano del carrozzone di cui è a capo. E i media sono ovviamente lì, tutti belli supini, azzerbinati come sempre a qualsiasi persona o istituzione che abbia soldi e potere. Un Bergoglio descritto come rivoluzionario, anche se, come sopra, se si va oltre la cortina fumogena degli annunci ci si rende conto che di rivoluzionario ha solo la capacità di spacciarsi come tale, se si esclude ovviamente la sua bravura nelle pubbliche relazioni - in definitiva ciò per cui è stato messo lì.
Ben pochi faranno notare che a livello dottrinale la chiesa di Bergoglio non si è spostata di una virgola rispetto a quella dei suoi predecessori, in particolar modo per quanto riguarda le spinose questioni dei cattolici omosessuali, delle unioni civili, dei divorziati risposati, del ruolo delle donne nell'organigramma dell'istituzione petrina ecc. Ben pochi faranno notare il flop (in termini di affluenza di fedeli e relativi ritorni economici) del Giubileo della Misericordia, che neppure l'esposizione del cadavere imbalsamato di Padre Pio ha saputo limitare. Sarà tutto bello e perfetto perché le trombe mediatiche diranno che è tutto bello e perfetto.
E i fedeli devoti non staranno troppo lì a indagare se sia vero o no, come da prassi.
sabato 12 marzo 2016
I libri sono vivi
Quando prendo in mano un libro non prendo in mano un oggetto ma una cosa che sento essere viva, e seguo sempre precisi rituali: butto un occhio alla trama e alle note biografiche dell'autore nei risvolti di copertina, "assaggio" il tipo di carta di cui è fatto (l'ultimo libro di Hawking che ho preso in mano, ad esempio, era stampato su carta lucida, tipo patinata, manco fosse Novella2000, e la cosa devo dire che mi ha fatto un po' senso), prendo confidenza con lo stile grafico usato dalla casa editrice (ognuna ne ha uno suo) per gestire la punteggiatura, i virgolettati ecc. Insomma, un libro è una cosa viva e la vita vive su carta, non su serie di bit, e una volta che si avrà in casa un libro di carta nessuno potrà mai revocare alcuna licenza. Non si revocano licenze alla vita.
giovedì 10 marzo 2016
Il miracolo che chiederebbe Bergoglio
Non è la prima volta che Bergoglio si sofferma sul tema della sofferenza dei bambini, e, intendiamoci, non è una domanda che si pone solo Bergoglio ma ogni persona dotata di un minimo di raziocinio. Insomma, se c'è 'sto benedetto Dio onnipotente (un aggettivo mica da poco, eh) che tutto sa, tutto vede, e tutto può, perché permette che esistano i reparti di oncologia pediatrica? Qualche tempo fa, rispondendo a un'analoga domanda rivoltagli da un bambino in carrozzella, Bergoglio rispose come ha fatto oggi: non c'è spiegazione, e farfugliò qualcosa tirando in ballo un brano de I fratelli Karamazov di Dostoewskij.
Per come la vedo io, la risposta più semplice a tale impegnativo quesito è probabilmente quella che non esiste alcun dio e che la sofferenza dei bambini appartiene alle normali dinamiche della vita, così come quella dei grandi, dei vecchi, di tutti. Che poi, pensandoci, non ho capito bene perché a Bergoglio dia pena soltanto la sofferenza dei bambini: quella dei grandi o degli anziani è forse una sofferenza di serie B?
Ultimo post su facebook
E poi bloggare è oggi ormai un'attività di nicchia, e a me le attività di nicchia piacciono un sacco.
martedì 8 marzo 2016
Slow Reading
Se avete occasione, quando passate in biblioteca o in libreria fateci un pensierino, ne vale la pena.
lunedì 7 marzo 2016
La gravissima colpa dell'omicida di Luca Varani
E niente, non vale neppure la pena commentare, provo solo una profonda pena per quest'uomo.
domenica 6 marzo 2016
I 70 anni di Gilmour
Se dovessi elencare tutti i motivi per cui sono affezionato a David Gilmour, dovrei scrivere un libro, inoltrandomi in una foresta di ricordi da cui difficilmente uscirei in breve tempo. Non ho memoria di chi mi fece conoscere i Pink Floyd, ho qualche idea ma non sono sicuro, ricordo solo che li conobbi in quel periodo di tempo, bellissimo ma a tratti incredibilmente travagliato, che sta a cavallo tra l'infanzia e l'adolescenza, che è poi il periodo in cui cominciavo a imparare i primi accordi sulla chitarra. Non credo che The dark side of the moon sia stato il loro disco più bello. È stato uno dei dischi più venduti della storia del rock, è vero, ma io gli ho sempre preferito Wish you were here, il successivo; lo trovo tuttora il loro capolavoro.
Da ragazzino non avevo molti soldi da spendere nei dischi - per inciso, oggi la situazione è rimasta quella - e ricordo che per risparmiare si compravano a turno. Eravamo sei sette ragazzini appassionati di musica, tutti con pochi soldi, e il sabato pomeriggio si andava tutti insieme giù a Rimini, alla mitica Dimar, che ovviamente oggi non esiste più, e si comprava a turni un disco. Gli altri lo registravano poi dall'originale su musicassette magnetiche.
Bei ricordi, alcuni tra i più belli di una giovinezza randagia e per certi versi rimediata, ma sicuramente spensierata. E con Gilmour e soci come colonna sonora.
Buon compleanno, vecchio orso.
sabato 5 marzo 2016
venerdì 4 marzo 2016
140 anni
giovedì 3 marzo 2016
Omicidio stradale (e prescrizione)
Sta per cadere sotto la mannaia della prescrizione anche la strage ferroviaria di Viareggio, giusto per fare un esempio tra i tanti, quella in cui nel 2009 morirono bruciate vive 32 persone, e questo perché il reato di incendio colposo si prescrive dopo sei anni. E ai poveretti che si sono visti bruciare vivo qualcuno dei propri cari che gli raccontiamo? Che il responsabile la sfangherà perché la prescrizione ha annullato tutto? E si potrebbe continuare con altri esempi, eh. Allora, signora Boschi, si faccia prima una revisione strutturale della prescrizione, magari incanalata nella direzione di una maggiore tutela delle persone comuni e minore dei potenti (o almeno egualitaria) e poi magari si pavoneggi. Che ne dice?
mercoledì 2 marzo 2016
Il Salvini appeso dalla stupidità
E niente, non se ne esce: stupido il primo, stupidi i secondi, tutti presi in una patetica competizione a chi dimostra il tasso maggiore di stupidità. Di spunti di intelligenza neppure l'ombra, ancora, all'orizzonte.
martedì 1 marzo 2016
(...)
Senza offesa, ovviamente, eh?