Zucconi intervista telefonicamente Alfano a Radio Capital. Tra le domande, questa: "Ministro, perché l'Italia è così indietro, rispetto al resto d'Europa, sui diritti civili?" Alfano elude la domanda e parte col solito ritornello che conosciamo già tutti a memoria, quello che è giusto che a due persone legate da un rapporto affettivo siano riconosciuti alcuni (badate bene: alcuni) diritti, come quelli patrimoniali, assistenziali ecc. ma basta così: di matrimonio, adozione e altro non si parli neanche, guai! Insomma il solito disco rotto che unisce sotto la stessa musica gli Alfani, i Salvini, i Bagnaschi, i Giovanardi, gli Adinolfi, papa Ciccio e compagnia cantante. Zucconi replica postulando che una donna non è un po' incinta e un po' no, o lo è o non lo è, cercando così di far capire al suo interlocutore l'assurdità insita nel suddividere le unioni affettive tra serie A e serie B. O si danno gli stessi diritti a tutti oppure è una presa in giro. Alfano riparte col solito disco rotto di cui sopra perché, poveretto, più in là di lì non può andare.
E niente, la risposta alla domanda di Zucconi è tutta qui: perché più in là di lì non possiamo andare. Semplice, no?
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