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mercoledì 8 ottobre 2014
L'Alfano amareggiato
Alfano si mette sulla difensiva: "Mi sono visto tirare addosso una quantità di insulti e di aggettivi di una violenza inaudita" dichiara amareggiato. Ora, figliolo caro, io non prendo certo le difese di chi ti ha insultato. Neppure io l'ho fatto, mi sono solo limitato a fare dell'ironia sulla tua infelice iniziativa. Eh sì, perché se uno, senza magari accorgersene, dimostra di voler continuare a perpetuare posizioni medievali, il minimo che si può fare è lanciargli qualche pernacchia con la speranza (vana, in questo caso) che serva ad allargare un pelino i suoi ristretti orizzonti. "Ho solo raccomandato di invitare i sindaci a rispettare le leggi e a non fare in Italia cose che le leggi non prevedono" insiste il poverino.
Ecco, hai sbagliato. Un sindaco non ha bisogno della balia, sa perfettamente quello che deve o non deve fare, e sa perfettamente come regolarsi di fronte alla legge. Se anche - concediamolo, dal momento che l'errore è umano - il suddetto sindaco incorresse in qualche errore interpretativo o applicativo della suddetta legge, ne risponderebbe lui. Punto. Tutto il resto è un di più. Sarebbe come se tu, giusto per fare un esempio, inviassi una circolare ai sindaci in cui raccomandassi che ai cittadini multati erroneamente venga annullata la multa. Non serve, perché i sindaci questa cosa la fanno già. Capisci, caro Alfano, perché (scusate il francesismo) hai pisciato fuori dal vaso?
Non è difficile, dài, con un piccolo sforzo ci puoi arrivare pure tu.
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