Uno straordinario Travaglio sulla questione Wikileaks. :-)
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martedì 30 novembre 2010
Non sappia la tua mano destra...
Come si spiega che giovedì scorso una delegazione di Futuro e Libertà fosse sui tetti con gli studenti col fatto che Fini, il giorno dopo, abbia detto "la riforma Gelmini è positiva Fli la votera"?
Incrociamo le dita
Cioè, non so se avete capito a cosa sono ridotti gli house organ di casa dopo aver tentato inutilmente di declassare il tutto a gossip: sperare nel "mal comune mezzo gaudio".
"Nulla su Prodi?"
Berlusconi si arrovella. C'è un tarlo che lo assilla. Si chiede perché continuino a uscire da Wikileaks rivelazioni che gettano discredito su di lui e niente su Prodi. E' abbastanza curiosa, in effetti, questa cosa. Anche perché, se ricordate, il ciarliero Frattini aveva detto appena ieri, un po' paraculisticamente, che le rivelazioni di Wikileaks coprivano un periodo che parte dal 2006.
Certo, rivelazioni che tirino in ballo anche il precedente governo sono sempre possibili - si vociferava ad esempio di rivelazioni sulla gestione da parte del governo Prodi del rapimento Mastrogiacomo -, ma allo stato attuale non c'è ancora niente, anche se gran parte della mole di documenti deve ancora essere analizzata.
Sarà mica che Prodi, pur con tutti i suoi difetti, non ha mai dato o partecipato a festini? Non ha mai telefonato in qualche questura per far liberare minorenni accreditandole come nipoti di Mubarak? Non ha mai fatto il gesto del mitra accanto a Putin? Non ha mai fatto il baciamano a Gheddafi? Mah, è un bel mistero...
Certo, rivelazioni che tirino in ballo anche il precedente governo sono sempre possibili - si vociferava ad esempio di rivelazioni sulla gestione da parte del governo Prodi del rapimento Mastrogiacomo -, ma allo stato attuale non c'è ancora niente, anche se gran parte della mole di documenti deve ancora essere analizzata.
Sarà mica che Prodi, pur con tutti i suoi difetti, non ha mai dato o partecipato a festini? Non ha mai telefonato in qualche questura per far liberare minorenni accreditandole come nipoti di Mubarak? Non ha mai fatto il gesto del mitra accanto a Putin? Non ha mai fatto il baciamano a Gheddafi? Mah, è un bel mistero...
Sidney docet
Sidney Blumenthal, il consigliere più vicino a Bill Clinton durante i suoi ultimi quattro anni alla Casa Bianca: "Così come si sapeva che Silvio Berlusconi viene considerato un leader inaffidabile e incapace. Certo, adesso è scritto nero su bianco in un rapporto diplomatico e questo può avere conseguenze".
La truffa dei premi di Malta
Finora ho ricevuto, come penso molti di voi, tonnellate di e-mail spam. Visto che per la prima volta me n'è arrivata una cartacea, mi pare bello segnalarlo.
Ah, ovviamente si tratta di una truffa.
lunedì 29 novembre 2010
Chi ha pagato chi
Sentite un po' cosa è riuscito a dire: "Io una volta al mese dò delle cene nelle mie case dove tutto avviene in modo corretto, dignitoso ed elegante". Bene, date un'occhiata a questa foto, dove si vede l'ex primo ministro della repubblica ceca, Mirek Topolanek, a una delle feste "dignitose ed eleganti" di Berlusconi.
Anche questa galleria rende bene l'idea del tipo di feste che dà il premier. Che poi dice (tenetevi forte): "Una ragazza che si dichiara prostituta di fronte al mondo si preclude tutte le strade per un lavoro futuro, per trovare un marito. Allora mi domando chi le ha pagate...". Eh, bella domanda. Chissà la D'Addario, solo per fare un esempio, chi l'ha pagata? Mah...
Merita di essere riportata anche la dichiarazione del fido Ghedini: "Chi conosce gli impegni di lavoro del presidente Berlusconi sa perfettamente che se stanchezza vi fosse stata, ma così non è, poteva essere correlata soltanto alla intensissima attività politica e di governo". Ora, intendiamoci, qui nessuno vole fare il moralista o il bacchettone. Uno in casa propria può fare quello che vuole, anche se nella Costituzione c'è ancora il famoso articolo 54; però pretendiamo che non ci si raccontino balle. E' troppo?
Fenomeno Frattini
Qualcuno, se ci riesce, mi può spiegare il "fenomeno" Frattini dal punto di vista antropologico o psicologico? Nella stessa giornata di oggi, e presumibilmente nelle stesse ore, è riuscito infatti a dire che Wikileaks vuole "distruggere il mondo". Uno si preoccupa un pochino, non trovate? Poi, però, probabilmente dopo una camomilla, dice: "I rapporti riservati degli ambasciatori non rappresentano la policy di un paese", che è un po' come dire che in fondo la cosa non è così grave.
Ah, se ci fosse ancora il buon vecchio Freud...
Ah, se ci fosse ancora il buon vecchio Freud...
Wikileaks, tutto qui?
Beh, certo, per molti americani, e non solo, potrebbe anche essere una sorpresa sapere che per i loro diplomatici Berlusconi è incapace, inefficace, vanitoso, portavoce di Putin e amante dei festini.
Per noi non si tratta di niente di nuovo. E lo stesso Berlusconi, che queste cose le sa benissimo, si è già affrettato a etichettare tutto come gossip e a riderci su. Quello che forse da oggi non potrà più dire è che le critiche nei suoi confronti vengono solo da certa stampa, certa sinistra e balle simili.
Fuorilegge anche il giuramento di Ippocrate?
Poi si potrà discutere di tutto (la gru, l'immigrato clandestino, il medico di Emergency piuttosto che il medico normale). Ma la notizia, che probabilmente non ha precedenti nella storia italiana, è che che per la prima volta un medico è stato denunciato per aver curato una persona.
domenica 28 novembre 2010
Le "perle" dei politici che aspettano Wikileaks
Non si sa di preciso quando il sito Wikileaks renderà accessibili al mondo le sue potenziali rivelazioni-bomba (si parla di stasera attorno alle 22,30). Pensate se dopo tutto questo can can per l'Italia non ci fosse niente di compromettente o scottante, come per certi versi è giusto augurarsi. Ma allora perché nei palazzi c'è tutta questa inquietudine? E perché illustri esponenti del mondo politico stanno facendo a gara a chi la spara più grossa? Mah...
Ecco alcune delle perle più divertenti che ho trovato girovagando qua e là.
Frattini, ad esempio, quello che nel giro di neanche una giornata è riuscito a coprirsi di ridicolo evocando un complotto ai danni del'Italia e smentendolo subito dopo, ha dichiarato di "aspettarsi che la magistratura indaghi". E' noto, infatti, ed è ormai prassi consolidata, che la magistratura si muove perché un ministro si aspetta che lo faccia. Mica servono più denunce, esposti e cose simili: basta l'invito di un ministro e la magistratura parte in quarta. Fosse anche su invito di uno come Frattini.
Per Cicchitto, un altro grande del nostro entourage di governo, Wikileaks esercita una nuova forma di terrorismo: il terrorismo mediatico, "che per certi aspetti può essere molto più efficace di quello tradizionale". Qui Cicchitto potrebbe anche avere ragione. Quando infatti i cittadini vengono a conoscenza delle malefatte che i potenti cercano in ogni modo di nascondere, in genere s'incazzano. E questo genere di incazzatura può avere anche delle conseguenze molto serie.
Non poteva mancare La Russa, secondo il quale "non è un complotto, non è una strategia ma una somma di atteggiamenti che hanno come obiettivo danneggiare il governo Berlusconi". Lo so, interpretare la Russa è sempre una di quelle imprese che costano fatica. Vedete un po' voi.
Seconda uscita di Frattini: "La mia preoccupazione è per l'Italia e non per una parte politica" [...] "Si parla di notizie che iniziano dal 2006, quando il governo era un altro". Qui mi pare che Frattini si nasconda dietro a una buona dose di paraculaggine. Prima dice che è preoccupato "per l'Italia e non per una parte politica", smentendo tra l'altro in questo modo La Russa. Però, aggiunge (e qui inizia la paraculaggine), se c'è qualcosa non riguarda certo questo governo ma quello precedente. E' un grande, Frattini. Se non lo fosse già sarebbe da nominare ministro della Repubblica.
Non poteva mancare il sempre tranquillo Sacconi: "serve più riservatezza", dice. E poi: "Vedremo cosa vien fuori. Certo è che gli stati vivono anche di doverosa riservatezza dei loro atti interni". Eh, certo. Come era giusto che restassero riservate le ripetute violazioni di diritti umani nel carcere di Guantanamo, gli abusi e le torture di Abu Ghraib perpetrati dagli americani, il video ripreso da un elicottero Apache Usa in Iraq che mostra i soldati americani che sparano sulla folla, uccidendo 15 persone tra cui due giornalisti della Reuters, i dossier sull'Afghanistan che documentano tra le altre cose l'insofferenza degli USA per la presenza di Emergency, l'orrore delle uccisioni di civili in Iraq. Per Sacconi, però, esiste il diritto a una doverosa riservatezza.
Forse qualcuno, all'interno dei sacri palazzi, non ha tutti i torti a essere preoccupato.
Ecco alcune delle perle più divertenti che ho trovato girovagando qua e là.
Frattini, ad esempio, quello che nel giro di neanche una giornata è riuscito a coprirsi di ridicolo evocando un complotto ai danni del'Italia e smentendolo subito dopo, ha dichiarato di "aspettarsi che la magistratura indaghi". E' noto, infatti, ed è ormai prassi consolidata, che la magistratura si muove perché un ministro si aspetta che lo faccia. Mica servono più denunce, esposti e cose simili: basta l'invito di un ministro e la magistratura parte in quarta. Fosse anche su invito di uno come Frattini.
Per Cicchitto, un altro grande del nostro entourage di governo, Wikileaks esercita una nuova forma di terrorismo: il terrorismo mediatico, "che per certi aspetti può essere molto più efficace di quello tradizionale". Qui Cicchitto potrebbe anche avere ragione. Quando infatti i cittadini vengono a conoscenza delle malefatte che i potenti cercano in ogni modo di nascondere, in genere s'incazzano. E questo genere di incazzatura può avere anche delle conseguenze molto serie.
Non poteva mancare La Russa, secondo il quale "non è un complotto, non è una strategia ma una somma di atteggiamenti che hanno come obiettivo danneggiare il governo Berlusconi". Lo so, interpretare la Russa è sempre una di quelle imprese che costano fatica. Vedete un po' voi.
Seconda uscita di Frattini: "La mia preoccupazione è per l'Italia e non per una parte politica" [...] "Si parla di notizie che iniziano dal 2006, quando il governo era un altro". Qui mi pare che Frattini si nasconda dietro a una buona dose di paraculaggine. Prima dice che è preoccupato "per l'Italia e non per una parte politica", smentendo tra l'altro in questo modo La Russa. Però, aggiunge (e qui inizia la paraculaggine), se c'è qualcosa non riguarda certo questo governo ma quello precedente. E' un grande, Frattini. Se non lo fosse già sarebbe da nominare ministro della Repubblica.
Non poteva mancare il sempre tranquillo Sacconi: "serve più riservatezza", dice. E poi: "Vedremo cosa vien fuori. Certo è che gli stati vivono anche di doverosa riservatezza dei loro atti interni". Eh, certo. Come era giusto che restassero riservate le ripetute violazioni di diritti umani nel carcere di Guantanamo, gli abusi e le torture di Abu Ghraib perpetrati dagli americani, il video ripreso da un elicottero Apache Usa in Iraq che mostra i soldati americani che sparano sulla folla, uccidendo 15 persone tra cui due giornalisti della Reuters, i dossier sull'Afghanistan che documentano tra le altre cose l'insofferenza degli USA per la presenza di Emergency, l'orrore delle uccisioni di civili in Iraq. Per Sacconi, però, esiste il diritto a una doverosa riservatezza.
Forse qualcuno, all'interno dei sacri palazzi, non ha tutti i torti a essere preoccupato.
Obama "abbronzato" e gli imbecilli
Ricordate la vicenda, penosa, dell'Obama "abbronzato"? All'epoca - eravamo a novembre 2008 - le reazioni sdegnate arrivarono prevalentemente dall'Italia. Dagli Stati Uniti nessun commento particolare. Berlusconi si arrabbiò parecchio per le reazioni dell'opinione pubblica, tanto da definire "imbecille" chi riteneva non avesse capito la battuta, definita una "carineria".
Se quanto anticipato dalla stampa sulle imminenti rivelazioni di Wikileaks corrisponde a verità, pare che tra gli imbecilli, all'epoca, ci fosse anche il Dipartimento di Stato americano.
Secondo i diplomatici "chi vi si avvicina [a Berlusconi, ndr] non ha idea di cosa può avvenire". Sarebbe bastato che avessero chiesto a noi.
Se quanto anticipato dalla stampa sulle imminenti rivelazioni di Wikileaks corrisponde a verità, pare che tra gli imbecilli, all'epoca, ci fosse anche il Dipartimento di Stato americano.
Quando il premier ricorse a tale terminologia, in Via Veneto [sede dell'Ambasciata americana a Roma, ndr] fecero un sobbalzo, il Dipartimento di Stato ne venne subito informato e vi furono ulteriori scambi di comunicazioni. La Casa Bianca decise però di non far trapelare la vivace irritazione per non incrinare i rapporti con un alleato molto importante su più scacchieri, dal Libano all'Afghanistan. È sufficiente varcare la soglia del Dipartimento di Stato per rendersi conto che la vicenda ha lasciato il segno, al punto che alcuni diplomatici si spingono fino a descrivere il premier italiano come «ad alto rischio», perché «chi vi si avvicina non ha idea di cosa può avvenire, delle conseguenze politiche possibili».
Secondo i diplomatici "chi vi si avvicina [a Berlusconi, ndr] non ha idea di cosa può avvenire". Sarebbe bastato che avessero chiesto a noi.
Censurati i gruppi pro-life?
Come forse avrete letto, è in corso uno scontro piuttosto acceso tra la coppia Fazio-Saviano e le cosiddette associazioni "pro life". Diatriba nata in seguito alla partecipazione, nella puntata di lunedì scorso di Vieni via con me, della moglie di Piergiorgio Welby e del padre di Eluana Englaro. In sostanza le associazioni che non condividono l'eutanasia chiedono di poter intervenire per replicare.
Fabio Fazio si oppone con una giustificazione a mio parere piuttosto sensata: "accettare la replica dei gruppi 'pro-vita' equivale ad acconsentire all’idea, inaccettabile, che la nostra trasmissione sia stata pro-morte, mentre abbiamo raccontato due storie di vita, sottolineando la pari dignità, di fronte alla prosecuzione artificiale della vita, di chi sceglie di accettarla e di chi sceglie di rifiutarla". Il problema è che gli autori hanno già concesso la replica a Maroni. A Maroni sì e ai pro-vita no? O si fa per tutti o per nessuno, se effettivamente si vogliono fare le cose uguali per tutti.
Ma non è questo il punto che mi premeva evidenziare, quanto quello della censura di cui, secondo molti, sarebbero vittime i gruppi pro-vita. Un ottimo esempio ci viene fornito da Libero di questa mattina:
"La censura alle associazioni pro-life", scrive il quotidiano di Belpietro in prima pagina. Censura? Scusate, ma c'è veramente qualcuno che pensa che nel nostro paese, e specialmente nel nostro sistema dell'informazione, i gruppi contrari all'eutanasia non abbiano spazio? Ma avete mai visto, solo per fare un esempio, il tg1 di Minzolini?
Ieri il papa si è rivolto alla politica e ai media (ai media, badate bene) chiedendo di promuovere il rispetto per la vita. Un semplice e breve appello. Ecco, qui di seguito, alcuni dei titoli che tutte le testate online (oggi seguiranno quelle cartacee e i telegiornali) hanno messo in bella evidenza nelle home page.
Per fortuna che c'è la censura...
Fabio Fazio si oppone con una giustificazione a mio parere piuttosto sensata: "accettare la replica dei gruppi 'pro-vita' equivale ad acconsentire all’idea, inaccettabile, che la nostra trasmissione sia stata pro-morte, mentre abbiamo raccontato due storie di vita, sottolineando la pari dignità, di fronte alla prosecuzione artificiale della vita, di chi sceglie di accettarla e di chi sceglie di rifiutarla". Il problema è che gli autori hanno già concesso la replica a Maroni. A Maroni sì e ai pro-vita no? O si fa per tutti o per nessuno, se effettivamente si vogliono fare le cose uguali per tutti.
Ma non è questo il punto che mi premeva evidenziare, quanto quello della censura di cui, secondo molti, sarebbero vittime i gruppi pro-vita. Un ottimo esempio ci viene fornito da Libero di questa mattina:
"La censura alle associazioni pro-life", scrive il quotidiano di Belpietro in prima pagina. Censura? Scusate, ma c'è veramente qualcuno che pensa che nel nostro paese, e specialmente nel nostro sistema dell'informazione, i gruppi contrari all'eutanasia non abbiano spazio? Ma avete mai visto, solo per fare un esempio, il tg1 di Minzolini?
Ieri il papa si è rivolto alla politica e ai media (ai media, badate bene) chiedendo di promuovere il rispetto per la vita. Un semplice e breve appello. Ecco, qui di seguito, alcuni dei titoli che tutte le testate online (oggi seguiranno quelle cartacee e i telegiornali) hanno messo in bella evidenza nelle home page.
Per fortuna che c'è la censura...
sabato 27 novembre 2010
Come i cagnolini
Bellissime le prime pagine (fotocopia) del Giornale e di Libero di stamattina. Ieri Berlusconi e Frattini avevano evocato scenari apocalittici e oscure trame contro l'Italia, ed ecco che i principali house organ di casa hanno steso il tappeto rosso assecondando acriticamente il Berlusconi-pensiero (che nel caso specifico assomiglia più a un delirio, ma vabbè).
"Attacco all'Italia", titola un allarmato Sallusti il suo editoriale odierno. "C'è qualcuno che sta giocando contro l’Italia, dentro e fuori i confini nazionali", dice preoccupato il prode articolista riportando pari pari le parole del cavaliere.
Ecco quindi che una serie di fatti e circostanze (lo scandalo Finmeccanica, la minaccia Wikileaks, l'immondizia a Napoli, i crolli di Pompei), totalmente slegati tra loro, vengono messi in un unico calderone e additati come complotto per "destabilizzare in chiave antiberlusconiana" il paese e il governo.
Ora, per carità, ognuno è libero di interpretare i fatti e gli accadimenti secondo il suo personale metro (e interesse), ma cercare di fare passare una serie di fallimenti come complotti, no. A noi ci sta bene tutto, e tutto sommato pensiamo nel nostro piccolo di avere sufficiente capacità di discernimento per capire come stanno le cose. Però dovete smetterla di prenderci per i fondelli.
Berlusconi e le inchieste "suicide"
Come forse avrete letto, numerose aziende, tra cui alcune che gravitano attorno a Finmeccanica, finora uno dei santuari ancora inviolati del potere italiano - dice Gad Lerner -, sono sotto inchiesta. Tra queste l'Enav, la società che fornisce il servizio del Controllo del Traffico Aereo.
Le contestazioni fatte dai pm riguardano tutta una serie di presunti reati fiscali con contorno di creazione di fondi neri attraverso il sistema delle "sovrafatturazioni". Berlusconi, appresa la notizia, ha subito dichiarato: "considero suicida che il Paese proceda contro chi costituisce con la propria capacità operativa la forza del Paese".
Se non ho inteso male, la traduzione del Berlusconi-pensiero dovrebbe più o meno essere questa: siccome Finmeccanica e aziende collegate sono una grossa realtà del mondo imprenditoriale italiano, non è giusto che si indaghi su di esse perché ciò produce un danno. Quindi, se un'azienda è piccola e si presume che commetta illeciti è giusto indagare, se è grande no. Ecco, non penso che occorra aggiungere altro. E non penso neppure che serva commentare. Questo è il nostro presidente del Consiglio.
Le contestazioni fatte dai pm riguardano tutta una serie di presunti reati fiscali con contorno di creazione di fondi neri attraverso il sistema delle "sovrafatturazioni". Berlusconi, appresa la notizia, ha subito dichiarato: "considero suicida che il Paese proceda contro chi costituisce con la propria capacità operativa la forza del Paese".
Se non ho inteso male, la traduzione del Berlusconi-pensiero dovrebbe più o meno essere questa: siccome Finmeccanica e aziende collegate sono una grossa realtà del mondo imprenditoriale italiano, non è giusto che si indaghi su di esse perché ciò produce un danno. Quindi, se un'azienda è piccola e si presume che commetta illeciti è giusto indagare, se è grande no. Ecco, non penso che occorra aggiungere altro. E non penso neppure che serva commentare. Questo è il nostro presidente del Consiglio.
venerdì 26 novembre 2010
Il comune di Desio sciolto per mafia (e Libero?)
L'intera giunta comunale di Desio, comune brianzolo alle porte di Monza, si è sciolta - il comune è stato commissariato - a causa delle inchieste sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Brianza. "Undici consiglieri del centrosinistra e sei della Lega questa mattina hanno rassegnato le dimissioni", scriveva ieri il Fatto Quotidiano.
La cosa più divertente (ammesso che ci sia qualcosa di comico) è il modo in cui quelli di Libero hanno dato la notizia. Ecco qua:
Uno stringato articoletto di otto righe in cui non compare mai la parola "mafia" o "'ndrangheta". Sembra che il prefetto abbia commissariato il comune e 17 assessori su trenta si siano dimessi così, probabilmente perché non avevano di meglio da fare.
Meglio di Libero sono riusciti a fare quelli del Giornale, visto che la notizia sul sito non compare proprio. Loro, si sa, sono ancora fermi alla raccolta di firme contro Saviano.
La cosa più divertente (ammesso che ci sia qualcosa di comico) è il modo in cui quelli di Libero hanno dato la notizia. Ecco qua:
Uno stringato articoletto di otto righe in cui non compare mai la parola "mafia" o "'ndrangheta". Sembra che il prefetto abbia commissariato il comune e 17 assessori su trenta si siano dimessi così, probabilmente perché non avevano di meglio da fare.
Meglio di Libero sono riusciti a fare quelli del Giornale, visto che la notizia sul sito non compare proprio. Loro, si sa, sono ancora fermi alla raccolta di firme contro Saviano.
Installi un router da solo? Forse rischi 150.000 euro di multa
Infatti, se quanto scovato da Stefano Quintarelli dovesse essere confermato nei fatti, nel decreto del Consiglio dei Ministri del 22 ottobre 2010 si legge che se si vuole installare un device e collegarlo alla rete di comunicazione pubblica, occorre chiamare un installatore iscritto all'albo. In altre parole: se sei deve installare un router, uno switch, qualsiasi dispositivo che si colleghi in Rete, occorre chiamare un tecnico iscritto all'albo: prevista, in caso contrario, una sanzione da 15.000 a 150.000 euro.
In attesa di capire meglio se questa cosa sia vera o no (conoscendo la competenza tecnologica di chi ci governa non mi stupirei se fosse vero), non toccate niente. Per carità...
Aggiornamento 15,48.
Ne parla più approfonditamente Dario D'Elia qui.
La civiltà secondo Fede
La prima versione della sua personale visione di "paese civile" l'ha tirata fuori l'altro ieri sera, quando ha dichiarato che gli studenti che protestano vanno menati.
La seconda, invece, è di ieri sera: "una società civile dovrebbe chiudere Facebook, che è una realtà delinquenziale all’origine di episodi drammatici", ha dichiarato l'esimio giornalista inviperito dai commenti apparsi sul social network dopo l'episodio dei pugni ricevuti da Giuliani.
Quindi, ricapitolando, secondo Fede un paese per potersi difinire "civile", deve:
1) accettare passivamente e senza fiatare qualsiasi legge venga partorita dal governo di turno. Il dissenso è vietato.
2) chiudere uno dei social network più utilizzati del pianeta perché da qualcuno viene utilizzato in maniera che a lui non piace.
Il concetto che ha Fede di paese "civile" non potrebbe essere più chiaro.
La seconda, invece, è di ieri sera: "una società civile dovrebbe chiudere Facebook, che è una realtà delinquenziale all’origine di episodi drammatici", ha dichiarato l'esimio giornalista inviperito dai commenti apparsi sul social network dopo l'episodio dei pugni ricevuti da Giuliani.
Quindi, ricapitolando, secondo Fede un paese per potersi difinire "civile", deve:
1) accettare passivamente e senza fiatare qualsiasi legge venga partorita dal governo di turno. Il dissenso è vietato.
2) chiudere uno dei social network più utilizzati del pianeta perché da qualcuno viene utilizzato in maniera che a lui non piace.
Il concetto che ha Fede di paese "civile" non potrebbe essere più chiaro.
L'Unione Europea condanna la Francia perché i pm sono sotto l'esecutivo (quello che vogliono fare da noi)
Nel nostro ordinamento giuridico il PM, ossia il Pubblico Ministero, è indipendente. Non ha alcun tipo di vincolo e non è assoggettato ad alcuna altra autorità (governo, Polizia Giudiziaria, ecc...). Uno dei vantaggi di questo stato di cose è che l'azione penale, obbligatoria per legge qualora vi sia notizia di reato, viene esercitata indipendentemente nei confronti di chiunque, dall'ultimo dei barboni al più influente dei potenti.
Voi sapete che da tempo immemorabile uno dei cavalli di battaglia di Berlusconi e soci è la "riforma della giustizia". All'interno di questa vaga e altisonante definizione si nasconde quella che viene comunemente chiamata "separazione delle carriere" tra magistratura inquirente e giudicante. L'argomento è piuttosto "tecnico", quindi non la tiro molto per le lunghe (chi vuole approfondire può approfittare di questo ottimo articolo di Bruno Tinti). Sintetizzando brutalmente, si può dire che uno degli effetti di questa riforma, qualora sciaguratamente andasse in porto, è l'assoggettamento del pm al governo, il quale potrebbe decidere quali sono le "priorità" su cui si deve indagare (pensate ad esempio che la corruzione, magari in atti giudiziari, avrebbe la precedenza?).
E' notizia di oggi che l'Unione Europea ha condannato la Francia "per la mancata indipendenza dei pubblici ministeri che sono alle strette dipendenze dell'esecutivo". Cioè, nel caso non sia chiaro, la Francia si è beccata una sanzione dall'UE perché là sono in vigore le stesse norme che Berlusconi e soci vorrebbero introdurre anche da noi. E hanno pure il coraggio di chiamarla riforma.
Voi sapete che da tempo immemorabile uno dei cavalli di battaglia di Berlusconi e soci è la "riforma della giustizia". All'interno di questa vaga e altisonante definizione si nasconde quella che viene comunemente chiamata "separazione delle carriere" tra magistratura inquirente e giudicante. L'argomento è piuttosto "tecnico", quindi non la tiro molto per le lunghe (chi vuole approfondire può approfittare di questo ottimo articolo di Bruno Tinti). Sintetizzando brutalmente, si può dire che uno degli effetti di questa riforma, qualora sciaguratamente andasse in porto, è l'assoggettamento del pm al governo, il quale potrebbe decidere quali sono le "priorità" su cui si deve indagare (pensate ad esempio che la corruzione, magari in atti giudiziari, avrebbe la precedenza?).
E' notizia di oggi che l'Unione Europea ha condannato la Francia "per la mancata indipendenza dei pubblici ministeri che sono alle strette dipendenze dell'esecutivo". Cioè, nel caso non sia chiaro, la Francia si è beccata una sanzione dall'UE perché là sono in vigore le stesse norme che Berlusconi e soci vorrebbero introdurre anche da noi. E hanno pure il coraggio di chiamarla riforma.
giovedì 25 novembre 2010
Possiamo vedere i voti della Gelmini?
Forse, se la Gelmini potesse tornare indietro eviterebbe di apostrofare Bersani "studente ripetente". Perché Bersani, per tutta risposta, ha pubblicato su internet le sue valutazioni universitarie, pregando il ministro dell'Istruzione di fare lo stesso.
Voi cosa dite? La Gelmini farà altrettanto?
Riforma Gelmini, forse non serve tutto questo casino
Basta la Gelmini stessa (e Alfano) che vota per sbaglio gli emendamenti dell'opposizione, per affossare il tutto.
Hai l'elettricità? Paga il canone tv
A tutti i titolari di un contratto di fornitura di elettricità, siano essi famiglie o pubblici esercizi o professionisti, verrà chiesto di pagare il canone, perché, ragionevolmente, se uno ha l'elettricità ha anche l'apparecchio tv. Chi non ha la televisione dovrà dimostrarlo e solo in quel caso non pagherà.
L'idea di subordinare il pagamento del canone per il possesso dell'apparecchio televisivo alla fornitura di energia elettrica non è nuova. E' dal 2006, se non prima, che se ne parla. Quindi, l'idea di Paolo Romani riportata stamattina dal Corriere non contiene nel merito grossi elementi di novità. Tranne uno.
"Chi non ha la televisione dovrà dimostrarlo", dice il successore di Scajola. Questo è l'elemento di novità che mi pare abbastanza inquietante. In pratica, Romani propone l'equazione elettricità=televisione. Ora, non c'è dubbio che nella stragrande maggioranza dei casi questa equazione si può considerare giusta. Ma perché la minoranza silenziosa degli allergici alla tv deve sobbarcarsi l'onere di dimostrare questa allergia? L'onere della prova non spetta a chi accusa?
Sarebbe interessante, poi, sapere cosa ne pensano quelli del Giornale dell'idea di Romani. E' vero che è già passato più di un anno dalla loro memorabile raccolta di firme per la sua abolizione, però un commentino potrebbero farlo.
mercoledì 24 novembre 2010
C'eravamo tanto amati
Questa mattina, sia il Giornale che Libero sono usciti con due editoriali fortemente critici verso Napolitano (qui e qui). Perché? Perché nell'ultimo periodo si è permesso di dire qualcosina riguardo ai tagli "lineari" contenuti nella finanziaria e riguardo ai tagli al mondo della cultura e dello spettacolo.
Non si fa. Come si permette il capo dello Stato di esprimere il suo pensiero (specie poi se può apparire critico verso l'operato del governo)? Ecco quindi che gli house organ di casa avvisano il capo dello stato di stare a cuccia. Belpietro: "ultimamente ha abbandonato la misura sobria e contenuta della prima ora e non passa giorno che non abbia qualcosa da dire e lo dica con tono sostenuto".
Eh già. Sono finiti i tempi in cui, in maniera sobria, firmava senza fiatare i vari lodi Alfani, legittimi impedimenti e scudi fiscali. Lì erano solo applausi.
Non si fa. Come si permette il capo dello Stato di esprimere il suo pensiero (specie poi se può apparire critico verso l'operato del governo)? Ecco quindi che gli house organ di casa avvisano il capo dello stato di stare a cuccia. Belpietro: "ultimamente ha abbandonato la misura sobria e contenuta della prima ora e non passa giorno che non abbia qualcosa da dire e lo dica con tono sostenuto".
Eh già. Sono finiti i tempi in cui, in maniera sobria, firmava senza fiatare i vari lodi Alfani, legittimi impedimenti e scudi fiscali. Lì erano solo applausi.
Manganelli contro libri
L'aspetto più curioso delle proteste degli studenti, giù a Roma (lascio stare le altre città), è l'idea di protestare esibendo "scudi" di cartone a forma di libro. Naturalmente, stasera i vari Fede, Minzolini e compagnia bella diranno che si tratta di infiltrati dei centri sociali, di pericolosi estremisti di sinistra, di mascalzoni, nullafacenti, delinquenti, ecc...
Da notare che i manganelli dei poliziotti, invece, sono veri, non di cartone.
(fonte immagine: SkyTg24)
Il contraddittorio secondo lui
La telefonata, ieri sera, di Berlusconi a Ballarò, è la perfetta dimostrazione del suo concetto di "contraddittorio". Quello stesso contraddittorio di cui, un giorno sì e l'altro pure, quelli del Pdl accusano la mancanza nelle trasmissioni Rai.
Due casi umani
La vicenda scoperta da quelli del Fatto (Bondi che sistema l'ex marito della sua compagna e il figlio di quest'ultimo), mi pare che abbia qualche analogia con la vicenda di Ruby Rubacuori.
Dopo la famosa telefonata in questura per reclamare la liberazione della finta nipote di Mubarak, infatti, Berlusconi disse: "Io sono una persona di cuore e quindi mi occupo dei problemi delle persone".
Bondi, più o meno, è sullo stesso tenore: "Sono solo intervenuto per risolvere due casi umani. È la tragedia di un uomo che era disoccupato e senza lavoro". Ora, non penso sia necessario ricordare che l'Italia è zeppa di minorenni che vengono tradotti in questura senza che nessuno interceda telefonicamente per loro; così come non penso sia necessario ricordare che in Italia ci sono alcuni milioni di disoccupati senza alle spalle un ministro che li sistemi in qualche ministero.
La domanda è molto più semplice: quando questa gente si toglierà dalla scatole una volta per tutte?
Dopo la famosa telefonata in questura per reclamare la liberazione della finta nipote di Mubarak, infatti, Berlusconi disse: "Io sono una persona di cuore e quindi mi occupo dei problemi delle persone".
Bondi, più o meno, è sullo stesso tenore: "Sono solo intervenuto per risolvere due casi umani. È la tragedia di un uomo che era disoccupato e senza lavoro". Ora, non penso sia necessario ricordare che l'Italia è zeppa di minorenni che vengono tradotti in questura senza che nessuno interceda telefonicamente per loro; così come non penso sia necessario ricordare che in Italia ci sono alcuni milioni di disoccupati senza alle spalle un ministro che li sistemi in qualche ministero.
La domanda è molto più semplice: quando questa gente si toglierà dalla scatole una volta per tutte?
martedì 23 novembre 2010
Sobrietà (ahahahah)
Coree e memoria
Le due Coree sono di nuovo ai ferri corti. Non vorrei dire una castroneria, ma mi risulta che entrambe siano potenze nucleari. Ennesima conferma che la storia non insegnerà mai niente. E non so, noi, qua, fino a che punto possiamo dire: "non ci riguarda".
Sull'omosessualità (secondo Ratzinger)
Il famoso libro del papa ce lo stanno centellinando una pagina alla volta, come le anticipazioni dei libri di Bruno Vespa. Praticamente quando uscirà non sarà più una novità perché gli interessati l'avranno già letto e sapranno già cosa contiene.
L'anticipazione di oggi ha a che fare con la questione dell'omosessualità. Fortunatamente, al contrario di quanto pensano illustri politici ed esponenti della chiesa, Ratzinger non la considera una malattia. E questo è già qualcosa. Di più. Si spinge addirittura a dire che l'omosessuale non deve essere discriminato.
Aggiunge però che l'omosessualità non "è moralmente giusta". Il problema è sempre quello: il "moralmente" della chiesa, spesso, anzi quasi sempre, non coincide con il "moralmente" delle persone. Poi ritorna ai vecchi stereotipi coi quali la chiesa cattolica da centinaia di anni continua a imbambolare i fedeli: "Si potrebbe dire, volendosi esprimere in questi termini, che l’evoluzione ha generato la sessualità al fine della riproduzione".
Sì, si potrebbe anche dire. Oggi come oggi si può dire tutto.
L'anticipazione di oggi ha a che fare con la questione dell'omosessualità. Fortunatamente, al contrario di quanto pensano illustri politici ed esponenti della chiesa, Ratzinger non la considera una malattia. E questo è già qualcosa. Di più. Si spinge addirittura a dire che l'omosessuale non deve essere discriminato.
Aggiunge però che l'omosessualità non "è moralmente giusta". Il problema è sempre quello: il "moralmente" della chiesa, spesso, anzi quasi sempre, non coincide con il "moralmente" delle persone. Poi ritorna ai vecchi stereotipi coi quali la chiesa cattolica da centinaia di anni continua a imbambolare i fedeli: "Si potrebbe dire, volendosi esprimere in questi termini, che l’evoluzione ha generato la sessualità al fine della riproduzione".
Sì, si potrebbe anche dire. Oggi come oggi si può dire tutto.
lunedì 22 novembre 2010
Chiesa e profilattici, secondo round
Le dichiarazioni del papa di ieri l'altro, riguardo la questione del profilattico ("in alcuni singoli casi è giustificato"), hanno evidentemente sollevato un po' troppi entusiasmi nell'opinione pubblica. Tanto che ieri il Vaticano, per bocca di padre Lombardi, si è affrettato a farsi sentire per alcune precisazioni.
Innanzitutto, dice il portavoce vaticano, il pensiero di Ratzinger "non può essere certo definito una svolta rivoluzionaria". E poi aggiunge una frase molto interessante: "ma ritiene [il papa, ndr] che l'uso del profilattico per diminuire il pericolo di contagio sia 'un primo atto di responsabilità'".
Cosa? Abbiamo capito bene? L'uso del profilattico per evitare contagi è "un primo atto di responsabilità"? Ma come? Non è quello che il mondo intero, con ben altri toni, va dicendo da una vita? Non è ciò che dice da sempre l'ABC Aproach, l'UNAIDS e tutte le organizzazioni internazionali che nel mondo sono impegnate nella lotta all'AIDS?
Siamo contenti che sia finalmente arrivato anche il papa. Meglio tardi che mai. Bisogna ammettere che rispetto alle sue ultime dichiarazioni in questo senso, fatte l'anno scorso in occasione della sua visita in Africa ("l'epidemia di Aids non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi aumentano i problemi"), c'è stato un notevole passo in avanti.
A questo punto posso anche aspettarmi che se ne esca fuori domani dicendo che gli piace Star Trek.
Innanzitutto, dice il portavoce vaticano, il pensiero di Ratzinger "non può essere certo definito una svolta rivoluzionaria". E poi aggiunge una frase molto interessante: "ma ritiene [il papa, ndr] che l'uso del profilattico per diminuire il pericolo di contagio sia 'un primo atto di responsabilità'".
Cosa? Abbiamo capito bene? L'uso del profilattico per evitare contagi è "un primo atto di responsabilità"? Ma come? Non è quello che il mondo intero, con ben altri toni, va dicendo da una vita? Non è ciò che dice da sempre l'ABC Aproach, l'UNAIDS e tutte le organizzazioni internazionali che nel mondo sono impegnate nella lotta all'AIDS?
Siamo contenti che sia finalmente arrivato anche il papa. Meglio tardi che mai. Bisogna ammettere che rispetto alle sue ultime dichiarazioni in questo senso, fatte l'anno scorso in occasione della sua visita in Africa ("l'epidemia di Aids non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi aumentano i problemi"), c'è stato un notevole passo in avanti.
A questo punto posso anche aspettarmi che se ne esca fuori domani dicendo che gli piace Star Trek.
domenica 21 novembre 2010
Non toccate il 5 x 1000
Dal 2007 a oggi lo Stato ha destinato 400 milioni l'anno al 5 per mille. Per il 2011 in Finanziaria ci sono soltanto 100 milioni. Ma questo è solo l'ultimo schiaffo per il non profit. Da marzo sono state cancellate le agevolazioni sulle tariffe postali e così oggi inviare bollettini e comunicazioni ai sostenitori costa il 340% in più. Poi c'è il taglio al fondo nazionale per le politiche sociali: 435 milioni nel 2010, 35 nel 2011. «Sono questi i fondi che, una volta trasferiti alle Regioni e poi ai Comuni, servono ai municipi per finanziare le politiche sociali che nei fatti vengono portate avanti da associazioni di volontariato, onlus, cooperative sociali»
Di solito non è mia abitudine propagandare sottoscrizioni, raccolte di firme e cose simili. Visto però quello che sta combinando il governo a proposito del 5 x 1000, la sottoscrizione di questo appello mi sembra quantomeno doverosa.
Di solito non è mia abitudine propagandare sottoscrizioni, raccolte di firme e cose simili. Visto però quello che sta combinando il governo a proposito del 5 x 1000, la sottoscrizione di questo appello mi sembra quantomeno doverosa.
I parlamentari sono roba mia
E' presto ancora per dire se nei confronti della signora Carfagna stia già bollendo in pentola qualcosa. E' vero, i precedente non mancano: Fini, Boffo, Di Pietro, Veronica Lario (memorabile la prima pagina di Libero in cui la ormai ex seconda moglie di Berlusconi appariva coi seni al vento in una vecchia performance teatrale). Ma ancora in questo senso non si muove niente.
Il Giornale racconta, oggi, che ieri un Berlusconi parecchio infastidito aveva cambiato bruscamente atteggiamento nei confronti di quella che fino a pochi giorni fa era la sua pupilla, il suo ministro preferito. "Per Berlusconi, invece, a cui lei deve tutto e forse anche di più, Mara si è tramutata nella «signora Carfagna», gelido appellativo che il premier riserva agli avversari".
Quel "a cui lei deve tutto" mi pare piuttosto indicativo circa la strada che potrebbero imboccare gli house organ di casa da qui al giorno in cui il ministro si dimetterà definitivamente: la strada dell'ingratitudine. Del resto capite bene anche a voi che non si fa così: la "miracolata", colei che grazie a Silvio ha fatto il grande salto dal mondo dello spettacolo a quello della politica, ammesso che ci sia qualche differenza, non può gettare tutto alle ortiche e creare un "caso Carfagna" proprio in un momento in cui il governo sembra essere sull'orlo del baratro.
Il Giornale, tuttavia, questa mattina si limita a rimanere sul neutro, diciamo così. Evidenzia la notizia del gelo del cavaliere, ma niente di più.
Di diversa impostazione, invece, l'approccio di Libero, dove la questione ingratitudine viene posta senza se e senza ma con una bella vignetta in prima pagina:
Anche il Corriere, stamattina, evidenzia in maniera piuttosto chiara il pensiero del "creatore":
Mi pare che l'atteggiamento del presidente del Consiglio esprima abbastanza chiaramente, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la sua idea e il suo concetto di partecipazione politica. I ministri sono persone che io ho messo lì, devono tutto a me e non possono mancare di riconoscenza. Men che meno dissentire. Figurarsi quindi annunciare le dimissioni. Non c'è da stupirsi più di tanto di questo, intendiamoci, visto che l'attuale legge elettorale, il porcellum di Calderoli, impedisce al cittadino di scegliere i parlamentari (pensate che i vari Bondi, Gasparri e compagnia bella sarebbero lì?), che vengono invece nominati dalle segreterie di partito e non dai cittadini.
Ma questo è un discorso vecchio.
Il Giornale racconta, oggi, che ieri un Berlusconi parecchio infastidito aveva cambiato bruscamente atteggiamento nei confronti di quella che fino a pochi giorni fa era la sua pupilla, il suo ministro preferito. "Per Berlusconi, invece, a cui lei deve tutto e forse anche di più, Mara si è tramutata nella «signora Carfagna», gelido appellativo che il premier riserva agli avversari".
Quel "a cui lei deve tutto" mi pare piuttosto indicativo circa la strada che potrebbero imboccare gli house organ di casa da qui al giorno in cui il ministro si dimetterà definitivamente: la strada dell'ingratitudine. Del resto capite bene anche a voi che non si fa così: la "miracolata", colei che grazie a Silvio ha fatto il grande salto dal mondo dello spettacolo a quello della politica, ammesso che ci sia qualche differenza, non può gettare tutto alle ortiche e creare un "caso Carfagna" proprio in un momento in cui il governo sembra essere sull'orlo del baratro.
Il Giornale, tuttavia, questa mattina si limita a rimanere sul neutro, diciamo così. Evidenzia la notizia del gelo del cavaliere, ma niente di più.
Di diversa impostazione, invece, l'approccio di Libero, dove la questione ingratitudine viene posta senza se e senza ma con una bella vignetta in prima pagina:
Anche il Corriere, stamattina, evidenzia in maniera piuttosto chiara il pensiero del "creatore":
Mi pare che l'atteggiamento del presidente del Consiglio esprima abbastanza chiaramente, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la sua idea e il suo concetto di partecipazione politica. I ministri sono persone che io ho messo lì, devono tutto a me e non possono mancare di riconoscenza. Men che meno dissentire. Figurarsi quindi annunciare le dimissioni. Non c'è da stupirsi più di tanto di questo, intendiamoci, visto che l'attuale legge elettorale, il porcellum di Calderoli, impedisce al cittadino di scegliere i parlamentari (pensate che i vari Bondi, Gasparri e compagnia bella sarebbero lì?), che vengono invece nominati dalle segreterie di partito e non dai cittadini.
Ma questo è un discorso vecchio.
Voglio essere come un cartone animato
Chi bazzica abitualmente su Facebook sa già il significato che ha questo breve video. Per tutti gli altri la spiegazione è qui.
Lui è Giorgio Faletti, e la breve traccia che segue è estratta da questo suo album del 1994.
Buona domenica.
Lui è Giorgio Faletti, e la breve traccia che segue è estratta da questo suo album del 1994.
Buona domenica.
sabato 20 novembre 2010
I comuni pensino ad altro (dice il Vaticano), che a dire come si deve morire ci pensiamo noi
Non so se avete seguito la vicenda della circolare governativa contro i registri comunali sul biotestamento. Breve riassunto. Da più di un anno (più o meno febbraio 2009, dopo la morte di Eluana Englaro) in molti comuni italiani è stato predisposto un registro in cui chi lo desidera può indicare come intende essere assistito in caso di morte.
Oggi è arrivata una circolare da parte del governo nella quale si dice che questi registri sono privi di valore, in quanto manca una legge di riferimento (la famosa legge sul fine vita, da tempo immemorabile sepolta da qualche parte in Parlamento). Il sottosegretario Eugenia Roccella, infatti, dice: "è evidente che non essendoci una legge in materia, il medico non può ottemperare ad alcuna richiesta di tipo eutanasico indicata nei registri. Il medico, cioè, non può che riferirsi alle normative esistenti, che vietano ogni attività eutanasica".
Non entro nel merito della questione prettamente tecnico-legislativa, della quale non può fregarmi di meno, ma entro volentieri all'interno del "messaggio" che si cela dietro a tutto questo via vai di circolari: ossia la negazione della libertà per l'individuo di poter disporre della sua vita, e nella fattispecie della sua morte. Non è una novità, intendiamoci; basta solo ricordare cosa è successo coi casi Welby ed Englaro per sapere come la pensa questo governo sull'autodeterminazione della persona.
E, d'altra parte, la circolare in questione non potrebbe essere più chiara. Vi è scritto infatti: "occorre considerare che la materia del 'fine vita' rientra nell'esclusiva competenza del legislatore nazionale". In uno stato normale, laico, libero, che ha veramente - non a parole - a cuore la libertà dei cittadini, la dicitura dovrebbe essere questa: "occorre considerare che la materia del 'fine vita' rientra nell'esclusiva competenza della singola persona". Questo dovrebbe essere il perno su cui fare appoggiare anche tutto l'impianto legislativo attualmente arenato in Parlamento.
Ma, si sa, siamo in Italia. Non vorrete mica togliere a Sacconi, Fazio, Maroni e al Vaticano, che naturalmente si è felicitato della circolare, il diritto di decidere come dobbiamo morire?
Oggi è arrivata una circolare da parte del governo nella quale si dice che questi registri sono privi di valore, in quanto manca una legge di riferimento (la famosa legge sul fine vita, da tempo immemorabile sepolta da qualche parte in Parlamento). Il sottosegretario Eugenia Roccella, infatti, dice: "è evidente che non essendoci una legge in materia, il medico non può ottemperare ad alcuna richiesta di tipo eutanasico indicata nei registri. Il medico, cioè, non può che riferirsi alle normative esistenti, che vietano ogni attività eutanasica".
Non entro nel merito della questione prettamente tecnico-legislativa, della quale non può fregarmi di meno, ma entro volentieri all'interno del "messaggio" che si cela dietro a tutto questo via vai di circolari: ossia la negazione della libertà per l'individuo di poter disporre della sua vita, e nella fattispecie della sua morte. Non è una novità, intendiamoci; basta solo ricordare cosa è successo coi casi Welby ed Englaro per sapere come la pensa questo governo sull'autodeterminazione della persona.
E, d'altra parte, la circolare in questione non potrebbe essere più chiara. Vi è scritto infatti: "occorre considerare che la materia del 'fine vita' rientra nell'esclusiva competenza del legislatore nazionale". In uno stato normale, laico, libero, che ha veramente - non a parole - a cuore la libertà dei cittadini, la dicitura dovrebbe essere questa: "occorre considerare che la materia del 'fine vita' rientra nell'esclusiva competenza della singola persona". Questo dovrebbe essere il perno su cui fare appoggiare anche tutto l'impianto legislativo attualmente arenato in Parlamento.
Ma, si sa, siamo in Italia. Non vorrete mica togliere a Sacconi, Fazio, Maroni e al Vaticano, che naturalmente si è felicitato della circolare, il diritto di decidere come dobbiamo morire?
Pronto? C'è la Padania?
Questa mattina, chi più chi meno e in maniera più o meno visibile a seconda delle "convenienze", tutti i quotidiani hanno messo in prima pagina la notizia della pubblicazione delle motivazioni della sentenza con cui Dell'Utri, braccio destro di Berlusconi e cofondatore di Forza Italia, è stato condannato in appello a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Tutti i quotidiani, dicevo, ne parlano tranne uno: la Padania, organo ufficiale della Lega Nord (immagine qui sopra). Curiosa questa cosa, non trovate? Perché la Padania - forse alcuni ricorderanno - è lo stesso quotidiano che a metà degli anni '90 martellava Berlusconi con domandine da niente tipo quella che vedete qui sotto.
Non trovate anche voi che sia quantomeno curiosa questa sorta di improvvisa amnesia? Se qualche leghista dell'ultima ora avesse piacere di vedere cosa scriveva la Padania su Berlusconi un po' di anni fa, può dare un'occhiata qui. A volte la memoria storica può fare miracoli.
In migliaia? Quanti?
Vi ricordate quello spot pubblicitario di parecchi anni fa che faceva: "le stelle sono tante, milioni di milioni..."? Mi è venuto in mente dopo aver letto l'articolo del Giornale in cui si parla del successo - dicono loro - dell'iniziativa della raccolta firme contro Saviano.
"Migliaia e migliaia di lettori hanno aderito all’iniziativa", scrivono quelli della redazione. Il numero preciso? Non si sa. Mistero. Chissà se quando arriveranno a quota 9.000.000 (l'audience dell'ultima puntata di Vieni via con me) di firme raccolte ce lo faranno sapere?
venerdì 19 novembre 2010
641 pagine
641 pagine di motivazioni nelle quali i giudici della Corte d'Appello del tribunale di Palermo scrivono che Dell'Utri era il collegamento tra Cosa Nostra e Silvio Berlusconi. Ho un po' di domande.
1) In quale altro paese del mondo un senatore come Dell'Utri potrebbe continuare a fare il senatore?
2) In quale altro paese del mondo un capo di governo potrebbe restare al suo posto dopo che il suo braccio destro si becca una condanna in appello a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa?
3) La Lega non ha niente da dire? E Maroni? Il Maroni che s'incazza come una bestia perché Saviano dice che al nord c'è la mafia, non ha niente da dire sapendo che nella stessa sua coalizione di governo c'è un condannato in appello per gravissimi fatti di mafia?
4) Vittorio Feltri, che sul suo Giornale raccoglie firme contro chi denuncia la mafia e chi si gingilla con un appartamento di 50 metri quadri a Montecarlo, farà una raccolta di firme per cacciare Dell'Utri dal Parlamento?
5) In quale altro paese del mondo una cosa del genere potrebbe passare, come passerà anche questa, nell'indifferenza generale?
La risposta potete darla voi.
Il nucleare ci salverà?
Noi profani; noi che non abbiamo una laurea in chimica o fisica; noi che costruiamo e formiamo le nostre idee in base alla documentazione che troviamo, restiamo a volte spiazzati. Riguardo al nucleare, ad esempio, cercando informazioni in rete si scopre che la stragrande maggioranza degli scienziati lo dà praticamente per morto, senza futuro.
Tra questi c'è Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica, il quale, a proposito del ritorno a questa forma di approvvigionamento energetico, su cui il governo si sta peraltro dando parecchio da fare, dice:
Il Giornale, stamattina, pubblica una interessante intervista a Franco Battaglia, professore universitario di chimica ambientale da sempre contro le energie alternative e da sempre favorevole al ritorno al nucleare. Ne riporto alcuni stralci qui di seguito:
Siccome, come dicevo all'inizio, io non sono in grado tramite le mie personali conoscenze di smontare quanto afferma il professor Battaglia, provo a farlo utilizzando appunto quanto si trova in rete. Vediamo cosa ne viene fuori.
Sorvolando sul fatto che i pannelli fotovoltaici "quando manca il sole sono inutili" - a me risulta che tutti i moderni impianti siano dotati di accumulatori che restituiscono l'energia immagazzinata all'occorrenza -, sarebbe interessante sapere, visto che "Eolico e fotovoltaico sono una iattura e uno spreco di denaro", perché l'amministrazione Obama ha recentemente stanziato due miliardi di dollari nello sviluppo del fotovoltaico.
I casi sono due: o Obama è un incosciente, che può permettersi il lusso, in un periodo in cui anche l'economia americana non è che faccia faville, di rischiare di buttare al vento un tale capitale, oppure è circondato da consiglieri altrettanto incoscienti e incompetenti. Oppure c'è una terza ipotesi: che abbia fatto due calcoli scoprendo che forse il ricorso al fotovoltaico può rivelarsi a lungo termine vantaggioso, sia economicamente e sia per l'ambiente. Chissà...
"Una centrale nucleare costa cinque miliardi. Un impianto, eolico o fotovoltaico, che produca la stessa energia, dieci volte tanto", dice il Battaglia. Mettiamo che i 5 miliardi tirati in ballo da Battaglia siano reali. Come la mettiamo con lo smantellamento? Perché una centrale nucleare, una volta che ha terminato il ciclo produttivo va smantellata. E qui si scoprono alcune cose interessanti:
Anche l'Inghilterra, ad esempio, in questi anni è alle prese con questo problema:
Insomma, penso che per correttezza il professor Battaglia avrebbe dovuto indicare anche i costi di dismissione di queste ipotetiche (speriamo) centrali.
"La differenziata è inutile. Facendola avremmo solo cumuli differenziati di immondizia. Il modo serio di smaltire sono gli inceneritori". Probabilmente sbaglierò, ma se la raccolta differenziata è fatta come si deve, alla fine non abbiamo "cumuli differenziati di immondizia", ma abbiamo cumuli di plastica, cumuli di carta, cumuli di vetro, ecc. Non si tratta quindi di immondizia, ma di materiali che possono essere riciclati o - meglio - riutilizzati. Riguardo alla questione degli inceneritori, invece, mi pare che siano rimasti ben pochi, a parte ovviamente chi ha qualche interesse, a tesserne le lodi. Tra i più critici verso di essi c'è il ricercatore Stefano Montanari, il quale al proposito scrive:
Ora, io non so come faccia Battaglia a dire che le emissioni degli inceneritori "sono zero" e "la pericolosità inesistente". E' vero che la relazione causa-effetto tra aumento dei tumori e inceneritori non è ancora stata provata, ma è altrettanto vero che sono più di uno gli studi non certo tranquillizzanti in questo senso.
Insomma, cercando di arrivare a una conclusione, a me le teorie del professor Battaglia (qui trovate una rassegna di suoi articoli), almeno allo stato attuale non convincono per niente.
Tra questi c'è Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica, il quale, a proposito del ritorno a questa forma di approvvigionamento energetico, su cui il governo si sta peraltro dando parecchio da fare, dice:
Si sa dove costruire gli impianti? Come smaltire le scorie? Si è consapevoli del fatto che per realizzare una centrale occorrono almeno dieci anni? Ci si rende conto che quattro o otto centrali sono come una rondine in primavera e non risolvono il problema, perché la Francia per esempio va avanti con più di cinquanta impianti? E che gli stessi francesi stanno rivedendo i loro programmi sulla tecnologia delle centrali Epr, tanto che si preferisce ristrutturare i reattori vecchi piuttosto che costruirne di nuovi? Se non c'è risposta a queste domande, diventa difficile anche solo discutere del nucleare italiano.
Il Giornale, stamattina, pubblica una interessante intervista a Franco Battaglia, professore universitario di chimica ambientale da sempre contro le energie alternative e da sempre favorevole al ritorno al nucleare. Ne riporto alcuni stralci qui di seguito:
Scopriamo subito le carte: che pensa dei Verdi?
«Sono una disgrazia».
Articolando?
«Tanta buona volontà e sentimenti nobili. Ma semianalfabeti tecnico-scientifici. Metto il “semi”, per pietà cristiana».
Detestano gli Ogm.
«L’Ogm è una modifica genetica fatta col bisturi. Molto meno invasiva delle mutazioni con bombardamento di radiazioni col quale si ottiene il grano duro caro agli ecologisti».
Accusano l’industria per l'effetto serra.
«L’uomo non c’entra. L’attuale riscaldamento inizia a metà del ’600: un secolo e mezzo prima dell'era industriale. Dal 1940 al 1975 c’è stato un raffreddamento, in coincidenza col boom dell’industria».
Fissati con l’inquinamento, considerano l’energia solare ed eolica la sola salvezza.
«Eolico e fotovoltaico sono una iattura e uno spreco di denaro. Se anche tutti i tetti d’Italia fossero coperti di pannelli solari, quando manca il sole sono inutili. Dovremmo, comunque, tenerci gli impianti a gas, carbone, eccetera».
Sole e vento sono però gratis.
«Falso. Una centrale nucleare costa cinque miliardi. Un impianto, eolico o fotovoltaico, che produca la stessa energia, dieci volte tanto. Privarsi del nucleare per sole e vento è un business che toglie denaro a tutti per farlo intascare a pochi».
[...]
Se le emergenze verdi sono fasulle, qual è la vera?
«Il disastro idrogeologico. Se lungo i fiumi fossero state costruite vasche di espansione avremmo evitato i guai. Ma costano un sacco di soldi, che non ci sono per gli sprechi nell’eolico, ecc. I signori del fotovoltaico, quelli del Kioto qui, Kioto là, sono i responsabili morali del cataclisma veneto».
Per l’incapacità napoletana sui rifiuti, si incolpa la mancanza di raccolta differenziata.
«Sciocchezze. La differenziata è inutile. Facendola avremmo solo cumuli differenziati di immondizia. Il modo serio di smaltire sono gli inceneritori, uno per provincia. Ma i Verdi si oppongono».
Li considerano pericolosi: effluvi, gas letali, ecc.
«Ci sono inceneritori nel centro di Vienna. O di Montecarlo, per fare una citazione di attualità. Le emissioni sono zero, la pericolosità inesistente».
Siccome, come dicevo all'inizio, io non sono in grado tramite le mie personali conoscenze di smontare quanto afferma il professor Battaglia, provo a farlo utilizzando appunto quanto si trova in rete. Vediamo cosa ne viene fuori.
Sorvolando sul fatto che i pannelli fotovoltaici "quando manca il sole sono inutili" - a me risulta che tutti i moderni impianti siano dotati di accumulatori che restituiscono l'energia immagazzinata all'occorrenza -, sarebbe interessante sapere, visto che "Eolico e fotovoltaico sono una iattura e uno spreco di denaro", perché l'amministrazione Obama ha recentemente stanziato due miliardi di dollari nello sviluppo del fotovoltaico.
I casi sono due: o Obama è un incosciente, che può permettersi il lusso, in un periodo in cui anche l'economia americana non è che faccia faville, di rischiare di buttare al vento un tale capitale, oppure è circondato da consiglieri altrettanto incoscienti e incompetenti. Oppure c'è una terza ipotesi: che abbia fatto due calcoli scoprendo che forse il ricorso al fotovoltaico può rivelarsi a lungo termine vantaggioso, sia economicamente e sia per l'ambiente. Chissà...
"Una centrale nucleare costa cinque miliardi. Un impianto, eolico o fotovoltaico, che produca la stessa energia, dieci volte tanto", dice il Battaglia. Mettiamo che i 5 miliardi tirati in ballo da Battaglia siano reali. Come la mettiamo con lo smantellamento? Perché una centrale nucleare, una volta che ha terminato il ciclo produttivo va smantellata. E qui si scoprono alcune cose interessanti:
per costruire la centrale nucleare Usa di Maine Yankee negli anni '60 sono stati investiti 231 milioni di dollari correnti. Recentemente questa centrale ha terminato il suo ciclo produttivo e per smantellarla sono stati allocati 635 milioni di dollari correnti. Soltanto per smantellare le quattro centrali nucleari italiane l'International Energy Agency ha stimato un costo pari a 2 miliardi di dollari (fonte)
Anche l'Inghilterra, ad esempio, in questi anni è alle prese con questo problema:
Ma chiudere una centrale è complicato e costoso almeno quanto costruirla: per il "decomissioning" delle centrali britanniche occorreranno 130 anni e molti più soldi di quanto si pensava. Nuove stime sui costi del decomissionamento infatti sono state rese note giovedì 17 luglio dalla Nuclear Decomissioning Authority: per chiudere le centrali inglesi giunte a fine carriera e smaltire le scorie servono 10 milardi di sterline in più rispetto agli ultimi calcoli.
Insomma, penso che per correttezza il professor Battaglia avrebbe dovuto indicare anche i costi di dismissione di queste ipotetiche (speriamo) centrali.
"La differenziata è inutile. Facendola avremmo solo cumuli differenziati di immondizia. Il modo serio di smaltire sono gli inceneritori". Probabilmente sbaglierò, ma se la raccolta differenziata è fatta come si deve, alla fine non abbiamo "cumuli differenziati di immondizia", ma abbiamo cumuli di plastica, cumuli di carta, cumuli di vetro, ecc. Non si tratta quindi di immondizia, ma di materiali che possono essere riciclati o - meglio - riutilizzati. Riguardo alla questione degli inceneritori, invece, mi pare che siano rimasti ben pochi, a parte ovviamente chi ha qualche interesse, a tesserne le lodi. Tra i più critici verso di essi c'è il ricercatore Stefano Montanari, il quale al proposito scrive:
Se li si considera con l’occhio della Scienza, questi impianti [gli inceneritori, ndr] sono addirittura ridicoli nei loro presupposti. La pretesa è quella di eliminare i rifiuti bruciandoli, qualcosa che stride almeno con una legge della Natura da cui non si deroga e di cui abbiamo la dimostrazione inattaccabile fin dal 1786 quando Antoine Lavoisier enunciò il principio di conservazione della massa: nulla si crea e nulla si distrugge. Insomma, se io ho una tonnellata di materiale, rifiuti o altro non importa, comunque lo tratti riavrò, trasformata, quell’identica quantità.
[...]
Bisogna sapere che qualsiasi combustione prevede la formazione di polveri chiamate primarie costituite dagli elementi chimici che entrano nel processo, ma anche la formazione delle cosiddette polveri secondarie nate per la condensazione dei gas prodotti dalla combustione con i gas e le sostanze, principalmente radicali liberi, che si trovano in atmosfera. Queste polveri non vanno solo ad incrementare la massa che fuoriesce ma aderiscono ad inquinanti come, ad esempio, le diossine, i furani, i poli-cloro-bifenili, ecc. che possono anche essere prodotti da fonti diverse dall’inceneritore, e li trasportano per distanze ragguardevoli.
Anche se pochi in Italia ne sono al corrente, mia moglie, la dottoressa Antonietta Gatti, ed io siamo gli scopritori di quelle che ora si chiamano, con un nome coniato da noi, nanopatologie. A dispetto di quel prefisso nano che le rende in qualche modo rassicuranti, si tratta di malattie gravissime come ictus, infarti cardiaci, tromboembolie polmonari, varie forme di cancro, malattie endocrine quali, ad esempio, certe forme di tiroidite e di diabete, alcune malattie neurologiche, aborti, malformazioni fetali, ecc.
Ora, io non so come faccia Battaglia a dire che le emissioni degli inceneritori "sono zero" e "la pericolosità inesistente". E' vero che la relazione causa-effetto tra aumento dei tumori e inceneritori non è ancora stata provata, ma è altrettanto vero che sono più di uno gli studi non certo tranquillizzanti in questo senso.
Insomma, cercando di arrivare a una conclusione, a me le teorie del professor Battaglia (qui trovate una rassegna di suoi articoli), almeno allo stato attuale non convincono per niente.
Si può avere una authority senza politici?
La poltrona di ministro dello sviluppo economico - ricorderete - è stata occupata da Paolo Romani dopo qualche mese dalle dimissioni di Scajola. Ieri, dopo ben 144 giorni, anche il presidente della Consob ha finalmente un nome: Giuseppe Vegas, ex sottosegretario all'economia di questo governo.
Domanda: è mai possibile che a capo di un organismo indipendente (si spera) come la Consob, che ha il compito di vigilare sul mondo della borsa e della finanza, ci debba andare un politico? Non si trovava un libero professionista (un economista, un finanziere, un esperto) svincolato dai palazzi? Possibile che i politici debbano sempre mettere le zampe dappertutto?
Alfano stia pure tranquillo
Il ministro Alfano è preoccupato perché pensa che una eventuale crisi di governo possa interrompere la sfilza di arresti di mafiosi di questo ultimo periodo. Nel mio piccolo mi sento di tranquillizzare il ministro. Ai poliziotti, ai carabinieri e ai magistrati frega un bel niente di chi c'è al governo. Loro lavorano, non fanno chiacchiere, e i mascalzoni continueranno ad arrestarli anche con un altro governo.
Autosbrodolamenti
Ora, intendiamoci, io sono il primo a felicitarmi per i risultati ottenuti dalle forze dell'ordine nella lotta alla criminalità. Quello che vorrei sapere, naturalmente quando Maroni e soci avranno finito di auto-incensarsi, è come il governo ha contribuito a questi risultati.
Aumentando i fondi e gli stanziamenti alle forze dell'ordine? Aumentando gli organici della magistratura? Promulgando leggi più severe per agevolare la caccia ai criminali?
Non si tratta di domande polemiche, intendiamoci. E' solo un po' di sana curiosità.
giovedì 18 novembre 2010
A ogni costo
Qualche giorno fa il fratello di Sarah Scazzi aveva chiesto, inutilmente, a Lele Mora di farlo lavorare in tv. Adesso pensa a un calendario e a una canzone.
Insomma, in qualsiasi modo questa tragedia va sfruttata.
Insomma, in qualsiasi modo questa tragedia va sfruttata.
La raccolta di firme del Giornale contro... cosa?
Grande, e inedita, iniziativa del Giornale: una raccolta di firme contro Saviano! Dopo l'esperienza entusiasmante della precedente raccolta di firme per mandare a casa Fini, che, come è noto, si è infatti dimesso, ecco i paladini della libera informazione partire in quarta con questa strepitosa iniziativa.
Apre le danze il grande Vittorio Feltri, fresco fresco di una sospensione di tre mesi dall'ordine dei giornalisti per tutte le balle raccontate nel famoso caso Boffo, il quale, in questo pregevole editoriale odierno, spara ad alzo zero contro il superpagato scrittore (Feltri, invece, come è noto fa la fame), colpevole di aver detto che la 'ndrangheta sta mettendo robuste e vigorose radici anche al nord.
Ovviamente neppure Feltri, come del resto la stragrande maggioranza di tutti gli altri "giornalisti", poteva sottrarsi al gioco strumentale di fare tutto un minestrone tra ciò che ha detto Saviano e i risultati ottenuti da Maroni (mica dalle forze dell'ordine e dai magistrati) nella lotta alla criminalità.
L'hanno già scritto praticamente tutti in rete, perlomeno quelli che non hanno ancora il cervello completamente atrofizzato, ma la domanda continuo a farmela pure io: cosa c'entrano gli arresti di esponenti mafiosi con l'infiltrazione della mafia al nord? Niente, ovviamente. Sarebbe un po' come affermare che non è possibile che piova perché la signora Pina è uscita a fare la spesa senza l'ombrello. Siamo a questi livelli di demenza. Eppure giornali e tiggì di regime stanno continuando incessantemente a martellarci, pensando evidentemente che siamo tutti una massa di coglioni, con questa plateale panzana e questo surreale accostamento.
Ma torniamo al discorso delle firme. La domanda sorge quasi spontanea: raccogliere le firme per fare che? Per contarsi? Per capire quanti sono i lettori del Giornale a cui Saviano sta sulle balle? Pensano (o sperano) che se riescono a raccoglierne un certo numero Saviano non farà le puntate successive? No, perché a ben vedere, né Feltri nel suo editoriale, né tanto meno Stefano Filippi in quest'altro, spiegano a cosa dovrebbero servire queste firme.
In ogni caso, quando questa pagliacciata sarà finita, si spera che la combriccola del Giornale cominci a raccogliere firme anche contro la Direzione Investigativa Antimafia, la quale proprio ieri, nella relazione semestrale presentata in Parlamento, ha scritto: "La ’Ndrangheta condiziona la vita sociale, economica e politica della Lombardia, stringendo legami con le aziende e infiltrandosi negli appalti pubblici". E ancora: "le cosche hanno messo radici nelle aree più produttive del paese grazie alla «consolidata presenza» di alcuni degli esponenti delle famiglie storiche di ’Ndrangheta. Lo hanno fatto in Piemonte e in Liguria, in Veneto ed in Emilia Romagna ma soprattutto in Lombardia".
E volete sapere cos'ha detto proprio stamattina lo stesso Maroni riguardo alle infiltrazioni mafiose al nord? "E' una realta', purtroppo". Come "una realtà"? E adesso chi glielo dice a Feltri?
Ma certo! Come hanno fatto a non pensarci prima?
Dovevano cercare a sinistra, non a destra i responsabili della strage di Piazza della Loggia! Fortuna che ci sono ancora giornali come Libero a illuminare i magistrati. Altrimenti non saprebbero come fare...
mercoledì 17 novembre 2010
6500 in 2 anni
Lasciamo stare il titolo (da Libero non è che ci si possa aspettare qualcosa di diverso). Ma 6500 boss mafiosi arrestati in due anni significa 3250 all'anno. E poi, se anche proprio la vogliamo prendere per buona, non è il ministro dell'Interno che arresta i boss, ma sono le forze dell'ordine coordinate dalle procure e dai magistrati, i quali emettono gli ordini di custodia cautelare, convalidano i fermi, ecc...
Ma, come al solito, per i lettori di Libero questo e altro.
Sulla laicità (secondo Bersani)
Tra le cose dette ieri da Bersani nella trasmissione di Fazio e Saviano, queste mi sembrano particolarmente condivisibili: "se devo morire attaccato per mesi a mille tubi non può deciderlo il parlamento, perchè un uomo resta un uomo con la sua dignità anche nel momento della sofferenza e del distacco". E ancora: "c’è un modo per difendere la fede di ciascuno, per garantire le convinzioni di ciascuno, per riconoscere la condizione di ciascuno. Questo modo irrinunciabile si chiama laicità".
Ecco, vorrei ricordare a Bersani, qualora per qualche oscuro miracolo dovesse guidare una futura ipotetica compagine di governo, che è ancora ferma, da qualche parte in parlamento, la legge sul testamento biologico. Sarebbe bello che qualcuno ci rimettesse mano alla luce di queste parole.
Ecco, vorrei ricordare a Bersani, qualora per qualche oscuro miracolo dovesse guidare una futura ipotetica compagine di governo, che è ancora ferma, da qualche parte in parlamento, la legge sul testamento biologico. Sarebbe bello che qualcuno ci rimettesse mano alla luce di queste parole.
martedì 16 novembre 2010
Maroni si è arrabbiato con Saviano. Perché?
Maroni non ha digerito per niente le insinuazioni di Saviano, ieri sera, a Vieni via con me, riguardo a presunte collusioni tra mafia e Lega al nord. Vuole diritto di replica e pretende di poter intervenire nella prossima puntata "per vedere se ha il coraggio di dire quelle cose guardandomi negli occhi".
Non entro nel merito della vicenda perché ovviamente non mi compete; dico solo che se Maroni vuole diritto di replica non ci vedo niente di male: Saviano ha detto la sua ed è giusto che anche Maroni faccia altrettanto.
Quello che vorrei far notare è che le collusioni tra la mafia e ambienti politici del nord non sono una novità. Lo disse già pubblicamente lo scorso gennaio Beppe Pisanu (Pdl), presidente della commissione parlamentare antimafia ("A Milano e in Lombardia primeggia la 'ndrangheta"). Non mi risulta che Maroni all'epoca si sia indignato più di tanto.
Anche le successive maxi-operazioni condotte recentemente al nord - celebre quella in cui quest'estate sono stati arrestati 300 esponenti della 'ndrangheta, alcuni dei quali in Lombardia - hanno dimostrato che la mafia si è saldamente insediata in territorio lombardo e non solo.
Scriveva il Corriere il 13 luglio scorso:
Insomma, Maroni ha tutto il diritto di arrabbiarsi, se ritiene che Saviano abbia detto qualcosa di inesatto o di diffamatorio nei confronti della Lega. Dopo, però, passata l'arrabbiatura, potrebbe cominciare a spiegare come è stato possibile che la 'ndrangheta si sia impossessata senza troppe difficoltà di buona parte del nord Italia.
Non entro nel merito della vicenda perché ovviamente non mi compete; dico solo che se Maroni vuole diritto di replica non ci vedo niente di male: Saviano ha detto la sua ed è giusto che anche Maroni faccia altrettanto.
Quello che vorrei far notare è che le collusioni tra la mafia e ambienti politici del nord non sono una novità. Lo disse già pubblicamente lo scorso gennaio Beppe Pisanu (Pdl), presidente della commissione parlamentare antimafia ("A Milano e in Lombardia primeggia la 'ndrangheta"). Non mi risulta che Maroni all'epoca si sia indignato più di tanto.
Anche le successive maxi-operazioni condotte recentemente al nord - celebre quella in cui quest'estate sono stati arrestati 300 esponenti della 'ndrangheta, alcuni dei quali in Lombardia - hanno dimostrato che la mafia si è saldamente insediata in territorio lombardo e non solo.
Scriveva il Corriere il 13 luglio scorso:
Diversi i fermi eseguiti dalla direzione investigativa antimafia del capoluogo lombardo, coordinata dai pm Ilda Boccassini, Alessandra Dolci e Paolo Storari, che ha arrestato Carlo Antonio Chiriaco, nato a Reggio Calabria, direttore sanitario dell'Asl di Pavia, Francesco Bertucca, imprenditore edile del pavese e Rocco Coluccio, biologo e imprenditore residente a Novara. Nell'inchiesta sono indagati anche l'assessore comunale di Pavia Pietro Trivi (Pdl, per corruzione elettorale) e l'ex assessore provinciale milanese dell'Udeur Antonio Oliviero (per corruzione e bancarotta).
Insomma, Maroni ha tutto il diritto di arrabbiarsi, se ritiene che Saviano abbia detto qualcosa di inesatto o di diffamatorio nei confronti della Lega. Dopo, però, passata l'arrabbiatura, potrebbe cominciare a spiegare come è stato possibile che la 'ndrangheta si sia impossessata senza troppe difficoltà di buona parte del nord Italia.