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sabato 4 settembre 2010

Il papa e il posto fisso

Le reazioni, in rete e fuori, alle parole di ieri pronunciate dal papa, sono state tutto sommato prevedibili: "Senza lavoro chi ce le paga le bollette?" e cose simili.

Ratzinger ha detto: "Io so, ricordando la mia giovinezza, che stabilità e sicurezza non sono le questioni che occupano di più la mente dei giovani. Sì, la domanda del posto di lavoro e con ciò quella di avere un terreno sicuro sotto i piedi è un problema grande e pressante. Ma allo stesso tempo la gioventù rimane comunque l'età in cui si è alla ricerca della vita più grande". E ancora: "se penso ai miei anni di allora, semplicemente non volevamo perderci nella normalità della vita borghese. Volevamo ciò che è grande, nuovo. Volevamo trovare la vita stessa nella sua vastità e bellezza".

Ratzinger dice che in gioventù non voleva perdersi "nella normalità della vita borghese". Legittimo, per carità. Anzi, sono convinto che pure la stragrande maggioranza dei giovani d'oggi non lo vorrebbe. Il problema è che forse non possono fare diversamente. La società, infatti, impone dei "ritmi" predefiniti, che sostanzialmente sono gli stessi per tutti: infanzia, scuola e lavoro (forse). All'interno di questi punti, quelli più "bravi" riescono magari a inserire un proprio percorso personale alla ricerca di istanze più elevate, ma altri no.

Non lo so; alla fine, gira e rigira, mi pare che i sostenitori del "come paghiamo il mutuo senza il posto fisso?" non abbiano poi tutti i torti.

5 commenti:

  1. diciamo che vige una sorta di routine di vita.

    Per fare un esempio: un ragazzo va a scuola, poi si fa la cricca di amici, magari si fa casino fino a tardi, ci si ubriaca un po' quindi si trova la ragazza. finita la scuola si va all'università. Magari si cambia di nuovo ragazza. Poi ci si trova l'impiego preferebilmente fisso, quindi c'è il matrimonio seguito, dopo qualche anno, dalla separazione, eventuale divorzio ecc ecc.
    Nel mio caso visto che non ho un ragazzo sono una sgualdrinella poiché una ragazza di 25 anni senza fidanzato può essere solo questo.
    Io ho sempre odiato questa sorta di routine. Ci sono sempre delle variabili e delle combinazioni varie ma la routine è sempre la stessa. Le variabili sono dettate dai soldi che uno ha, dalla famiglia, dal ceto ecc. ma alla fine la libertà di ognuno di noi si riduce a schemi prestabiliti.
    se si esce da questi schemi si viene etichettati o come falliti/e o come asociali/e.

    mi presento mi chiamo Lucia ho 25 anni sono un'asociale (disoccupata).

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  2. poiché una ragazza di 25 anni senza fidanzato può essere solo questo

    Dove sta scritto, scusa?

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  3. non sta scritto da nessuna parte, come non sta scritto da nessuna parte che se non hai un telefonino sei un fallito o una fallita ma così vieni considerata da amici e conoscenti se non hai un ragazzo o un telefonino o altre scemenze simili.
    Non è una legge scritta ma un abitudine consuetudinaria.

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  4. Non è una legge scritta ma un abitudine consuetudinaria

    Diciamo che sono i "valori" e i modelli che la società impone. Questo è vero. Penso comunque che se uno ha dei parenti che ti considerano un fallito o meno a seconda del possesso del telefonino, beh, si possono tranquillamente mandare a cagare e trovare degli amici veri.

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  5. si ma a forza di mandare a cagare parenti e amici si rischia di rimanere da soli.

    Ora vado a fare gli scongiuri. Domani parla Fini e praticamente si deciderà se mandare avanti questo Governo per altri tre anni oppure se c'è la possibilità di creare i presupposti per la crisi di governo.

    io sarei per la seconda ipotesi.
    incrociamo le dita.

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