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giovedì 6 maggio 2010

Quale legge ha la precedenza

Non so se avete ben presente come siamo messi. Facciamo un po' il punto sulla situazione. Dunque, ieri ha tenuto banco la vicenda delle dimissioni di Scajola, il ministro che è riuscito a dire - è difficile da credere anche a distanza di tempo - di non essere a conoscenza del fatto che qualche misterioso benefattore possa aver pagato una quota consistente dell'appartamento con vista sul Colosseo acquistato sei anni fa. Nello stesso giorno, e nel silenzio pressoché totale, viene iscritto nel registro degli indagati un altro pezzo da 90 del Pdl: il mitico senatore Giuseppe Ciarrapico, con l'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. Da segnalare che il galantuomo continua tranquillamente a fare il senatore da alcuni decenni nonostante un paio di condanne definitive e un via vai abbastanza intenso dalle maggiori carceri italiane, ma questo ormai fa parte della normalità (italiana).

A distanza di poco, è arrivata la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati di Denis Verdini. L'accusa, formulata dalla procura di Roma, è di corruzione nell'ambito dell'inchiesta su illeciti negli appalti pubblici, tra cui progetti sull'eolico in Sardegna. Pronta la risposta del deputato: "Non mi dimetto". Così, a beneficio di qualche illuso che potesse aver anche solo pensato a un suo passo indietro. C'è da segnalare che Verdini, per chi si fosse dimenticato, è quel buontempone che alla manifestazione del Pdl in piazza San Giovanni urlò trionfante dal palco: "Siamo un milione!". Poi, vabbé, in realtà erano dieci volte di meno ma non stiamo a guardare il pelo nell'uovo, anche perché nei numeri i berluscones non hanno mai brillato molto. Oltre a questo c'è da segnalare che per l'illustre deputato questa non è la prima iscrizione nel registro degli indagati, ma la seconda. Già nel febbraio scorso, infatti, la procura di Firenze decise di indagarlo con l'accusa di corruzione nell'ambito dell'inchiesta sulla Protezione Civile in cui è coinvolto anche Bertolaso.

Questi sono solo i due casi di questi giorni, ma all'interno della compagine di governo in questi ultimi mesi c'è stato parecchio movimento in questo senso. Ricordiamo - vado a memoria - il ministro Fitto, rinviato a giudizio nel dicembre scorso dalla procura di Bari con l'accusa di corruzione e finanziamento illecito; lo stesso Bertolaso, indagato dalla procura di Roma sempre con l'accusa di corruzione; Nicola Cosentino, di cui la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha chiesto l'arresto per concorso esterno in associazione camorristica, naturalmente negato dalla giunta per le autorizzazioni della Camera. C'è poi il mitico Dell'Utri, senatore già condannato a 9 anni in primo grado dal tribunale di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. Per lui è in arrivo la sentenza d'appello (il procuratore generale di Palermo ha chiesto l'aumento della pena a 11 anni).

Ecco, questo è il quadretto; naturalmente non è esaustivo, ma d'altra parte è difficile tenere a mente tutto. Ora, come sapete, il governo ha in pista un paio di disegni di legge piuttosto importanti: uno è il (tristemente) famoso ddl sulle intercettazioni e l'altro è il meno famoso ddl anti-corruzione, annunciato in pompa magna il primo marzo scorso e poi misteriosamente sparito nei meandri del Parlamento. Ora, alla luce della situazione di cui ho fatto il punto poco sopra (tra parentesi andrebbe ricordate anche che secondo la Corte dei Conti la corruzione costa agli italiani qualcosa come 50 miliardi di euro l'anno), secondo voi quale sarebbe più urgente approvare dei due? Qualsiasi persona dotata del numero minimo di neuroni che consentono di non avere il cervello atrofizzato direbbe il secondo, cioè il ddl anti-corruzione. Sbagliato. Non sarebbe il Pdl, del resto. Infatti abbiamo il ddl intercettazioni che sta scalpitando e correndo a tutta birra, quello anti-corruzione che si avvia invece verso un binario morto. Lo scriveva giusto l'altro ieri il Corriere, segnalando come l'ala finiana del Pdl stia facendo di tutto per dare la priorità al secondo, trovando però l'ostacolo principale - guarda un po' - proprio nei berluscones ("Contrari all'iter veloce" hanno detto).

Qual è la differenza principale tra i due ddl? E' molto semplice: il ddl sulle intercettazioni renderà impossibili le indagini (comprese quelle per corruzione) e metterà il bavaglio alla stampa, che non potrà raccontare più niente; quello anti-corruzione, invece, lo dice la parola stessa. E' abbastanza chiaro, mi sembra, perché il governo spinga per il primo. O no? Per chiarire meglio le idee, vi riporto alcuni estratti di un articolo dell'ottimo Ferrarella apparso giusto ieri sul Corriere. Titolo: "Con la nuova legge neppure una riga". Penso che abbiate capito il succo. Cito qui di seguito solo un paio di estratti (il neretto è mio):

Cosa c’entrano le intercettazioni con il caso Scajola? Niente: alla base della sua vicenda non ci sono microspie, ma solo assegni bancari e dichiarazioni di testimoni, atti peraltro tutti non più coperti da segreto perché depositati al Tribunale del Riesame. Eppure, se fosse già in vigore la legge proposta dal ministro Alfano sulle intercettazioni, gli italiani nulla saprebbero ancora della casa di Scajola. E nulla gli italiani ancora saprebbero perché nulla i giornali avrebbero potuto scriverne in questi 12 giorni, e ancora fino a chissà quanti altri mesi. Al contrario di quello che i promotori della legge raccontano, e cioè che con essa intendono impedire la pubblicazione selvaggia di intercettazioni segrete, l’attuale testo in discussione alla Commissione Giustizia del Senato vieta, con la scusa delle intercettazioni, la pubblicazione — non solo integrale ma neanche parziale, neanche soltanto nel contenuto, neanche soltanto per riassunto — degli atti d’indagine anche se non più coperti dal segreto, e questo fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza.
[...]
Per dare un’idea dell’impatto, i quotidiani nazionali, con quello che hanno pubblicato di vero e di più non segreto in questi 12 giorni, rischierebbero già 4/5 milioni di euro, e i loro cronisti oblazioni già per 60 mila euro a testa (sempre che il giudice non ritenga, a motivo della gravità del fatto, di negare l’oblazione e avviare il giornalista a un processo che potrebbe concludersi con la condanna a 2 mesi di arresto per ogni pubblicazione arbitraria).

Insomma, avete capito che cos'è in realtà il ddl intercettazioni, vero? Avete capito l'immane presa per il culo quando ci vengono a raccontare che lo fanno per la nostra privacy, per difendere il nostro diritto alla riservatezza?

Da un certo punto di vista io sono tranquillo. Sono infatti convinto che se anche Napolitano firmasse una roba del genere (e non è da escludere, visti i precedenti), tutto l'impianto resterebbe legge il tempo necessario perché arrivi davanti alla Consulta, dopodiché ci penserà lei a farlo a pezzi come ha già fatto coi vari lodi Schifani prima e Alfano poi.

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