La cosa, per la verità, era scontata fin dal principio, visto che gli esperti di diritto costituzionale avevano già bollato come incostituzionale il legittimo impedimento, varato nei giorni scorsi dal governo per permettere al premier di sgattaiolare via dai suoi processi.
Il primo a portare la questione all'attenzione della Corte Costituzionale è stato Fabio De Pasquale, pm nel processo che vede imputato Berlusconi a Milano con l'accusa di frode fiscale per le presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv di Mediaset. In particolare, secondo il magistrato, la legge firmata da Napolitano violerebbe gli articoli 101 e 138 della carta.
A questo punto può darsi che sia inutile anche il referendum abrogativo indetto da Di Pietro. Nel senso che, prima, ci penserà probabilmente la Consulta a spazzare via l'ennesima legge-vergogna.
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