Forse questa è la volta buona. D'altra parte il 3 è notoriamente il numero perfetto, e quindi non si vede perché questa volta debba fare eccezione. Se ieri avete seguito un po' i fatti della giornata vi sarete sicuramente accorti che c'è stata un po' di bagarre sul tema della caccia. Cosa è successo? Per farla breve, il governo ha approvato, per ora solo al Senato, un emendamento all'art. 38 della legge Comunitaria. L'articolo in questione è quello che prevede che i calendari venatori "possano essere modificati nel solo senso di riduzione del periodo di attività venatoria e devono essere comunque contenuti tra il primo settembre e il 31 gennaio". Cioè, detto in soldoni, i termini temporali della stagione venatoria per alcuni mammiferi rimangono quelli attualmente in vigore; l'emendamento incriminato, quello che ha scatenato il putiferio, dà però facoltà alle regioni di regolarsi a piacimento per altri mammiferi e uccelli migratori.
Ovviamente le associazioni ambientaliste, ma non solo, non hanno preso bene questa decisione. In primo luogo perché con un colpo di mano sono stati ignorati i già noti pareri negativi del Ministero dell’Ambiente e dell’ISPRA, l’autorità scientifica nazionale che si occupa della materia; senza contare quelli, pure questi già precedentemente espressi, delle commissioni competenti della Camera e dello stesso Governo. E ciò è dimostrato dal fatto che pure Stefania Prestigiacomo, ministro dell'ambiente di questo governo, ha parlato di "colpo di mano del Senato". A questo punto c'è da chiedersi per quale motivo il governo abbia deciso, in maniera così repentina, per la caccia no limits. Che voglia ragranellare una manciata di voti dai fanatici delle doppiette? (sapete com'è, le regionali sono alle porte).
Tra l'altro va ricordato, a proposito del numero 3 di cui parlavo sopra, che questo è il terzo tentativo di questo governo di liberalizzare, con modalità più o meno simili, la caccia. E' già accaduto a marzo dell'anno scorso e a maggio - per fortuna tutto è finito in un nulla di fatto. Occorre poi ricordare, a volte qualcuno se lo fosse dimenticato, che sempre questo governo aveva messo in campo, a marzo, l'idea di dare il fucile in mano ai sedicenni. Mi sembra che il cerchio si sia chiuso.
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