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mercoledì 11 giugno 2008

Voglia di visibilità (e di stupidità)

Cos'hanno in comune i due recenti episodi accaduti a Torino e Milano? Beh, in primis direi l'incoscienza e le zucche vuote, seguite a ruota dalla voglia di farsi notare, di essere visibili. Già, essere visibili: un bisogno irrefrenabile di dire al mondo "oh, guardate che ci sono anch'io, possibile che non ve ne accorgiate?".

La prima domanda che mi sorge spontanea è quale sia il motivo di questo bisogno. Uno psichiatra alla Andreoli o Crepet saprebbe subito come rispondere: l'importanza dell'apparire nella nostra società, l'esistere perché si è visibili (mai il contrario?), i valori che se ne vanno allegramente a ramengo, il ben noto disagio giovanile (sempre utile in questi casi), ecc... Scusate, ma è mai possibile che la tranquilla vita vissuta nell'anonimato non interessi più a nessuno? Vabbé, questi sono casi limite, si dirà. Certo, casi limite, magari (volutamente ) pompati, ma indubbiamente sempre più frequenti. E se si va a chiedere ai responsabili il motivo di queste bravate, la risposta è quasi sempre quella: "Ci annoiavamo...". Ma come si fa ad annoiarsi a 14/15 anni?

Bene, oggi esiste lo strumento perfetto per poter combattere la noia e allo stesso tempo soddisfare questo bisogno di popolarità: internet. Uno accende il telefonino, fa un clip e lo mette nel calderone youtube. Ma siccome lo fanno tutti, e quindi è altamente improbabile che qualcuno se ne accorga, ecco che è necessario ricorrere al gesto eclatante, alla cretinata plateale. Devastare scuole comincia a essere uno stratagemma abusato, si corre il rischio che non faccia più notizia, e quindi si ricorre alle percosse al ragazzo down, alla devastazione di un bosco, alla crudeltà e al sadismo sugli animali e, come avvenuto appunto l'altro ieri, al fucile ad aria compressa da utilizzare contro il tram. Tutto fa brodo.

Se poi magari qualcuno ci rimette un occhio, pazienza. Anzi meglio: in questo modo la bravata non correrà sicuramente il rischio di passare inosservata.

6 commenti:

  1. Ciao Andrea, sto facendo un sondaggio sul mio blog su "Ici SI oppure NO" mi farebbe piacere avere la tua partecipazione. (Speriamo che i risultati raccolti facciano meditare i Sindaci e il governo...) GRAZIE INFINITE. Buona giornata da Tiziano :-))

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  2. Andrea@ "Scusate, ma è mai possibile che la tranquilla vita vissuta nell'anonimato non interessi più a nessuno?"

    Ottima domanda. Me lo chiedo sempre anch'io. Oltretutto questa domanda potrebbe dare luogo a tantissime riflessioni riguardanti anche il fatto che, spesso, chi ha "visibilità" non è affatto più contento o più sereno di chi non ne ha, ma, al contrario, è più infelice.

    Sarebbero discorsi lunghi, ma ci siamo capiti.

    Saluti

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  3. @ tiziano: Ottima idea quella del sondaggio. Noto che la maggior parte degli interpellati si è espressa in modo contrario alla sua abolizione temendo "rivalse" alternative dei comuni (come è già successo).

    @ romina: Ottima riflessione. La serenità non è per forza direttamente proporzionale al grado di "visibilità", ma, come ci dice sempre più spesso anche la cronaca, è semmai il contrario.

    Ciao.

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  4. diversi anni fa, nel mio provincialissimo paese se andavi in giro con il telefonino venivi preso in giro. Oggi ti prendono in giro se vai in giro senza.
    I ragazzi di oggi li conosco bene, ho avuto a che fare con loro diverse volte, ne ho aiutati alcuni a fare i compiti, a studiare. Difficile usare le statistiche o generalizzare troppo ma una cosa è comune in loro, la mancanza di senso del tempo e dello spazio. Per loro il telefonino è un apparecchio che è sempre esistito e il cui fine è quello di mandare sms e fotografare qualche cosa di insolito, di clamoroso di bello, di brutto e poi di condividerlo su youtube.
    Ci sono i casi però in cui non si trova qualcosa da immortalare e quindi occorre in qualche modo creare questo qualche cosa. Molte ragazzini, dal cervello atrofizzato, si lanciano in gare a chi fa più danni e poi li fotografa. La loro stessa vita è tutta protratta a parlare di ovvietà o di banalità, di fotografare qualche cosa di particolare o di fare danno. Loro lo chiamano cazzeggio. questo cazzeggio la dice lunga sul livello desolante della vita di queste persone.
    il telefonino, questo oracolo, viene usato come una telecamera per riprendere il grottesco, lo scabroso o il drammatico.
    alcuni mesi fa un uomo è stramazzato a terra colto da un infarto qui vicino casa, subito una folla tutta intorno a fotografare, a vantarsi di aver visto un uomo cadere, e qualche ragazzina a sghignazzare come se avesse visto un film comico.
    Abbiamo dovuto alzare la voce e mendicare la chiamata di un'ambulanza. Ho minacciato anche denunce per omissione di soccorso, provocando commenti desolanti e agghiaccianti tra la gente presente ("tanto è vecchio chi se ne frega se muore", "lasciatelo lì devo finire di fotografare", "lo conosco, beveva troppo se l'è cercato")
    quasi tutti ragazzi, molti giovani, qualche trentenne.
    e queste sono le nuove generazioni? e quelle vecchie idem, non fotografavano ma andavano oltre, come se steso in terra ci fosse un piccione e non un uomo.
    Enzo Flaiano disse alcuni anni fa:

    "i vecchi si ripetono, i giovani non hanno niente da dire".

    aveva ragione. E pensare che un giorno questi "ragazzi" diverranno politici, economisti, lavoratori...
    meglio non pensarci.

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  5. Adal, grazie della testimonianza. Che dire di più? Tendenzialmente non sono per la demonizzazione a priori del telefonino: sono semmai per la demonizzazione di chi lo usa in questo modo.

    A mia figlia più grande, Michela, che ha appena terminato la prima media, abbiamo comprato il primo telefonino adesso, anche perché era rimasta l'unica della sua classe a non averlo (le conseguenze le puoi immaginare).

    L'altra mia figlia, Francesca, che invece ha appena terminato la quinta elementare, non ce l'ha, e anche a lei lo compreremo quando terminerà la prima media. Preciso che in quinta elementare solo lei e altre due compagni non ce l'hanno, e questo la dice lunga su molte cose.

    A Michela, prima di comprarglielo, abbiamo comunque fatto un bel pistolotto, in particolare riguardo a cosa ci può fare e a cosa non ci può fare. Le abbiamo concesso un piccolo budget mensile che deve gestirsi in modo autonomo e le abbiamo spiegato che in qualsiasi momento, a nostra discrezione, potremo andare a controllare cosa ci tiene sopra.

    Probabilmente siamo stati fin troppo rigidi, ma queste sono le regole che abbiamo dettato. E sono convinto che se molti genitori facessero lo stesso, molte delle cose che la cronaca ci racconta si potrebbero evitare.

    Ciao.

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  6. preciso che non intendo demonizzare il telefonino. questi è solo uno strumento e come tale può trovare diversi utilizzi. Può essere usato per salvarsi la vita se ci si perde in un bosco, per chiedere soccorso, o anche per fare foto o riprese video di dubbio gusto.
    Io stesso possiedo un telefonino e raramente lo lascio acceso quando sto in casa. L'unico uso che ne faccio riguarda quello per cui è stato creato.
    A mio avviso tuttavia non bisogna esagerare. Mio cugino, che ora ha 16 anni, si è comprato da poco il suo decimo telefonino. Il primo gli fu fatto quando aveva 8 anni perché i genitori volevano sapere sempre dove si trovasse.
    io quando avevo 8 anni non avevo il telefonino perché non esisteva, come non esisteva internet, mentre i pc erano aggeggi dal costo esorbitante. La banale scusa per fare il telefonino ai propri figli è per una questione di sicurezza, per sapere sempre dove si trovino.
    Potrebbe anche darsi che questi possa essere utile in tal modo, tuttavia è bene chiarire che possederne uno non allontana ogni pericolo.

    ricordiamoci di quando questi strumenti non c'erano ancora e non deleghiamo la nostra responsabilità a questo strumento, che spesso viene usato malissimo

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