Dunque, secondo il De Mauro il termine "antiveritativo" non esiste, e neppure secondo il Garzanti della lingua italiana. Giuliano Ferrara (foto), il direttore del quotidiano Il Foglio, ha utilizzato ieri questo (inesistente) aggettivo per definire la televisione: televisione che tra l'altro egli stesso fa. E lo ha fatto nel tentativo di giustificare il suo rifiuto di confrontarsi pubblicamente in tv con Pannella sul tema dell'aborto.
Pannella, come al solito, si è inviperito - a mio avviso superando anche il limite - prendendosela praticamente con tutto il mondo (non bastava prendersela con Ferrara?). A margine di tutto questo, e pur non condividendone i toni, sono comunque fondamentalmente d'accordo con il leader radicale quando difende la famosa 194, della quale è tra l'altro anche un po' papà.
Ma quello che mi lascia un po' perplesso sono le argomentazioni addotte da Ferrara per giustificare il suo forfait dal confronto con Pannella. Sempre dal Corriere:
"Caro Pannella, questa mattina hai fatto una tremenda scenataccia in tv, a Raiuno, perchè non ho accettato di discutere con te di aborto. Duilio Giammaria e la sua collega Elisa Ansaldi erano sconcertati dalla tua violenza verbale. Io invece la capivo. Hai dato scandalo perchè pensavi che io rifiutassi di parlare con te della questione decisiva che ci divide aspramente. Ma non è così, e te lo spiego. Io non discuterò della vita umana, come se fosse un'opinione, con alcun candidato in tv. La tv è antiveritativa [antiveritativa?]. Un bel mezzo per comunicare, rispettabile e fatto da persone rispettabili, tra cui io stesso fino a ieri. Ma sul ponte di Messina o sull'Ici valgono le opinioni, sulla vita umana e l'amore vale la solitaria e pubblica ricerca della verità".
Ecco, queste sono alcune delle motivazioni addotte da Ferrara. E, sinceramente, alcune non le capisco. Perché, ad esempio, discutere di vita umana in tv non va bene e in teatro sì? Scusate, ma non siamo sempre qui a lamentarci della tv spazzatura, grande fratello e compagnia bella? Io trovo che un dibattito serio tra posizioni contrastanti, su una materia così delicata, avrebbe fatto solo bene: sia alla tv che a tutte le persone che magari hanno le idee confuse in materia e a cui avrebbe fatto piacere approfondire un po' la cosa sentendo diverse campane.
Non è lo stesso Ferrara a dire, riferendosi al mezzo televisivo: "Un bel mezzo per comunicare, rispettabile e fatto da persone rispettabili, tra cui io stesso fino a ieri." Cosa c'entra il teatro? Chi ha delle valide idee da sostenere non è logico che lo faccia in modo che più persone possibili ascoltino ciò che ha da dire? Nel terzo millennio, in piena epoca tecnologica, chi vuole trasmettere e far conoscere le sue idee lo fa a teatro?
E poi cosa c'entrano le opinioni sul ponte di Messina e l'ICI con l'aborto? Le opinioni si hanno (e sarebbe meglio averle) su tutto. Perché l'aborto, la vita umana e l'amore non possono essere oggetto di opinione? Ho l'impressione che Ferrara faccia il furbo. Lui, in preda a un evidente crisi mistica, dice di essere alla ricerca della verità assoluta sulla vita umana e l'amore: beh, speriamo che ci avvisi quando pensa di averla trovata.
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