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domenica 30 settembre 2007

Domenica con Crazy Kong


Forse qualcuno di voi (in particolare chi viaggia verso gli "anta") riconoscerà il videogioco nell'immagine qui sopra. Si tratta di Crazy Kong, una specie di clone del più noto Donkey Kong, uno dei più famosi giochi arcade che agli inizi degli anni '80 impazzavano nelle sale giochi (delle quali ero all'epoca assiduo frequentatore).

Molti di questi sono stati poi "adattati" grazie ad appositi emulatori (i famosi mame) a girare sui normali pc attualmente in circolazione. Beh, stamattina ho trovato su un vecchio cdrom alcuni di questi che avevo scaricato da internet qualche anno fa assieme all'emulatore, e ci ho passato due buone orette.

In fondo è domenica anche per me.

:-)

sabato 29 settembre 2007

Bachi e citazioni

Paolo Attivissimo sulla nota questione del baco di Excel 2007:

"...come mai un programma a pagamento, prodotto supportato da un'azienda che incassa utili per oltre 1 miliardo di dollari al mese, fa una cosa di questo genere, mentre programmi gratuiti e sviluppati dagli smanettoni (come Openoffice.org, Gnumeric e altri) non la fanno? Oppure ci sono altri bachi, magari meno spettacolari ma anche peggiori, nei programmi alternativi?"

Beh, non avrei saputo dirlo meglio.


(via
Disinformatico)

"Lavorare" un giorno soltanto

Alzi la mano chi non ha mai desiderato lavorare un giorno solo e prendere lo stipendio per tutta la vita. Nell'intricato labirinto dei privilegi e dei benefit di cui gode l'allegra brigata dei nostri parlamentari succede anche questo.

Ovviamente si tratta di casi limite (limite della sopportazione, verrebbe quasi da dire), ma se penso che lo stipendio a vita che prendono questi signori (per aver "lavorato" un giorno) equivale più o meno al mio (che sono 20 anni che mi alzo alle tre di notte, e probabilmente dovrò farlo per altri 20), un pò di giramento di scatole penso sia legittimo.

O no?

(via Giornale)

venerdì 28 settembre 2007

Windows Xp in vendita fino a giugno

Il sistema operativo Windows Xp, di cui inizialmente Microsoft aveva previsto lo stop della commercializzazione a gennaio 2008, sarà invece regolarmente disponibile nei negozi fino a giugno, per decisione dei vertici della software house di Redmond.

La notizia è riportata da The Register in questo articolo. La decisione è giustificata da Mike Nash, vice presidente di Microsoft, con la necessità di rispondere alla domanda di una notevole mole di utenti che chiedono più tempo prima di poter effettuare l'upgrade al nuovo parto di zio Bill.

In realtà, stando a quanto si legge in rete, la decisione sarebbe in buona parte frutto della sostanziale "immaturità" e inaffidabilità del nuovo Vista, aspetti questi che fanno pendere - almeno dal punto di vista degli utenti - la bilancia costi/benefici dell'upgrade nettamente a favore dei primi. Molti vedono la scelta di Microsoft come obbligata e come eloquente indicatore dell'andamento di Vista sul mercato.

Altra probabile causa che ha indotto i vertici aziendali di Redmond a prolungare la permanenza di Xp sugli scaffali, potrebbe essere data dalla non marginale quota di utenti che una volta acquistato il pc nuovo con su Vista chiedono il downgrade a Xp. Questa possibilità è concessa da Microsoft ai vendor pc, e le varie aziende non ci hanno messo molto ad adeguarsi. Fujitsu, Hewlett-Packard, Lenovo, Dell, sono solo alcune delle aziende produttrici che, seppure con diverse modalità, offrono la possibilità agli acquirenti di recedere da Vista a Xp. Tanto che molti vedono già Xp come la più valida alternativa a Vista.

Insomma, l'impressione generale, alla luce di quanto sopra, è quella che con Vista zio Bill abbia voluto fare il passo più lungo della gamba, pagando così adesso il prezzo derivato dall'aver immesso sul mercato un prodotto "acerbo", e per di più con un elenco di periferiche che ancora non girano sul nuovo SO piuttosto lungo. Un sistema pesante, che obbliga la maggior parte degli utenti che desiderano provarlo a un poderoso aggiornamento dell'hardware, se non addirittura all'acquisto di un pc nuovo.

E - ormai è noto - l'utente che è "costretto" a fare qualcosa in genere cambia aria.

Birmania (piccolo post per chi pensa che forse un pò ce ne debba fregare anche a noi)

La Birmania è un paese lontano da noi, sia geograficamente che culturalmente. Può darsi addirittura che molti, vedendo le immagini in tv o in rete di ciò che sta succedendo adesso, come prima cosa si siano chiesti dov'è, oppure quale sia il motivo di tutto questo casino. Oppure non si siano neanche posti il problema e abbiano cambiato canale.

E' normale, tutto sommato. In fondo si tratta di uno di quei paesi che su National Geographic o sui vari inserti vacanzieri allegati ai quotidiani viene presentato con immagini di panorami naturali mozzafiato e bellissime facciate di templi buddisti con tanto di bonzo in primo piano intento alla preghiera e alla meditazione. Immagini tranquille e pacificanti che nascondono quello che è in realtà questo paese e che quindi evitano che ci sia interesse (che non sia puramente turistico) attorno a ciò che succede al suo interno.

Beh, di tranquillità, in realtà, in Birmania ce n'è ben poca. E oltretutto si tratta di una tranquillità "imposta" dal regime militare che governa (governa?) il paese. Eh già, perché la Birmania, assieme ad altri, fa parte di quella cerchia di paesi in cui non ci si può permettere il lusso di dibattere come da noi sulle varie accezioni che si possono attribuire alla parola "democrazia". Per il semplice fatto che di democrazia là non ce n'é. C'è un'occupazione militare a capo della quale ci sta un signore (questo) che decide per tutti: decide le leggi, quali sono i giornali che possono scrivere, cosa possono scrivere, come bisogna comportarsi, cosa è giusto fare e cosa è giusto no, chi può entrare e uscire dal paese, le cose che il mondo fuori da lì deve sapere oppure no.

Una situazione questa che tra alti e bassi e con diverse modalità si trascina dagli inizi degli anni '60, ma della quale, sostanzialmente, non è mai fregato niente a nessuno: né all'ONU né tantomeno agli "esportatori di democrazia", impegnati a dirottare i loro sforzi bellici in paesi con ben altre peculiarità (sostanzialmente quelli in cui basta infilare un dito nella sabbia per vedere sgorgare il petrolio).

Come capita spesso in queste situazioni, però, la sopportazione ha un limite, e perfino i tranquilli monaci buddisti birmani possono (giustamente) rivendicare il loro diritto ad averne le scatole piene. Ecco quindi i casini di questi giorni: rivolte, militari che sparano ad altezza uomo, caccia e rastrellamenti di giornalisti per impedire che fuori da lì si venga a sapere cosa sta succedendo (i militari a tal fine stanno anche tagliando tutte le connessioni internet), blitz armati direttamente all'interno dei monasteri con tanto di pestaggi e deportazioni di "pericolosissimi" monaci. Che poi alla fine sono quelli che più impauriscono, perchè, come scrive Repubblica, "Non hanno nulla, non temono nulla e per questo la loro protesta spaventa il regime".

La comunità internazionale, com'era prevedibile, si è subito prodigata per tentare di dare a vedere che della vicenda gli frega qualcosa di fare qualcosa: i rappresentanti degli stati membri della UE, riuniti a Bruxelles, hanno ad esempio deciso di "inasprire qualche sanzione" (?), mentre la Casa Bianca "ha ufficialmente annunciato che l'amministrazione americana d'ora in poi userà solo i nomi Birmania e Rangoon invece che Myanmar e Yangon imposti dalla dittattura militare" (^^). Ma ciò che sicuramente darà una svolta positiva e risolutrice a tutta la situazione sarà la forte e dura presa di posizione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ha gentilmente invitato la giunta militare al potere (che si sta rendendo responsabile di veri e propri massacri di civili) "alla moderazione".

Aspettiamo a questo punto con ansia il prossimo comunicato che, molto più incisivamente, intimi ai militari di non fare troppo i cattivi...

giovedì 27 settembre 2007

Telegiornale da... gatti

Domenica sera Sissi è rimasta per circa 1/4 d'ora davanti alla tv a guardare il tg2:



Domani voglio provare a farle vedere Emilio Fede...

:-)

Pensionato ruba per fame. Bufala o realtà?

La notizia ieri mattina era riportata su quasi tutti i quotidiani in edicola, e anche le versioni online non si sono risparmiate. La storia, avrete capito, è quella del pensionato cagliaritano scoperto a rubare un pezzo di formaggio e un pacco di pasta. Non un ladro abituale, ma un "principiante" (proprio perché era la prima volta che lo faceva), costretto a rubare per fame perché con la misera pensione di artigiano la fine del mese era una meta irraggiungibile.

Ovviamente sono storie queste che danno da pensare e sulle quali c'è poco da scherzare (chi si reca quotidianamente a fare la spesa sa cosa voglio dire). Ma non è questo il punto di cui volevo parlare.

Dopo che la notizia ha fatto il giro dei quotidiani, della rete e dei telegiornali, ieri sera Repubblica (una delle tante testate che avevano riportato la notizia) pubblica un articolo (qui) che ha tutta l'aria di essere una specie di smentita della storia stessa.

In pratica, secondo il noto quotidiano, non si troverebbe più traccia del pensionato, tra l'altro ricercato anche dalle persone che avevano deciso di collaborare alla catena di solidarietà per aiutarlo. Non solo: non si troverebbero neppure i titolari del fantomatico negozio di alimentari che avevano perdonato il povero pensionato dando inizio alla catena di solidarietà. Neppure sul sito del quotidiano Unione Sarda, fonte presa come riferimento da molti dei quotidiani che hanno riportato la storia, iera sera c'era traccia della notizia.

"Emerge [...] qualche particolare che getta ombre sulla ricostruzione di quanto sarebbe avvenuto, e perfino dubbi sulla stessa veridicità dell'episodio", riportava eufemisticamente ieri sera Repubblica nell'articolo che ho linkato sopra.

Un modo elegante per dire che probabilmente si tratta di una delle maggiori cantonate di massa prese dagli organi di informazione in questo ultimo periodo.

mercoledì 26 settembre 2007

Phishing Poste.it, ancora più subdolo

Il messaggio che vedete qui sotto l'ho trovato ieri nella spamfolder della mia webmail:




E questo dovrebbe essere il fantomatico Smartphone che ho vinto:




Questa e-mail è in circolazione da circa 48/72 ore, come riportato anche da PI, ed è la nuova variante dell'ormai sterminata varietà di messaggi truffaldini inviati apparentemente da Poste.it (che in realtà, lo ripeto, non c'entra niente).

Oramai in queste trappole non dovrebbe cadere più nessuno (perfino negli uffici postali sono affissi avvisi di allerta in merito), ma questa ha due elementi nuovi rispetto alle precedenti che potrebbe indurre i più "distratti" a restarne vittime: (1) il premio, (2) la scadenza temporale entro la quale inserire i dati pena la sua perdita.

Come sempre, occhi aperti.

Grillo e V-Day, anche la Chiesa dice la sua

Nel variegato ed eterogeneo campionario di coloro che, nel bene o nel male, hanno parlato di Grillo dopo l'8 settembre, mancava ancora una voce: quella della Chiesa. Non che la cosa fosse fonte di preoccupazione (almeno da parte mia), per carità, ma, visto il ritmo con cui si susseguono le esternazioni delle alte sfere ecclesiali su ogni aspetto delle questioni che riguardano la società (fecondazione assistita, eutanasia, politica, tasse, ecc...), questo silenzio avrebbe potuto generare qualche perplessità.

Bene. A colmare la lacuna ci hanno pensato ieri l'Avvenire e mons. Betori. Il primo con due articoli (questo e questo) intrisi di luoghi comuni e di concetti già ampiamente sentiti e risentiti dai detrattori di Grillo, e il secondo (Betori) con questa bella uscita tramite la quale afferma che "i Vescovi non hanno intenzione di cavalcare l'onda dell'antipolitica", dimenticando che l'antipolitica non la fa Grillo ma semmai quelli che stanno dentro il palazzo (coi quali mi pare che i vescovi "cavalchino" eccome, invece).

Ma non mi voglio dilungare eccessivamente su quanto dice (legittimamente, ci mancherebbe) Betori. Analizzo solo due o tre passaggi del primo dei due scritti pubblicati dall'Avvenire, che non mi vedono molto d'accordo.

Davide Rondoni, l'autore dell'articolo ("Se il comico diventa banale rivela che non sa tenere la scena"), si lancia in tutta una serie di considerazioni sulla banalità, scontatezza, prevedibilità e modestia di una battuta che avrebbe fatto lo stesso Grillo su Ratzinger. Battuta che tra l'altro mi sono dovuto cercare, perché l'Avvenire, seguendo una riprovevole tendenza comune a molti media, non solo non riporta, ma addirittura non linka neppure (ma è così difficile mettere un link?). Googlando un pò, comunque, ho trovato la famosa battuta, che dovrebbe essere questa:
"Non voglio parlare male del Papa che ormai è un amministratore delegato tedesco che gestisce due milioni di lavoratori in nero".
Ecco qua: questa è la terribile battuta (che ovviamente va presa per quello che è, vista la fonte) che ha fatto infuriare il Rondoni, il quale, oltretutto, non si accorge (non si accorge?) che l'articolo che ha scritto è infarcito delle stesse banalità, scontatezze e cose già strasentite e note che attribuisce a Grillo. Ma - e questo è sacrosanto - ognuno ha il diritto di scrivere quello che vuole, almeno finché resta nell'alveo dei pensieri personali e delle proprie idee. Il discorso cambia un pochino quando da questo alveo si esce e si cominciano a sparare castronerie che non stanno né in cielo né in terra. E di alcune di queste il Rondoni ci ha ampiamente deliziato. Vediamo:
"Un comico divenuto famoso grazie alla tv (governata dai partiti) e poi da questa esiliato per aver dato del ladro a chi gli passava un cachet non proprio da fame."
Beh, che dire? Fa piacere sapere che Rondoni sia a conoscenza dell'importo del cachet di Grillo quando, addirittura alla fine degli anni '70, faceva trasmissioni tipo Luna Park o Fantastico. Manca solo che pubblichi i suoi 730 di quel periodo con dati e cifre, ma si sa, all'Avvenire i link e i riferimenti sono qualcosa di molto aleatorio. In ogni caso, a prescindere dalla lottizzazione politica della Rai (che c'è tuttora), il cachet di Grillo era comunque una cosa concordata tra le parti, a differenza dell'8 per mille che riceve la Chiesa Cattolica dai contribuenti italiani: 8 per mille per una larghissima percentuale versato invece inconsapevolmente dai suddetti contribuenti.
"Segue, dunque, campagna anti-tv e antipartiti. Per poi godere oggi, proprio grazie a tv e partiti, di una strabordante popolarità."
Strabordante popolarità "grazie a tv e partiti"? Forse Rondoni dimentica che Grillo è dal 1986 che non mette più piede in tv, allontanato da quando si permise di dare del ladro a Craxi, allora Presidente del Consiglio. Penso che non ci sia nessuno (tantomeno Rondoni) che non sappia che l'allontanamento dalla tv equivale automaticamente e inesorabilmente al dimenticatoio (a riprova basta vedere quello che la gente è disposta a fare pur di andarci). Grillo la notorietà l'ha mantenuta sfruttando canali paralleli alla tv, quali l'intensa e costante attività live in teatri e palazzetti e l'uso intelligente della tanto vituperata internet, la "terribile" internet, che un giorno sì e l'altro pure i nostri politici cercano con ogni mezzo di mettere a tacere (succede sempre così: quando una cosa non riescono a imbrigliarla e a piegarla al loro volere cercano di farla tacere).

Insomma, a mio giudizio Rondoni avrebbe controbattuto in modo migliore e più efficace alla provocazione di Grillo semplicemente ignorando la battuta. Non perché non fosse suo diritto replicare, anzi, ma perché così facendo ha contribuito a dare ancora più visibilità a una battuta (se vogliamo anche modesta) che più di quello non è.

Io sono uno di quelli che è andato a firmare perché la proposta di legge popolare di cui si è fatto portavoce Grillo sia presentata e discussa in Parlamento. Dopo tutto quello che ho sentito a partire dall'8 settembre in poi, comprese le prese di posizione di Betori e stampa affiliata, sono sempre più convinto di aver fatto cosa giusta. L'unica cosa che mi rincuora un pò è che, fortunatamente, anche all'interno della Chiesa stessa, anche se molto più in basso, c'è qualcuno più lungimirante di Betori e soci.

martedì 25 settembre 2007

Utente 1 - Windows 0

Il giudice del tribunale di Puteaux (Francia), che ha riconosciuto il diritto di un utente al rimborso di un Windows inutilizzato, preinstallato sul laptop Acer appena acquistato, deve essere stato sicuramente ispirato dall'aria che tira in Europa in questo periodo nei confronti di Microsoft.

La storia dell'intraprendente Antoine G. è riportata anche da Le Monde (qui), ed è una di quelle a cui ormai siamo abituati, questa volta però con un epilogo diverso dal solito.

Ovviamente - avrete capito - sto parlando dell'annosa questione dei software Microsoft preinstallati sui pc in vendita nei negozi, argomento del quale ho parlato spesso in passato (ci ho anche avuto a che fare); in pratica quello che forse è la massima rappresentazione del monopolio di zio Bill nell'ambito dei software per pc (non sto a spiegare nuovamente tutti i termini della questione, chi vuole approfondire può dare un'occhiata qui).

Per rendersi conto della situazione è sufficiente andare in un qualsiasi negozio di computer e dare un'occhiata al sistema operativo preinstallato in quelli esposti in vendita. Il bello è che il diritto al rimborso di un Windows non utilizzato è espressamente previsto da Microsoft nel suo contratto di licenza. Uno di quei casi in cui tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.

I pochi utenti che hanno infatti provato a far valere questa clausola del contratto, hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per vedersi riconosciuto il diritto a non trovarsi Windows tra i piedi se non lo si desidera, e molti hanno anche rinunciato.

Speriamo che la sentenza di questo tribunale faccia rumore e sia la prima di una lunga serie. Per ribadire il sacrosanto diritto di ogni utente a non dover pagare per qualcosa che non si vuole.

lunedì 24 settembre 2007

Il blog visto da Mastella (considerazioni varie sui blog)

Clemente Mastella (foto) è sicuramente l'uomo politico del momento. Tutti, nel bene o nel male, ne parlano (specialmente ora, in seguito alla nota vicenda della richiesta di trasferimento dei magistrati titolari dell'inchiesta "Why not").

Qualche tempo fa ha aperto un blog, questo, usato sostanzialmente per rispondere alle bordate lanciategli da Beppe Grillo. Come ogni blog di una certa notorietà è ovviamente subissato di commenti, che si possono grosso modo suddividere in tre categorie: a favore, contro, maleducati. Mastella accetta anche i commenti anonimi, in tutti i casi, comunque, previa verifica del contenuto: cioè ognuno può in pratica scrivere ciò che vuole purché stia bene al ministro. Niente di male in tutto questo, ogni blogger gestisce il suo spazio come meglio crede. Faccio solo qualche breve considerazione.

Io, in questo blog, ho scelto di lasciare i commenti liberi per tutti, anche agli anonimi, senza applicare nessuna forma di controllo preventivo dei contenuti. In pratica la mia webmail mi notifica ogni commento che voi inserite quando è già pubblico sul blog. Questo perché, per una forma mia di paranoia, non voglio dare adito a sospetti che io possa non pubblicare qualche commento che magari è in disaccordo con quello che scrivo.

Ciò non toglie che io non possa bannare i commenti sgraditi anche quando siano già pubblici sul blog. Naturalmente per "sgraditi" intendo spam, maleducati e/o offensivi, non certo contrari al contenuto del post relativo, come del resto chiunque può verificare liberamente. E questo è possibile perché la quantità dei commenti che vengono inseriti mi permette (ancora) di tenere "sotto controllo" la situazione, per così dire.

In blog con un elevato volume di commenti la cosa diventa ovviamente di più difficile gestione. Ed è appunto il caso di quello di Mastella, il quale si sta accorgendo di quanto sia complicato tentare di tenere un pò di ordine in un sito molto visitato. In queste situazioni è più che legittimo verificare il contenuto dei commenti dei visitatori prima di pubblicarli, specialmente se si ha intenzione di tenere il blog libero da insulti e volgarità, per non dire di peggio.

Il problema nasce quando questo controllo preventivo esclude oltre alle volgarità anche molti commenti inoffensivi da questo punto di vista ma in contrasto col pensiero del blogger. In virtù infatti di come è organizzata la gestione dei suddetti commenti, non si può (in questo caso in quello di Mastella) sapere quanti ne siano stati bannati, anche di educati, che però non corrispondono alla "visione del mondo" del ministro. Leggendone qua e là molti sul suo sito ci si accorge di come vi sia comunque una sostanziale "parità" tra i pro e i contro. In pratica, accanto ai molti che contestano (educatamente) il dire e il fare del ministro, ve ne sono altrettanti che lo approvano.

In questo quadro si inserisce forse la nascita di alcuni blog-clone di quello di Mastella, una cosa piuttosto originale e curiosa nata con l'intento (a detta dei promotori) di poter esprimere liberamente i commenti bannati dal ministro nell'originale. In pratica, ogni volta che il ministro pubblica un post, una copia di questo viene ripubblicata in questi blog-clone, dove a differenza dall'originale i commenti sono liberi. Ovviamente in questi commenti si trova di tutto: volgarità anche gravi, insulti gratuiti e offensivi (ciò non deve stupire più di tanto, la rete è - come ho detto più di una volta - nel bene e nel male lo specchio della società), ma anche commenti "normali" ed educati. Se volete darci un'occhiata, alcuni di questi sono qui, qui e qui.

Sono sincero: non mi piace molto questa cosa. Anche se l'operazione in sé è l'ennesima conferma che in rete non si può barare, e seppure possa essere discutibile la scelta del ministro di censurare i commenti sgraditi, trovo che l'iniziativa rappresenti una forte limitazione della libertà di ognuno di gestire come meglio crede il suo spazio. Confesso che se capitasse a me una cosa del genere mi darebbe un notevole fastidio, e probabilmente chiuderei baracca e burattini e smetterei di postare.

E questo perché è legittimo diritto di ognuno - ripeto - gestire il proprio blog come gli pare. La possibilità di inserire i commenti che viene data ai visitatori non autorizza questi ad abusarne, anche se il titolare del blog ritiene giusto censurarne alcuni. Se un blogger, in questo caso Mastella, "gioca" con la pubblicazione dei commenti dei visitatori in modo magari da dare l'idea che i pro e i contro si equivalgano quando magari invece non è così, lo farà a sue spese.

Chi legge i blog in genere capisce subito se c'è la "fregatura" (specialmente se il lettore è anche commentatore) e di solito la prima reazione è l'eliminazione dai... "preferiti". Non è solo il blogger che banna.

domenica 23 settembre 2007

La vera colpa di Burlando

Francamente non capisco tutto questo can can che si è scatenato contro Claudio Burlando, presidente della Regione Liguria, in merito alla nota questione della sua "disavventura" automobilistica.

Da quello che ho letto in giro non pare infatti che abbia assunto atteggiamenti arroganti del tipo "lei non sa chi sono io" - a cui siamo abituati - verso gli agenti che sono venuti a contestargli l'infrazione commessa. Il fatto che abbia mostrato ai poliziotti la tessera (peraltro scaduta) di parlamentare è (a suo dire) conseguenza unicamente della dimenticanza a casa degli altri documenti di identificazione (versione confermata anche dal prefetto di Genova che gli ha inflitto la sanzione).

E pare oltretutto che abbia anche accettato di buon grado e senza battere ciglio la pesante sanzione amministrativa comminatagli.

Io, se fossi nella stampa, mi scandalizzerei di più del fatto che un ex ministro dei Trasporti imbocchi una rampa di accesso autostradale contromano, piuttosto.

Prisco Mazzi è diventato Anna Camuzzi

Ricordate la falsa e-mail con allegato infetto del capitano Prisco Mazzi? Bene. Puntuale come la bolletta della Telecom è arrivata la sua variante: una variante che può modificare, e non di poco, l'importo della suddetta bolletta.

Ecco il testo della nuova e-mail, segnalata in circolazione già da 3 o 4 giorni:

Pergo
[sic] siete pregati di visionare i documenti allegati comunicandomi eventuali modifiche

Puoi scaricare l'allegato della presente mail direttamente da qui

Documenti allegati

Questo messaggio ha come mittente tale Anna Camuzzi. Vediamo un pò in dettaglio di cosa si tratta.

Cliccando sull'allegato o su "qui" o "Documenti allegati", si viene reindirizzati su questo sito:

www.sicure-mail.com/allegati/documenti.htm

Su alcuni siti è riportato che utilizzando Internet Explorer non aggiornato l'eseguibile contenuto nella pagina web (allegato.exe) potrebbe autoinstallarsi automaticamente, quindi eviterei di visitare anche solo per curiosità tale sito. Al momento, comunque, non ho sottomano un Windows aggiornato da dare in pasto alla rete e con cui fare qualche prova, e quindi non posso confermare.

Comunque sia, questa qui sotto è la schermata che ho catturato dal sito corrispondente all'indirizzo che ho evidenziato sopra:




Penso che sia inutile che vi dica cosa si introduce nel pc cliccando su "scarica ora".

Il sito in questione, sicure-mail.com (registrato e hostato su un server cinese), è noto già da tempo alle cronache truffaldine in rete, in quanto responsabile di vari attacchi di phishing ed e-mail trappola. In questo caso l'allegato infetto installa nel pc di chi lo apre un dialer, che, in caso si utilizzi una connessione internet di tipo analogico, reindirizza tale connessione verso uno dei seguenti numeri:

8990329**, 8990203**, 8993993**, 8995025**, 8993993**

Ovviamente i consigli per evitare di cadere in queste trappole sono sempre quelli: attenzione, diffidenza e buon senso.

Ma forse l'ho già detto...

sabato 22 settembre 2007

Inizi televisivi (all'insegna delle idiozie)

Settembre volge al termine, segno inequivocabile che la stagione televisiva 2007/2008 è purtroppo agli inizi. Lunedì inizierà Striscia, ma già alcune perle di alta cultura televisiva hanno fatto capolino nelle nostre case dal tubo catodico.

La Ventura ha già litigato col Cecchi Paone nella prima puntata dell'Isola dei Famosi, mentre Bruno Vespa ha inaugurato la stagione di Porta a Porta con una puntata contraddistinta da contenuti di alto spessore: l'orgasmo femminile!

Aspetto con ansia che arrivi il prossimo bollettino del canone.

OpenOffice.org 2.3

Come al solito arrivo sempre un pò in ritardo, visto che già da un pò si parla del rilascio della versione 2.3.0 della suite per ufficio OpenOffice.org (OOo).

Se vi interessa qualche nota tecnica sulla nuova release (disponibile anche in lingua italiana) di quello che è attualmente la più valida alternativa all'Office tradizionale targato Microsoft, potete fare un giretto qui, mentre se volete liberamente e gratuitamente scaricarla e installarla sul vostro pc, potete farlo passando da qui (l'immagine che vedete in alto si riferisce alla versione un pò più vecchiotta, installata di default nella mia linuxbox, che utilizzo in attesa di avere il cd con la nuova versione).

Tra le novità più "appetitose" comprese nel nuovo OOo vale la pena segnalare un massiccio e importante bugfix che corregge molte vulnerabilità che potevano essere sfruttate dai vari vandali informatici che bazzicano in rete, mentre un elenco un pò più dettagliato sulle nuove funzioni (comprese le numerose estensioni disponibili) lo trovate qui.

Tuttavia l'aspetto più interessante (specialmente per chi come il sottoscritto sostiene e utilizza software libero) di OOo rimane sostanzialmente quello di avere la possibilità di poter salvare i propri lavori nel formato standard OpenDocument (ISO 26300), che permette di rimanere effettivi proprietari di ciò che si è creato, bypassando le forche caudine delle limitazioni imposte dai software commerciali a sorgente chiuso.

OOo, così come Linux, è free software (è rilasciato sotto licenza GPL), ed è quindi libero da limitazioni, clausole capestro, codici di attivazione e altre menate simili. Può essere liberamente scaricato e installato sul proprio pc; una volta scaricato può essere masterizzato su cd e passato agli amici senza commettere niente di illecito.

E' la bellezza del software libero.

venerdì 21 settembre 2007

Di nuovo piene

Poco più di un anno fa veniva varato l'indulto. Chi mi segue da un pò sa sicuramente cosa io pensi di questo provvedimento (chi non lo sa può leggersi questo articolo, ancora online sul mio sito internet, che pubblicai l'anno scorso all'indomani del varo del provvedimento).

Oggi, un anno dopo, il bilancio.

25 anni fa :-) :-)

Cosa succedeva esattamente 25 anni fa? Succedeva che un signore, Scott Elliott Fahlman (foto), informatico statunitense, inventava gli universalmente conosciuti emoticon, ossia la riproduzione di alcune emozioni ed espressioni facciali tramite l'uso dei segni dell'interpunzione.

Il più famoso e utilizzato è sicuramente quello che emula il sorriso:


In realtà la storia precisa della nascita degli emoticon è piuttosto controversa: secondo la Wikipedia il primo in assoluto a usare questa particolare combinazione di segni sarebbe stato un certo Kevin MacKenzie in un'e-mail inviata il 12 aprile 1979 agli iscritti a MsgGroup, mentre una ricerca della Carnegie Mellon University (articolo qui) ne addebita la nascita e il primo utilizzo proprio a Fahlman nell'e-mail che vedete qui sotto, spedita il 19 settembre 1982:



Comunque sia, gli emoticon oggi sono usatissimi, sia da chi invia sms tramite cellulare sia di chi scrive su internet, grazie alla loro funzionalità e immediatezza nel descrivere e rappresentare gli stati d'animo nella comunicazione scritta.

Una panoramica abbastanza completa delle varianti in circolazione, coi relativi significati, la trovate qui e qui.

giovedì 20 settembre 2007

E' un buon esempio?

Un paio di giorni fa è stato scarcerato Marco Ahmetovic. Probabilmente qualcuno ricorderà: si tratta del ragazzo rom che verso la fine di aprile, completamente ubriaco, ha ucciso con un furgone 4 ragazzi in provincia di Ascoli Piceno.

La misura degli arresti domiciliari a cui è stato sottoposto Ahmetovic in attesa della sentenza, che dovrebbe essere prevista per i primi di ottobre, è stata decisa dal gip contro il parere della procura.

Io, per quel che può contare, la penso esattamente come la procura (eccolo lì, quello dei "tutti in galera", dirà qualcuno. Vabbè...): secondo me il tipo avrebbe dovuto attendere la sentenza in carcere. Sicuramente si tratterà di una sentenza di condanna (l'Ahmetovic qualche anno dovrebbe beccarselo), ma da noi si sa come funziona: buona condotta, permessi premio, qualche attenuante e fra non molto sarà ancora fuori.

E forse non è neanche questo il male maggiore. Più deleterio ancora è secondo me l'esempio: mandando agli arresti domiciliari chi si macchia di questi reati si inculca ancor di più nella testa della gente (e specialmente dei delinquenti) l'idea che in fondo "non è così grave" e che comunque bene o male la si fa franca.

A dir la verità questo è già da tempo un dato di fatto (non c'era bisogno di questo episodio per confermarlo): è sufficiente ad esempio scorrere le cronache relative agli incidenti stradali dell'estate appena trascorsa: ogni incidente, ogni investimento, ogni tragedia è sempre stata contraddistinta dalla scoperta che i responsabili nella maggior parte dei casi avevano già avuto guai per gli stessi motivi (ubriachi recidivi, altri incidenti provocati, ecc...).

E tutto ciò, allargando un pò il discorso, non è altro che il trend in cui naviga la giustizia nel nostro paese. Un trend che garantisce a chi delinque, nella maggior parte dei casi una sostanziale impunità, o comunque la consapevolezza di non correre dei grossi rischi e di non passare molto tempo dietro le sbarre (da questo punto di vista provvedimenti come l'indulto hanno rappresentato la pietra tombale sopra quel minimo di credibilità che poteva avere ancora il nostro sistema giudiziario).

Insomma, tornando un pò al titolo del post, no, non mi pare che provvedimenti come questo siano un buon esempio.

mercoledì 19 settembre 2007

Playback

18,50 di adesso. Studio Aperto, Italia1. Servizio su una certa showgirl Nena (se non ho capito male dovrebbe essere la showgirl ufficiale di Ciao Darwin, con Bonolis e Laurenti).

Parole testuali della tipa:
"Finora ho solo ballato, dalla prossima puntata mi sentirete anche cantare perché mi piace molto. Naturalmente in playback perché io non so cantare".
Giuro, non mi sono inventato niente.

Speriamo che sia il primo di una lunga serie

Un italiano è stato arrestato per turismo sessuale. Si tratta di Franco De Barba, 55 anni, di Trento. Secondo quanto riportato da Repubblica e altri media che hanno diffuso la notizia, l'indagine è stata condotta via internet analizzando il traffico dati in rete riguardante materiale pedopornografico.

La notizia mi ha fatto ovviamente piacere, ma allo stesso tempo - paradossalmente - anche un pò deluso. Delusione derivata principalmente dal fatto che purtroppo un arresto di questo tipo rappresenta la classica goccia nel mare. Dati alla mano, infatti, gli italiani che ogni anno si recano in estremo oriente o in America Latina o in altri posti specificamente per questo motivo sono tantissimi. Un esercito, quasi.

L'arresto del pedofilo italiano è stato reso possibile applicando la legge n. 269 del 1998, legge promossa e voluta tra gli altri da Ecpat Italia, che ha sostanzialmente introdotto nel sistema giuridico italiano il concetto di extraterritorialità, ossia la possibilità di procedere penalmente contro gli italiani che commettono reati di carattere sessuale con minori in altri paesi.

Grazie a questa legge si deve ad esempio anche l'arresto e la condanna a 14 anni di carcere, a marzo di quest'anno, di Giorgio Sampec, il pedofilo veronese che dopo aver lavorato per un paio di mesi come guardiano in un campeggio trascorreva la maggior parte dell'anno in Thailandia.

A notizie come questa dovrebbe essere dato maggior risalto da stampa e tiggì (in quelli di ieri sera ad esempio nessuno ne ha parlato). Devono servire da lezione e deterrente a tutti quegli italiani (dei quali mi vergogno) che pensano di continuare impunemente ad alimentare questo turpe e aberrante commercio.

martedì 18 settembre 2007

Maxi multa Microsoft, dettagli e conclusioni

Come vi avevo accennato in un post precedente, avevo intenzione di scrivere un articolo più dettagliato sulla questione della decisione dell'antitrust europeo contro Microsoft, ma visto che c'è chi l'ha già fatto in maniera impeccabile, con argomentazioni che condivido perfettamente, non mi resta che rimandarvi lì.

Fra un pò non ci staranno più

(immagine qui sopra: rotonda di ingresso a Rimini da via Marecchiese)

Ieri pomeriggio ho avuto necessità di andare giù a Rimini: una di quelle cose che niente niente che posso cerco di evitare. Per coprire il tratto di via Emilia che va da Santarcangelo (rotonda del Tuttozoo) alla frazione di S. Giustina - un paio di km, non di più - ci ho impiegato 25 minuti. Per darvi l'idea, il tragitto è quello che va dalla freccia verde fino a S. Giustina nella schermata qui sotto che ho catturato da Googlemaps:




Quasi mezz'ora per 2 km, praticamente fatti tutti in prima (la seconda l'avrò messa due o tre volte). Ogni tanto guardavo le auto incolonnate nella corsia opposta, e quando il mio sguardo si incrociava con qualcuno dei conducenti di queste, telepaticamente sentivo che stavamo chiedendoci la stessa cosa: "ma che cavolo ci stiamo a fare qui in mezzo?".

E allora pensavo tra me e me: "chissà se arriverà un giorno in cui lo spazio fisico occupato dalle macchine supererà quello della lunghezza delle strade fino al punto in cui non ci staranno più?".

lunedì 17 settembre 2007

Zio Bill cade per la seconda volta

No, non si tratta dell'evocazione di una stazione della via Crucis, anche se per zio Bill più via Crucis di così non potrebbe essere. Mi sto ovviamente riferendo alla sentenza della Corte d'Appello dell'antitrust europeo che ha confermato oggi la prima sentenza emessa nel 2004.

Di fatto Microsoft è stata riconosciuta colpevole di comportamento scorretto e abuso di posizione dominante per quel che riguarda la libera concorrenza nel campo dei software e dei sistemi operativi.

La cosa è di un certo interesse per chi come me si interessa un pò a tutto ciò che ruota attorno al mondo dell'informatica. Adesso vado un pò di corsa; appena avrò un pò di tempo pubblicherò un articolo un pò più dettagliato e alcune impressioni personali sulla vicenda. Per ora vi lascio a questo articolo di Zeusnews.

Diritti di manifestare agli immigrati?

Non ha avuto eccessiva risonanza la proposta del ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero, di Rifondazione, che ha auspicato che anche gli immigrati si facciano promotori di manifestazioni di piazza per rivendicare i propri diritti. Ne ha parlato vagamente solo qualche telegiornale e il sito dell'Aduc (qui).

La questione, capirete, è complicata e "delicata", perché se si è d'accordo con questa proposta si corre il rischio di venire accusati di una sorta di "complicità" con la categoria di quelli che sono responsabili nel nostro paese di un'elevata percentuale dei reati complessivi compiuti, se non si è d'accordo si corre il rischio viceversa di passare per razzisti (se va bene).

C'è una via di mezzo? Non lo so. Anche qui, come al solito, tutta la questione ruota attorno al fatto di capire bene cosa si intenda per immigrati, perché, come si sa, il termine in sé è molto, troppo generico. Tra i suddetti immigrati ci sono infatti quelli che lavorano, che si comportano bene, che si sono integrati nella società e contribuiscono all'aumento del pil. Allo stesso tempo, però, ci sono i delinquenti, quelli che non lavorano, quelli che rapinano e spacciano droga (discorso che comunque in linea di massima vale anche per gli italiani).. E, assieme a questi, quelli che proprio non ne vogliono sapere di integrarsi e di accettare le regole di chi li ospita.

Forse il torto, se così si può chiamare, di Ferrero è stato quello di non aver specificato bene a quale delle due categorie concedere il permesso di manifestare. La risposta potrebbe sembrare ovvia leggendo le dichiarazioni del ministro, ma forse se lo avesse detto chiaramente sarebbe stato meglio per tutti, e magari avrebbe smorzato un pò le reazioni (che ovviamente non si sono fatte attendere).

Le difficoltà che hanno gli immigrati regolari e onesti (ricongiungimenti familiare, permessi di soggiorno che scadono, ecc...) sono sicuramente problemi di cui il governo deve tenere conto, ma, a mio giudizio, ci sono questioni sul tavolo che sono prioritarie (e molto) rispetto a questa. E non c'è bisogno che ve le elenchi io, basta guardarsi un pò intorno nella vita di tutti i giorni.

Insomma, sarà anche "giusto che [gli immigrati] siano incazz...come delle bestie", come dice il ministro, ma, se permette, qualche motivo per essere incazzati forse ce l'abbiamo anche noi.

domenica 16 settembre 2007

Conoscenze

Leggo sul sito di Sorrisi che un fan di Cristina D'Avena ha acquistato un suo cd su Ebay per la cifra di 1210 euro. La cantante ha dichiarato "mi piacerebbe incontrarlo".

Anche a me piacerebbe incontrarlo. Così, giusto per farmi un'idea.

Silenzi assordanti

Qualche tempo fa - qualcuno di voi probabilmente ricorderà - ho scritto un lungo articolo (qui) in cui riassumevo le fasi principali dell'annosa questione Rete4/Europa7.

Oggi leggo sul blog di Beppe Grillo che l'Avvocato Generale della Corte di Giustizia Europea, nella sua requisitoria, ha bocciato la famigerata legge Gasparri, l'ultimo baluardo a cui ha potuto aggrapparsi Rete4 per continuare a trasmettere, e ha riconosciuto i diritti di Europa7, l'emittente legittimamente autorizzata a trasmettere in quanto effettiva titolare delle frequenze abusivamente occupate dall'emittente Mediaset (la sentenza definitiva dovrebbe essere emessa a giorni).

La vicenda Rete4 /Europa7 è sempre stata contraddistinta da due particolari peculiarità fin dagli inizi: (1) si tratta di una delle ingiustizie più clamorose consumate nel nostro paese, (2) si tratta anche di una delle vicende probabilmente più censurate in assoluto.

La sentenza a cui faccio riferimento, quella evidenziata da Grillo, è stata emessa il 12 settembre, 4 giorni fa, eppure nessuno ne ha parlato, così come nessuno ha mai parlato di tutte le sentenze precedenti che ho descritto nel mio articolo pubblicato a gennaio.

Corriere, Repubblica, Ansa, Raiuno, Raidue, Raitre, Canale5, Italia1, Rete4 (figurarsi), ecc, nessuno ha detto una parola su questa vicenda (e probabilmente neppure io avrei saputo niente se non l'avesse scritto Grillo sul suo blog). Le uniche fonti di cui si trova traccia della notizia sono articolo21.info (qui) e un articolo scritto da Travaglio e pubblicato sull'Unità (versione cartacea). Per il resto silenzio.

Provate solo a pensare a cosa sarebbe invece successo se l'Unione Europea avesse ipoteticamente dato ragione a Rete4.

sabato 15 settembre 2007

Malattie

Ogni tanto esce fuori qualche studio o ricerca che dice che di internet ci si può ammalare.

Anche Chiara, spesso, me lo fa notare.

:-)

venerdì 14 settembre 2007

Fatti, dubbi, perplessità... del venerdì sera

C'è da restare allibiti, o quanto meno perplessi, venendo a conoscenza delle notizie e dei fatti che capitano in giro. La perplessità, poi, spesso, davanti a certe cose si trasforma in indignazione. Ma bisogna stare attenti anche a indignarsi perché è uno di quei sentimenti che viene spesso visto come "retorico", quasi falso. Insomma ci si indigna quasi perché "fa tendenza". Se ci fate caso, infatti, oggi va molto di moda (io stesso lo faccio spesso): il problema e che a volte (spesso) ci si indigna anche per le stronzate.

Vabbè, non fateci caso, sono i pensieri che mi vengono in mente un venerdì sera in cui non so cosa scrivere e che dovrei tenermi per me. In fondo però questo è un blog, per definizione (ah, gran cosa le definizioni) un diario personale in cui mettere le cose che frullano per la testa.

Dicevo, i fatti. Proviamo a vederne qualcuno spulciando qua e là.


-- Calderoli, lega nord, ha messo in subbuglio il mondo politico e dell'informazione con la sua intenzione di andare a passeggio con un maiale al guinzaglio in quel di Bologna, precisamente nella zona dove l'amministrazione comunale avrebbe intenzione di costruirci una mega moschea. Qui, in verità, non è necessaria l'indignazione, sarebbe stata sufficiente l'indifferenza nei confronti di questa iniziativa del senatore leghista. Un Calderoli che, badate bene, non ha sbagliato secondo me a livello di idea, ma semplicemente di metodo, dimostrando oltretutto una discreta dose di ignoranza in materia.

Come afferma infatti Magdi Allam in questo articolo pubblicato oggi dal Corriere, nella impari lotta tra l'osservanza dei precetti coranici e i beni terreni (moschee) i secondi la spuntano (storia nota, ne sa qualcosa anche la nostra Chiesa Cattolica), tanto è vero che "se Calderoli dovesse portare non uno, ma 50 maiali per urinare su quel terreno, la moschea si costruirà ugualmente perché è sufficiente lavarlo con l'acqua". Ora, accertato che l'iniziativa di Calderoli può essere considerata eufemisticamente strampalata, è comunque per lo meno auspicabile che la costruzione di una moschea di quelle dimensioni sia assoggettata quanto meno al parere di chi lì intorno ci abita.

Insomma, se io venissi a conoscenza che nelle vicinanze di casa mia è prevista la costruzione di una cosa simile, pretenderei almeno che il comune o la provincia o la regione chiedesse almeno un parere a chi dovrà averci a che fare una volta costruita. O è troppo?


-- L'anno scorso ho scritto un post intitolato "Calci nel culo". L'avevo scritto di getto sull'onda dell'indignazione (eccola qui) alla notizia del disabile picchiato a scuola e ripreso col videofonino. Poi oggi accadono fatti come questo, che il Corriere chiama generosamente "atti di bullismo" ma che in realtà sono qualcosa di molto peggio, e viene spontaneo pensare come i calci nel culo non bastino più. La reintroduzione della legge del taglione sarebbe sicuramente più adatta.

Nei prossimi giorni, vedrete, vedremo i genitori di questa nuova generazione di baby aguzzini ergersi a difesa dei propri pargoli: "Strano, erano così bravi ragazzi, famiglie per bene, ecc...". Storie già sentite.


-- Franco Frattini, da Bruxelles (che, come osserva giustamente Mante, "mandarlo là è stata uno dei passi più incisivi del precedente governo"), torna a riproporre uno dei temi che ciclicamente fanno capolino incalzati dall'entourage politico di turno, e che è tanto caro sia agli inquilini di palazzo sia a certa informazione: la censura. Frattini non è cattivo. Certo, ogni tanto capita che si faccia qualche capodanno in montagna a spese del contribuente, ma è un peccato veniale considerando che Mastella per la stessa cifra ha accompagnato il giovane rampollo al gran premio di Monza col jet di rappresentanza dello stato (comprese le spese).

Dicevo non è cattivo, ma, come molti, moltissimi politici non conosce (o non vuol conoscere) le dinamiche della rete e di internet. Il tipo di provvedimento del quale si è fatto portavoce, la così chiamata censura selettiva - che sostanzialmente ha come scopo quello di inibire l'accesso nei motori di ricerca alle definizioni corrispondenti a determinate parole chiave -, semplicemente non ha senso. Non sta né in cielo né il terra, come si usa dire. Si potrebbe tentare di spiegare a Frattini che uno che va a cercare ad esempio "genocidio" su Google lo può fare anche per fini didattici, ma temo non capirebbe.

La cosa che più fa incazzare è che io, come molti altri blogger, sono qua che mi sbatto da anni a scrivere articoli per denunciare cosa succede nei paesi in cui internet è sottoposta a censura preventiva da parte dello stato (penso a quei paesi in cui inserendo termini tipo "democrazia" o "diritti umani" si viene gentilmente invitati a non farlo più perché non gradite), e arriva questo che vuole fare qualcosa che ne è l'anticamera proprio a casa mia.


-- Leggo che in quel di Parma alcune ragazzine si prostituivano in cambio delle ricariche dei cellulari, e non posso fare a meno di pensare che le mie figlie continuano a chiedermelo con una certa insistenza, specialmente la più grande, Michela, che fra qualche giorno inizierà la prima media. Stoicamente io e Chiara teniamo duro, ancora non glielo abbiamo comprato. Ma non so quanto durerà. Dicono bene quelli che da fuori invitano a tenere duro, a resistere. Ma a scuola ci siamo stati tutti, e tutti più o meno conosciamo il fenomeno della discriminazione e ghettizzazione sociale in ambito scolastico, specialmente in una classe in cui uno su 25 è senza telefonino. Comunque per adesso ancora non mollo.


Chiudo segnalando che un sondaggio tra 2000 giovani, riuniti a un non meglio precisato convegno di Putignano, ha stabilito che la catastrofe ambientale avverrà nel 2037. Quella ambientale.

Quella generale mi pare sia già qui.

Qualche foto del porto


Ieri mattina mi trovavo sulla banchina del porto di Rimini (aspettavo che aprisse l'edicola per consegnare i giornali).

A parte qualche pescatore seduto sul bordo del molo, non c'era praticamente nessuno. Visto che la mattinata era particolarmente limpida e serena ho tirato fuori il telefonino e ho provato a fare qualche foto.

Purtroppo, come ben sapete, la risoluzione delle foto fatte col telefonino è quella che è (non è neanche che possa andare in giro col furgone con appresso la fotocamera), e quindi le foto (foto, insomma) sono quello che sono.

Se volete vederne qualcuna (a vostro rischio e pericolo) ho aggiunto una piccola paginetta nella sezione album fotografici del mio sito internet (qui).

Worm Storm all'attacco

E' all'apice della diffusione proprio in questi giorni un worm, denominato Storm, che ha fatto capolino in rete per la prima volta agli inizi di quest'anno (all'epoca con un livello di diffusione piuttosto basso).

Si presenta come allegato di posta elettronica con uno di questi nomi:
  • Fullclip.exe
  • Fullstory.exe
  • Readmore.exe
  • Video.exe
Ultimamente, come riportato dalla società di sicurezza informatica F-Secure, si può essere infettati dal worm anche scaricando una versione opportunamente modificata di Tor, il sistema basato sul protocollo onion routing che consente la navigazione anonima in rete. Nell'immagine qui sotto vedete una delle possibili finestre da cui è possibile, inavvertitamente, scaricare il worm:


(fonte immagine: F-Secure.com)


Secondo quanto riportato da Paolo Attivissimo, attualmente Storm sarebbe alla testa di un esercito di svariati milioni di pc zombi che starebbero conducendo una specie di attacco coordinato di tipo DoS verso molti server che ospitano siti antispam.

Come al solito non è particolarmente difficile evitare di ritrovarsi il pc zombificato diventando così involontari complici dei criminali che "guidano" la botnet. Il worm può infatti infettare solo i sistemi operativi Windows (tutti gli altri sono immuni); quindi, come sempre, antivirus aggiornato, un buon firewall, navigazione su siti fidati e - naturalmente - occhi aperti, sono già accorgimenti sufficienti a non correre rischi.

giovedì 13 settembre 2007

Questo Espresso, sempre a rompere le uova nel paniere...

Mastella si è un pò risentito leggendo il reportage del noto settimanale di De Benedetti in edicola domani. Il tutto solo perché Gianluca Di Feo, l'autore dell'articolo, si è permesso di mettere in piazza il fatto che il guardasigilli si sia recato al gran premio di Monza, partendo da Salerno, su un lussuosissimo aereo di stato a spese ovviamente del contribuente (sai la novità).

Da qui, probabilmente, la decisione di rimettere un pò le cose a posto con una giornata senza maccheroni.

Tutti bravi all'università

E così abbiamo scoperto che anche in alcuni istituti universitari la corruzione, il malaffare e il "mio figlio è avvantaggiato", la fanno da padroni.

Ora - possiamo dirlo tranquillamente -, non è che la cosa sia nuova. Esistono addirittura interi libri che da tempo denunciano la situazione in cui versa in generale l'ambiente universitario italiano, ma una dimostrazione così palese del fenomeno come quella di questi giorni mi pare non l'abbiamo mai avuta.

Mussi, ministro appunto della suddetta università, ha detto che non si darà pace "fino a quando i professori corrotti dell'ateneo pugliese non saranno cacciati dall'istituto". Prendiamo atto. Ricordandogli però, quando avrà finito con quelle di Bari e Catanzaro, di darsi da fare anche con tutte le altre.

mercoledì 12 settembre 2007

Worldclock


Nei pochi minuti che ho impiegato a scrivere queste righe, nel mondo sono nate 1469 persone e ne sono morte 625. Quarantasette persone sono state infettate dall'HIV, ci sono stati 504 aborti e solo negli Stati Uniti 10 divorzi.

Sono stati prodotti 331.832 barili di petrolio e costruite 394 auto. Se volete provare anche voi e vedere altre informazioni, andate qui e cliccate su "now".

La vergogna e i Casini


Le parole che leggete nell'immagine qui sopra sono state pronunciate da Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, a commento della manifestazione del V-Day di Bologna. Eccole per intero come riportate dal Corriere:
"È la più grande delle mistificazioni. Una manifestazione di cui dovremmo vergognarci perché è stato attaccato Marco Biagi che invece andrebbe santificato - ha detto il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini a margine del workshop Ambrosetti di Cernobbio -. Si vergognino anche quei politici che, pur di stare sull’onda del consenso popolare, hanno mandato a Grillo e alla sua manifestazione dei messaggi di adesione".
Ovviamente, come è sacrosanto e inalienabile diritto di ognuno, Casini ha espresso una sua legittima opinione. Secondo lui, quindi, tutti quelli che hanno partecipato direttamente o indirettamente alla manifestazione si dovrebbero vergognare (me compreso), perché - a suo dire - in suddetta manifestazione sarebbe stato attaccato Marco Biagi, noto giuslavorista e consulente del lavoro ucciso dalle Brigate Rosse sotto il governo Berlusconi.

Il primo punto da cui secondo me si potrebbe partire per cercare di chiarire un pò la vicenda è che Casini alla manifestazione non c'era. Si trovava infatti, come chiaramente riportato dal Corriere, in quel di Cernobbio in occasione di un non meglio precisato workshop Ambrosetti. Quindi il fatto che durante la manifestazione potrebbe esserci stato un qualche tipo di "attacco" a Marco Biagi, è una notizia che gli deve essere per forza arrivata per via indiretta. Probabilmente qualcuno gli avrà detto: "Guarda Pierfendi, a Bologna c'è Grillo che ha fatto questo questo e questo e ha detto questo questo e questo".

A differenza di Casini, però, che come abbiamo visto era da tutt'altra parte, qualcuno al V-Day di Bologna c'era, e visto che il diritto sacrosanto e inalienabile di esprimere le proprie opinioni vale per tutti (o almeno così dovrebbe essere), anche lui ha voluto dire la sua in proposito. Ecco un estratto delle sue parole:
“Ho trascorso l’intero pomeriggio sotto il palco e sul palco, e mai ho sentito parlare non dico “contro” Marco Biagi, ma “di” Marco Biagi. Il nome “Marco Biagi” non è mai stato citato per esteso. S’è parlato un paio di volte della legge 30 che abusivamente il governo Berlusconi intestò al professore assassinato, che non poteva più ribellarsi, mentre un ministro di quel governo lo chiamava “rompicoglioni”. E ne ha parlato Grillo per chiedere di riformarla, insieme alla legge Treu, aggiungendo che però “il vero problema non sono neppure le leggi: è che in Italia non c’è lavoro”. Lo dico perchè un amico, l’ex giudice ora assessore Libero Mancuso, che nessuno ha visto alla manifestazione, ha parlato di presunte “offese a Biagi”. Posso assicurare che se qualcuno, dal palco, avesse davvero mancato di rispetto a Marco Biagi, su quel palco nessuno di noi, nemmeno Grillo, sarebbe rimasto un minuto di più”
Queste parole sono di Marco Travaglio, giornalista e scrittore, che si trovava in piazza a Bologna invitato da Grillo come ospite insieme a Massimo Fini e ad altri esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo. La citazione che ho ripubblicato qui sopra è come dicevo un estratto di questo articolo (ovviamente sempre di Travaglio) pubblicato l'altro ieri sulla versione cartacea dell'Unità.

Quindi, abbiamo da una parte le parole del Pierfendi (da Cernobbio) e dall'altra quelle di Fini che si trovava sul posto. Questo naturalmente potrebbe in teoria anche non significare niente, ma visto che probabilmente a breve dovrebbe essere disponibile il video dell'intera manifestazione (se non lo è già), avremo lì la possibilità di toglierci ogni eventuale dubbio in proposito.

Come idea mia personale trovo comunque piuttosto improbabile che chiunque dal palco abbia volutamente offeso la memoria di chi è stato ucciso dalle BR a causa di quello in cui credeva. Come lo stesso Grillo ha ricordato e scritto sul suo blog in più di un'occasione, "la mia critica è rivolta esclusivamente alla legge e non certo a chi l'ha scritta". Ma questo, come ho già detto, sarà presto chiarito definitivamente.

Rimane la questione della vergogna, in merito alla quale si potrebbe suggerire al buon Casini che prima di venici a dire a noi di vergognarci di una manifestazione che si è svolta nel più assoluto ordine, senza incidenti di sorta, in modo completamente apolitico e trasversale a qualsiasi schieramento, ispirata solo dalla voglia di far capire agli inquilini di palazzo che è stato superato il limite di guardia, prima di venirci a dire - dicevo - di vergognarci, dovrebbe forse guardarsi un pò intorno.

E magari, sempre per trovare qualcuno dei famosi motivi di vergogna, provare a guardare un pò a quello che avviene all'interno del famoso palazzo di cui lui stesso è inquilino da un discreto numero di anni. Gli esempi non mancano: tralasciando la questione ormai trita e ritrita dei parlamentari condannati per tangenti, corruzione, ecc, si potrebbe citare il caso Mele (guarda a caso deputato dell'Udc), oppure l'indulto, uno di quei provvedimenti che gli italiani non hanno ancora digerito e di cui continuiamo ancora oggi a pagare le conseguenze.

Si potrebbe continuare con la famosa storia dei portaborse pagati in nero, della droga che gira in Parlamento, delle ambulanze usate come taxi, della nota (ma sempre scandalosa) storia degli stipendi, dei benefit e dei privilegi dei parlamentari, senza contare l'altrettanto scandaloso capitolo della differenza di trattamento pensionistico tra noi (3 o 4 decenni per guadagnarcela) e loro (30 mesi).

Questi, forse, sono i veri motivi per cui un paese e un popolo si dovrebbero vergognare, e non quello di aver partecipato a una manifestazione probabilmente contraddistinta da una vena populistica e goliardica, ma i cui motivi vanno ricercati in molti degli aspetti che ho appena elencato qui sopra, e dei quali molti italiani (come è dimostrato) non ne possono davvero più.

martedì 11 settembre 2007

Bruxelles?

Vi segnalo questa piccola chicca del Corriere prima che la mettano a posto:




Ovviamente non è Bruxelles a essere stato fermato (né, altrettanto ovviamente, picchiato ^_^), ma il corpulento Borghezio, come recita correttamente il titolo della pagina relativa.

Lo so che non è, come si dice, politically correct, ma se per davvero due "tozze" a Borghezio gliele avessero anche date, non è che mi sotterrerei dal dispiacere...

11 settembre

Solo un piccolo aneddoto. Quel giorno del 2001, mentre succedeva tutto il putiferio, io ero in strada col furgone aziendale di ritorno dalla zona del ferrarese. Assieme a me altri 4 colleghi, anche loro col furgone. Per uno strano caso del destino solo nel mio c'era la radio, in quelli dei miei colleghi no.

Una volta rientrati in agenzia ho raccontato quanto la radio stava trasmettendo in diretta. Lì per lì, non ci ha creduto nessuno.

Dopo sì.

Questo piccolo episodio solo per ricordare che quel giorno qualcosa di sbagliato è successo.

400.000.000 di Firefox

Correva il mese di ottobre del 2005 quando i supporter di Firefox ne annunciavano i 100 milioni di download. Un risultato storico già all'epoca.

Ieri è stato superato il traguardo (numero download in tempo reale qui) che vedete nel titolo del post, tanto che perfino Repubblica, notoriamente più incline a scrivere articoli zerbino per zio Bill, ne dà notizia con un - tutto sommato pregevole - articolo pubblicato qui.

Firefox viaggia. Viaggia a ritmi sostenuti e impensabili fino a pochi anni fa, e continua a strappare preferenze e consensi a quello che è tuttora il re incontrastato dei browser: Internet Explorer (una delle tante dimostrazioni di come, spesso, diffusione di un software non è automaticamente sinonimo di qualità).

Il confronto percentuale della diffusione dei due browser lo potete vedere nella tabella qui sotto, aggiornata allo scorso agosto:


(fonte tabella: xitimonitor.com)


Come si può vedere, tra i paesi oggetto di studio ce ne sono addirittura alcuni, tipo Slovenia e Finlandia, dove il browser open source è preferito da quasi il 40% degli utilizzatori. E il trend è in crescita.

Chissà se a zio Bill stanno fischiando le orecchie.

lunedì 10 settembre 2007

Indovinello

Piccolo indovinello facile facile. Guardate l'immagine qui sotto:



Ieri sera, nella fascia oraria che va dalle 19 alle 21, mi sono sorbito tutti questi tiggì facendo una sorta di zapping "acrobatico". Volevo verificare una cosa che sospettavo e della quale ho trovato puntuale conferma, che è poi l'indovinello che vi sottopongo.

Tutti questi tiggì (chi più chi meno) hanno dedicato un servizio o detto almeno due parole sul V-Day di Beppe Grillo. Tutti. Tutti tranne uno che ha fatto totalmente finta di niente. Ecco l'indovinello: qual'è il tg che ha fatto finta di niente?

Tocca a voi. Via con le risposte!

La truffa dei 25 euro per e-mail

Aprite Google e digitate "25 euro email" (senza virgolette). Il risultato che vedete è solo una parte dell'immenso elenco dei siti che pubblicizzano questa nuova truffa, in circolazione addirittura da poche ore.

La truffa consiste nella falsa promessa di un pagamento di 25 euro per ogni e-mail ricevuta. Il meccanismo di questa truffa è molto semplice ed è spiegato bene qui. Il sito che vi ho appena linkato è uno dei molti che stanno spuntando come funghi in queste ore e che il provider altervista.org ha già cominciato a oscurare (è probabile quindi che da qui a breve il sito non sia più raggiungibile).

In pratica, come spiega bene Salvatore sul suo blog, si tratta semplicemente di acquistare un pacco (si tratta di un pacco vero e proprio del costo di 25 o 49 euro a seconda del sito che lo reclamizza) e utilizzare le istruzioni contenute al suo interno per rispondere alle e-mail ricevute. Nel pacco sono contenute le istruzioni su come attivare un sito internet truffaldino col quale vendere i suddetti pacchi, pubblicizzarlo e aspettare che il gonzo di turno acquisti a sua volta il pacco.

Come osserva giustamente Salvatore, oltre a non ricevere e guadagnare un bel niente da tutto il meccanismo (chi ci ha guadagnato è semmai colui che ha dato il via per primo alla catena di S.Antonio), si corre anche il rischio di essere denunciati per truffa, in quanto di vero e proprio meccanismo truffaldino si tratta.

L'ho già spiegato altre volte, ma vale sempre la pena di ripeterlo: le "bagge" su internet non esistono, così come non esistono nella vita reale. Evitate sempre senza indugi di abboccare a e-mail o siti che vi promettono soldi facili e veloci. Nel 100% dei casi sono sempre truffe.

domenica 9 settembre 2007

I campionati mondiali di imbecillità

Nel '69 lo faceva il grande Joe Cocker (foto) a Woodstock.

Il gesto di mimare una esecuzione strumentale (che sia di chitarra o di batteria o altro non importa) è una cosa tutto sommato innata e istintiva. Chi di noi non l'ha fatto almeno una volta ascoltando un pezzo che gli piace? Oppure chi di noi non ha mai tamburellato con le dita il ritmo di una canzone particolarmente orecchiabile? E' una cosa normale.

Farci su un campionato mondiale, perdonate, mi sembra però una grossa imbecillità.

Gatti e foto


Se (come me) siete affetti da "gattofilia", non potete perdervi questo sito.

Non è mai come sembra

Probabilmente molti di voi ricorderanno la vicenda di Erika e Omar, i due fidanzatini di Novi Ligure responsabili dell'uccisione nel 2001 della mamma e del fratellino di lei. Inizialmente i due dissero che si trattava di una rapina da parte di extracomunitari finita in tragedia. Tutti, ovviamente, ci siamo indignati alla notizia (ricordo ancora perfettamente un intervento di Enrico Mentana al tg5 in cui diceva senza mezzi termini che non c'erano scuse: i responsabili andavano individuati e sbattuti dentro).

Il giorno dopo siamo venuti a sapere che in realtà gli autori dell'efferato duplice delitto erano proprio i due fidanzatini e di colpo l'indignazione iniziale si è trasformata in smarrimento, stupore, incredulità.

Una sensazione del genere penso l'abbiano provata anche molti (me compreso) di quelli che hanno saputo del presunto coinvolgimento dei genitori nella vicenda della piccola Maddie McCann (foto), la bimba scomparsa in Portogallo agli inizi di maggio. Pare infatti (la sospetta forma dubitativa è quantomai d'obbligo in questi casi) che la bimba non sia stata rapita, come si è sempre pensato finora, ma uccisa involontariamente proprio dai genitori stessi. Gli stessi genitori che hanno girato l'Europa distribuendo foto e appelli per il suo ritrovamento.

Questi sono due esempi, ma se ne potrebbero citare tanti: dalla strage di Erba, in cui ci si è subito (e un pò troppo frettolosamente) precipitati a dare del mostro al padre tunisino, che in realtà non c'entrava niente, alla recente vicenda di Perugia, anche questa apparentemente provocata da una rapina finita male ma in realtà da addebitare alla furia omicida del marito (il quale nel frattempo si era prodigato nel tentare di avvalorare la falsa pista della rapina).

Per venire a oggi, c'è il caso Garlasco, con il fidanzato già praticamente additato da tempo dalla stampa come responsabile dell'omicidio della fidanzata, fino alla scoperta - ieri - che i risultati degli esami hanno mandato all'aria quella che doveva essere la prova definitiva, la famosa "svolta". E così via, fino al prossimo caso.

Insomma, verrebbe quasi da dire che il primo giudizio lo dà la stampa, quello dei RIS viene dopo.

sabato 8 settembre 2007

Ho fatto il mio dovere :-)

Sono rientrato adesso (18,50) da Santarcangelo. Ho saputo infatti solo ieri che un banchetto per l'adesione al V-Day era presente anche in piazza Ganganelli (mi sono così risparmiato la trasferta fino a Rimini). Purtroppo ho dimenticato la fotocamera a casa e non ho potuto immortalare l'"evento" :-(

Un cartello avvisava che i moduli ufficiali per apporre la firma erano esauriti e che quindi la mia (e quella delle persone in coda con me) avrebbe avuto solamente valore statistico, anche se sarebbe stata consegnata ugualmente a Beppe Grillo.

I ragazzi che raccoglievano le firme al banchetto sono stati molto gentili e prodighi di informazioni. E non c'erano né confusione, né urla, né cori da stadio: una raccolta di firme tranquilla ma determinata, oserei dire.

Microsoft "aiuta" Firefox

Leggo su PI (qui) che Microsoft avrebbe messo in campo una sorta di "percorso guidato" con lo scopo di fornire supporto agli utenti di Firefox in caso di problemi nell'utilizzo del programma di navigazione sui sistemi Xp o Vista.

In pratica, in caso di crash del celebre browser open source (evento in verità piuttosto raro), "Windows propone un link ad una pagina web [questa] che contiene alcune informazioni specifiche su Firefox e sulle modalità per ottenere supporto", si legge nell'articolo.

Il supporto che Microsoft mette a disposizione degli utenti in caso di problemi coi vari software non è una novità. La novità è che risulta essere la prima volta che ciò avviene nei confronti di applicazioni open source. Questo è un ulteriore elemento che conferma come sia realmente in atto da parte del big di Redmond una sostanziale presa di coscienza nei confronti dell'avanzata e dell'espansione del software libero, e dell'aumento dei suoi utilizzatori.

E non è poca cosa, se si tiene conto che solo fino a pochi anni fa Linux, e in generale l'open source, era visto da Microsoft come un cancro che tutto ciò che tocca contamina.

Ma prima o poi con la realtà si viene sempre a patti.