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lunedì 27 novembre 2006

Ma sì, depenalizziamo anche il doping

Dunque, nella precedente legislatura è stato depenalizzato il falso in bilancio ("contabilità creativa" fa più trend), in questa è già stato approvato l'indulto (scusate se ogni tanto lo tiro fuori, ma questo provvedimento non l'ho ancora mandato giù), è quindi stata innalzata la soglia minima consentita per la detenzione di sostanze stupefacenti "leggere", e adesso scappa fuori Ferrero, ministro della Solidarietà Sociale (che non sono mai riuscito a capire bene a cosa serva), con una nuova folgorante idea: depenalizzare il doping.

Naturalmente vanno subito precisate alcune cose: innanzitutto, come riportato anche nell'articolo di Repubblica, si tratta di un progetto sulla carta, ancora in fase di studio; e, scopo principale di questo provvedimento, sarebbe quello di far sì che "l'atleta denunci chi lo induce al consumo di sostanze dopanti per la pratica sportiva".

Non entro nel merito dello scopo del provvedimento (peraltro più che condivisibile), ma qualcosina sul metodo mi viene da dirla, e per fare ciò - abbiate pazienza - la prendo un pò alla lontana.

Ultimamente, non so se ci avete fatto caso, mi pare che stia prendendo piede una certa tendenza a 'legalizzare' tutto, a dare a qualsiasi cosa una parvenza di legittimità, di "ma sì, cosa vuoi che sia?". E questo indipendentemente da chi sta al governo (cosa ancora più preoccupante). Gli esempi che ho citato all'inizio di questo articolo sono solo alcuni. Intendiamoci, non sono un "forcaiolo", uno di quelli che vorrebbe applicata alla lettera qualsiasi legge repressiva senza tenere conto di un minimo di buon senso e, quando serve, di "elasticità". Però questa specie di lassismo latente (secondo me pericoloso) che sta prendendo piede un pò mi preoccupa.

Il doping deve secondo me restare un reato penale, non penso sia una buona idea declassarlo affinché rientri nel solo ambito della giustizia sportiva. Doparsi, oltre che pericolosissimo per la salute dell'atleta, rappresenta infatti una delle cose più abiette che si possano commettere, perché mina alla base uno dei concetti basilari per cui vale ancora la pena appassionarsi a uno sport: e cioè la lealtà sportiva.

Doparsi significa infatti "barare", far credere di essere in possesso di qualità fisiche e prestazionali che in realtà non si posseggono. Significa, per dirlo in una parola, ingannare. Questa odiosa pratica è già purtroppo diffusissima in molti ambiti sportivi: si va dall'atletica, al ciclismo, al nuoto, solo per citarne alcuni, e sinceramente non penso (anche se questa è solo una mia personalissima opinione) che riducendone la gravità si possa in qualche modo arginarne la diffusione.

Anzi, penso sia molto probabile che si ottenga solo l'effetto opposto.

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