sabato 13 dicembre 2025

Rampini e gli scienziati-sacerdoti

Il punto focale della contrapposizione tra Federico Rampini e la scienza è che la scienza, che a differenza di Rampini non ha la verità in tasca, si corregge da sé. Rampini no. Se una delle più autorevoli riviste scientifiche al mondo, Nature, ritira un suo articolo lo fa perché nel suddetto articolo possono essere trovate, anche successivamente alla pubblicazione, delle imprecisioni, imprecisioni che tra l'altro risultano oggi già emendate. L'articolo in questione è infatti pronto per essere ripubblicato ed è già leggibile in rete, si attende solo che venga sottoposto a revisione paritaria (la cosiddetta "peer review"). La pratica della revisione paritaria è il pilastro su cui poggia la ricerca scientifica e permette di discriminare un articolo con fondamenta scientifiche da uno che non ne ha, accreditando il primo e screditando il secondo. Se poi vogliamo andare nel dettaglio, non è neppure stata Nature a ritirare l'articolo incriminato, sono stati gli stessi tre scienziati che l'hanno prodotto. 

Quindi, quando Rampini parla di "scandalo" e delira di scienziati che si atteggiano a sacerdoti con lo scopo di rieducare l'umanità (?); quando afferma che gli scienziati pubblicano "dati falsi e truccati", ponendosi tra l'altro nello stesso solco del negazionismo climatico trumpiano, dice delle emerite stupidaggini.

Poi, per carità, casi di scienziati che per interesse o altri motivi hanno pubblicato falsità esistono: persone scorrette esistono in ogni ambito del sapere umano. Ma i meccanismi che si è dato l'ambito scientifico (la peer review è uno di questi) per metterli alla porta e isolarli sono validissimi, e sarebbe un'ottima cosa che anche nell'ambito del giornalismo venissero adottati. La scienza è perfettamente in grado di scovare i suoi errori e di correggerli; si può dire lo stesso di Rampini? Mah.

3 commenti:

  1. Poveri noi... Se un Federico Rampini, che non dovrebbe essere proprio l'ultimo degli sprovveduti, pesta una merda così platealmente, vien da chiedersi cosa ci si può aspettare dalle teste di quell'esercito d'ignoranti e/o superficiali che abita il mondo.

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    1. A me dà fastidio la malafede. Rampini ha quasi 50 anni di giornalismo sulle spalle e non può non sapere i meccanismi con cui lavora la scienza. Nel caso specifico ha utilizzato strumentalmente la vicenda, dal punto di vista delle procedure scientifiche assolutamente regolare e di prassi, per ingannare i lettori e tirare acqua al suo mulino del negazionismo climatico. È questo che mi dà fastidio. Il Corriere della Sera non è Libero o La Verità, che hanno fatto delle bufale antiscientifiche il loro marchio di fabbrica, è un organo di informazione che nonostante tutto ha ancora una sua autorevolezza, e Rampini con le sue bufale in stile trumpiano non gli rende certo un buon servizio.

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    2. Non conosco abbastanza Rampini, anzi, non lo conosco quasi per niente; mi chiedo dunque cosa lo spinga a tirare acqua, come giustamente rilevi tu, al mulino del negazionismo climatico, visto che chiunque disponga di un minimo d'intelligenza non può non solo negare l'esistenza, ma neanche sottovalutare la gravità della crisi climatica in atto. Mi resta dunque l'interrogativo del perchè lo faccia, rendendo un pessimo servizio al principio di realtà oltre che, come dici tu, al giornale per cui scrive.

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