Devo ammettere che questo libro mi ha sorpreso. L'ho iniziato con qualche titubanza e l'ho trovato splendido, di una intensità sorprendente. Non è solo un viaggio nella storia del Novecento italiano, ma soprattutto un racconto umano fatto di vite spezzate, ideali assoluti, errori, tragedie e scelte impossibili.
La cosa che più colpisce è il modo in cui Claudio Caprara intreccia grande storia e piccole storie. Nella narrazione dell'autore figure come Gramsci, Bombacci o Togliatti non sono solo nomi ascrivibili ai manuali di storia, ma persone con contraddizioni, passioni, speranze e cadute. Una menzione a parte merita il racconto della storia d'amore tra Palmiro Togliatti e Nilde Iotti, una relazione che inizialmente - si era alla fine degli anni '40 del secolo scorso - creò diffidenza e imbarazzo (Togliatti era già sposato) all'interno di un partito che predicava moralità, disciplina e "esemplarità del dirigente". Una relazione che restituì a Togliatti il desiderio di "tenere qualcosa per sé" e di salvarlo dalla totale e assoluta dedizione al partito.
Il libro descrive la complessità e la velocità dei cambiamenti sociali di quegli anni senza mai diventare pesante, anzi mantenendo un ritmo narrativo coinvolgente. È un libro che lascia qualcosa, che invita a capire e a riflettere, più che a giudicare. Uno spaccato della storia d'Italia dal dopoguerra a oggi attraverso le vicende di uno dei grandi partiti di massa della storia d'Italia e dei personaggi che l'hanno reso grande.

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