Paolo Ercolani, nella sua conferenza di ieri sera, tra le tante cose interessantissime che ha detto ha menzionato l'inutilità di andare a votare - il dibattito sull'astensione è ormai vecchio quanto il fenomeno stesso dell'astensione. Il discorso è partito ovviamente da lontano, dall'antica Atene, e si è sviluppato fino a oggi evidenziando le vicissitudini storiche di ciò che comunemente definiamo democrazia. La teoria di Ercolani non si esaurisce ovviamente nella proposizione che andare a votare è inutile, ma anche in quella secondo cui il non voto è un segno di intelligenza perché anch'esso ha un significato, e nello specifico significa smarcarsi dal sistema politico-economico-sociale in cui siamo immersi, il quale sostanzialmente prevede il progressivo aumento delle diseguaglianze e della precarietà; un sistema che vede chi è già povero impoverirsi sempre di più e chi è ricco arricchirsi sempre di più.
Ercolani ha citato il progressivo smantellamento della sanità, portato avanti da tutti i governi; il fatto che i giganti del web (dati del 2024) hanno registrato 2.200 miliardi di euro di utile e vengono tassati con percentuali ridicole, quando invece i lavoratori vedono andarsene quasi metà del loro stipendio in tasse. Ecco, non votare significa anche rifiutarsi di continuare ad avallare questo sistema, è un tirarsi fuori. A questo proposito è interessante (si fa per dire) notare come alle regionali di una decina di giorni fa per la prima volta nella sua storia in Toscana oltre metà degli aventi diritto non si è recata alle urne. Per la precisione, il 52% degli elettori è rimasto a casa, un calo di quasi 15 punti percentuali rispetto a 5 anni fa. Un fenomeno che naturalmente ha molte cause, e tra queste ci sono certamente la disillusione, la stanchezza elettorale, ma anche altro.
Come alcuni analisti hanno fatto notare, in Toscana si è avuto nel tempo un progressivo deterioramento del livello qualitivo della sanità: liste d' attesa più lunghe, saturazione dei pronto soccorso. Secondo alcune rilevazioni del Sole24Ore, la soddisfazione per la sanità pubblica in Toscana è calata di 10 punti in cinque anni. A questo si aggiungono aumenti dei costi della vita e della casa, insufficienti servizi per anziani e famiglie, tagli e ritardi nei contributi sociali. Alcuni politologi come Antonio Floridia e Vincenzo de Sio hanno indicato tutti questi motivi come cause di una sorta di astensione consapevole generalizzata. In sostanza si è verificato ciò che ha descritto Paolo Ercolani nel suo intervento: l'astensione come forma di critica al sistema e volontà di tirarsene fuori, nella convinzione (illusione?) che anche non votare possa portare a un cambiamento.
Io, che sono un vecchio ingenuo e inguaribile romantico, continuo a pensare, nonostante tutto, che il voto sia forse l'ultima e unica arma che ci è rimasta per tentare di incidere in quale modo nella vita pubblica, anche se devo ammettere che la tentazione di starmene a casa è a ogni tornata elettorale sempre più forte.
Ah, dimenticavo. Il filosofo ha esposto anche alcune interessanti riflessioni sull'intelligenza artificiale e, casualmente, Guchi ha scritto questo post che al riguardo mi sembra molto interessante.
Grazie del post, Andrea. La penso come Ercolani. La mia non può che essere una dichiarazione di vuoto.
RispondiEliminaBoh, io non ho una idea precisa in merito. Vivo in un periodo della vita in cui molte delle certezze che avevo cominciano a mostrare più di una crepa.
EliminaIl non voto avrebbe senso in caso di adesione di massa. Allo stato attuale facciamo solo un favore ai cialtroni che governano.
RispondiEliminaVero anche questo. C'è comunque da dire che l'astensione di metà degli aventi diritto non sarà certo una adesione di massa, ma è qualcosa che le si avvicina abbastanza.
EliminaLa Secessione dell'Aventino.
RispondiEliminaIn breve: l'Italia era una monarchia, ma con un Parlamento. Dopo il delitto Matteotti i parlamentari delle opposizioni decisero di astenersi da qualsiasi attività parlamentare, pensando di fare chissà quale notevole opera di protesta. Risultato: l'Italia divenne una dittatura.
(Se qualcuno pensa che sia una mia interpretazione dei fatti errata, sono aperto ad ascoltare o leggere ogni opinione diversa)
Ci pensi bene Paolo Ercolani prima di dire qualsiasi cosa che possa sembrare un invito o una giustificazione al non-voto.
Io sono completamente del pensiero opposto: non andare a votare è sempre sbagliato. Individuare il partito che si avvicina di più alle proprie idee (c'è anche qualche servizio web che aiuta in questo), o il meno peggio. Ma andate a votare. Andateci sempre!
Il governo attuale temo sia su con una maggioranza parlamentare più che stabile più per l'astensionismo di chi la pensa diversamente che non per meriti di maggioranze ideologiche.
Meloni, Salvini e Tajani penso che ringrazino ancora.
Vorrei avere le tue certezze, Maurizio.
EliminaAllora, più che certezze l'idea di individuare un partito che si allinei maggiormente con le mie idee o quello che reputo il meno peggio, penso sia più il voler evitare di dare delega e carta bianca ad altre persone che altro. Il mio voto conta poco, ma conta.
EliminaCredo molto nella democrazia, nonostante sia attualmente bistrattata da molti. Una struttura basata sulla divisione dei poteri e sul dare rappresentanza a tutti (o quasi).
NB: "Rappresentanza". Non "voce". Non sarebbe gestibile come cosa.
A me piace molto una citazione di Winston Churchill. Non ricordo di preciso con quali parole, ma diceva più o meno che la Democrazia è la peggior forma di governo per un paese, ad eccezione di tutte le altre.
EliminaOra, in Democrazia il diritto al non-voto è sacrosanto. Per carità.
Ma chi non vota delega gli altri. Delega e poi, per coerenza, è bene che non si lamenti.
Che una quota di astensionismo arrivata ormai a livelli impensabili solo poco tempo fa possa portare ad un cambiamento mi sembra platealmente smentito dalla realtà. Mi pare anzi evidente che ai partiti vada benissimo così: perchè dovrebbero auspicare una maggiore affluenza alle urne, dal momento che proprio questa crescente, inarrestabile disaffezione al voto li consolida nel loro potere? Avete mai visto o sentito un qualsiasi partito battersi o anche solo affrontare seriamente la questione dell'astensionismo? Il fatto è che gli va benissimo così, visto che ad intaccare il loro pacifico consolidamento non sarà di certo la diserzione del popolo dai seggi, al contrario.
RispondiEliminaPersonalmente resto comunque convinta che il voto non possa non incidere nella sfera politica e nella vita pubblica e continuerò, considerandolo oltretutto una conquista irrinunciabile, ad esprimerlo.
Continuerò anche io ad andare a votare e continuerò a farlo turandomi il naso, come ho sempre fatto. Ma se è vero, come è vero, che alti livelli di astensione sono comunque graditi al sistema politico (qualche voce di allarme in questo senso mi pare arrivi ogni tanto solo da Mattarella) e se è vero, come è vero, che l'astensione non cambia certo le cose, è anche vero che pure votare non sembra cambiarle granché.
EliminaMi pare che, guardando al passato, anche quando sono stati al governo coalizioni riferibili al csx non sia cambiata molto la situazione per quanto riguarda grandi temi sociali come diritti dei lavoratori, lotta alle disuguaglianze e redistribuzione della ricchezza. Sì, ok, qualche provvedimento in questo senso è stato preso, penso ad esempio a cose come il Reddito minimo di inserimento del 1998, il bonus degli 80 euro di Renzi, il REI nel 2017. Ma si tratta comunque di misure parziali più attente alla competitività che alla redistribuzione. E vogliamo parlare dei tagli alla sanità degli ultimi 30 anni fatti da governi di ogni colore? Per quanto riguarda il lavoro, poi, non va dimenticato che il famigerato pacchetto Treu, 1992, la misura che ha istituito per legge il precariato, è stato varato da un governo di centrosinistra.
È possibile avere un governo di qualsiasi colore che combatta seriamente le disuguaglianze, la povertà, la precarietà? Perché in tutti gli anni in cui il csx è stato al governo non è mai riuscito a fare una patrimoniale? Aspettava forse che la facesse il governo Meloni? E se oggi il csx fosse al governo, siamo così sicuri che avrebbe il coraggio, come dall'opposizione strilla la Schlein, di tassare gli extraprofitti di banche, assicurazioni, aziende energetiche, farmaceutiche o i giganti drl web, tutti soggetti che godono di una imposizione fiscale ridicola a fronte di guadagni immensi? Io ho moltissimi dubbi. Quindi, alla fine, sui grandi temi economici cosa cambia votare uno schieramento o l'altro?
Sì, ok, rimane la questione ideologica e la soddisfazione di mandare a casa questo impresentabile coacervo di fascisti, ma milioni di italiani che fanno la fame e che non riescono a pagarsi le cure che dovrebbe passargli lo Stato, se ne fregano delle ideologie, vogliono fatti. Vogliono governi disposti a mettere le mani nei portafogli di chi ha i soldi e attuare politiche serie di redistribuzione. Se questo non succede, ed è un fatto che non succede, come si può continuare ad avere voglia di andare a votare?
Le cose che non vanno le troveremo sempre. Probabilmente, però, perdendo di vista le cose fatte meglio (meglio di altri).
EliminaPosso semplificare un po' tanto in questo modo:
esistono il bianco, il grigio chiarissimo, il grigio chiaro, il grigio intermedio, il grigio scuro, il grigio scurissimo, il nero. Io al nero preferirò sempre il grigio scurissimo. E intanto voto, sperando di avere una buona rappresentanza in grado di bloccare qualcosina che fa il nero al governo.
In realtà in Italia esistono moltissime altre gradazioni. E moltissimi altri colori. Difficile identificarcisi completamente con uno di essi. Ma è bene individuare una propria posizione.
EliminaQuello che Maurizio rappresenta come gradazioni dal bianco al nero io lo chiamo molto meno elegantemente merda, in cui si può essere immersi a vari livelli, anche fino al collo o sempre più su, fino a sopra i capelli.
RispondiEliminaEd esattamente come lui preferirò sempre essere un po' meno nella merda che un po' di più, o addirittura completamente.
Sono perfettamente d'accordo con te, Andrea, sia su quello che i governi di centro sinistra non hanno fatto sia su quello che invece hanno fatto e non dovevano.
Però non avrebbero mai fatto ciò che sta facendo la destra attualmente al governo, vale a dire minare alla base i fondamenti stessi dello stato di diritto e della democrazia, divisione dei poteri in primis, ed è quello che non mi stanco di rinfacciare ai miei tanti amici che alle ultime elezioni non sono andati a votare, troppa la puzza proveniente da sinistra che il loro delicato nasino non tollerava... E così siamo finiti in una merda il cui livello non è ormai più destinato a scendere, a quanto (almeno a me) pare.
In effetti no, nessun governo di csx si è mai spinto a questi livelli di eversione, anche se comunque al csx va rimproverato di non aver mai cancellato molte delle leggi vergogna nate negli anni di Berlusconi (conflitto di interessi, leggi ad personam sulla giustizia, sul riassetto del sistema radiotelevisivo ecc.).
Eliminaio ero a favore del voto ma ora che siamo in una dittatura avrebbe ancora senso andare a votare? secondo me no. Si può solo manifestare, farsi manganellare e finire in galera e non è un'opzione che mi interessa
EliminaMi sembra un po' esagerato. Che siamo in una democrazia più formale che sostanziale magari è vero, ma da qui alla dittatura ne corre.
EliminaSull'importanza di scegliere il meno peggio, ho un esempio qui nella mia provincia. Riserva naturale in zona costiera, con nidificazione di fratini e tartarughe che vengono a depositare uova. L'associazione di volontari che aiuta a gestire e mantenere pulita la zona (spiaggia libera, mai data in concessione) non ha fatto altro che lamentarsi dell'amministrazione comunale, ché mancava di questo e ché mancava di quello. Alle regionali ed alle comunali quasi tutti questi volontari hanno scelto il non-voto. Vince la destra in entrambe le istituzioni e nel giro di un annetto la riserva è stata notevolmente ridotta come area per permettere edilizia varia.
EliminaColpa della visione esclusivamente imprenditoriale degli amministratori di quell'area politica, non metto in dubbio che sia la responsabilità principale.
Ma chi è di sinistra tende ad essere sempre troppo critico e a vedere solo problemi. A mettere su queste attuali amministrazioni temo che negli ultimi decenni sia stato soprattutto l'astensionismo.
"Con un emendamento alla Legge di stabilità regionale 2024 della Regione Abruzzo (divenuto poi l’art. 25 della Legge regionale 25 gennaio 2024, n. 4), il Consiglio regionale abruzzese ha deliberato di fatto la cancellazione della Riserva regionale del Borsacchio nel Comune di Roseto degli Abruzzi (TE), riducendola del 98% del suo perimetro che è passato dagli originari circa 1140 ettari a 24.7 ettari."
(da https://www.guidedellariservaborsacchio.it)
Sono consapevole che votare il meno peggio è un'opzione con una sua validità che può avere anche qualche effetto positivo, ma alla lunga ci si stanca. Io non voglio votare il meno peggio, ho votato il meno peggio per troppi anni, voglio votare un partito che rappresenti i progressisti, che abbia un programma chiaro, condivisibile, che sia realmente di sinistra. Sono stanco di vedere che il csx vince le elezioni con la promessa di cancellare il conflitto di interessi berlusconiano, come accadde nel 2006, e nel 2025 quella legge oscena è ancora lì. Questo voglio dire, ed è per questo che non me la sento di biasimare chi per sfinimento comincia a stare a casa.
EliminaC'è quel partito. C'è sempre stato, anche se con sigle sempre diverse. Non è il PD. Ma una rappresentanza delle idee che esponi, c'è. Piccolino, ma c'è.
EliminaPoi, per ovvie ragioni, fa alleanze.
Non andare a votare, come fanno soprattutto a sinistra, fa vincere le destre.