Mi si rimprovererà, probabilmente a ragione, di essere un po' fissato con l'idea che il livello qualitativo della musica della mia generazione era significativamente più elevato di quello odierno. Non sto dicendo che la musica di oggi sia tutta da buttare, magari nei circuiti un po' più di nicchia o underground c'è anche oggi musica di qualità, così come del resto ai miei tempi assieme alla musica di qualità c'era anche quella usa e getta. Ma, mediamente, credo che il livello qualitativo generale di allora fosse di gran lunga più elevato. Me ne rendo conto ogni volta che ascolto i cantautori degli anni Settanta e Ottanta (nei Novanta cominciava già a vedersi una certa flessione in questo senso).
Ieri, ad esempio, ho riascoltato l'album Signora Bovary, di Francesco Guccini. Guccini, assieme a Paolo Conte e a pochi altri, è stato probabilmente uno dei cantautori più colti e raffinati che abbiamo avuto in Italia, degno rappresentante di quella generazione di musicisti-narratori che nelle loro canzoni raccontavano storie, scavavano nell'interiorità dell'umano e disseminavano i loro versi di richiami alla letteratura e alla storia. Nell'album di Guccini in questione almeno due canzoni si distinguono più delle altre in questo senso e una di queste è Scirocco.
Già l'incipit del testo lascia quasi senza fiato per la sua bellezza: "Ricordi, le strade erano piene di quel lucido scirocco, che trasforma una realtà abusata e la rende irreale. Sembravano alzarsi le torri in un largo gesto barocco, e in via de' Giudei volavan velieri come in un porto canale". Pensate alla genialità di utilizzare l'aggettivo lucido per definire un vento e all'impatto emotivo che genera questo inusuale accostamento, apparentemente privo di senso. Ma anche l'immagine delle torri che si alzano in un largo gesto barocco sorprende per il suo cozzare contro il senso comune e contro la linearità di significato che usiamo attribuire alle cose e alle espressioni. Poi si entra nella storia col richiamo a via de' Giudei. Credo si sia capito da questi elementi che la vicenda narrata nella canzone si svolge a Bologna. Le torri citate da Guccini sono infatti le famose Garisenda e Asinelli, strutture di origine medievale che avevano sia funzioni militari che gentilizie. Ma anche la citata via de' Giudei è densa di richiami storici. Si tratta infatti di una delle vie principali del ghetto ebraico di Bologna.
Il nome via de' Giudei deriva dalla presenza di famiglie ebree ancora prima della creazione del ghetto. Il nome fu mantenuto fino agli anni Trenta, quando, in seguito alla promulgazione delle leggi razziali, a cui seguì un certo clima antisemita, fu cambiato in via delle Due Torri.
La vicenda narrata nella canzone riguarda una relazione extraconiugale. Il testo prosegue con l'immagine di un uomo seduto a "un tavolo da poeta francese" in un bar sotto le due torri. A un certo punto arriva frettolosamente una donna, e arriva "danzando nella rosa di un abito di percalle che le fasciava i fianchi", si siede al tavolino, ordina qualcosa e i due cominciano a parlare. Non si sa di cosa parlano, ma a un certo punto lei si alza e se ne va frettolosamente, uscendo dal bar senza voltarsi indietro. È un arrivederci? Un addio? Non si sa. Mentre la scena si svolge, Guccini racconta con versi mirabili tutta la lacerazione e il conflitto interiore dell'uomo, "schiacciato
fra lei e quell'altra che non sapevi lasciare,
tra i tuoi due figli e l'una e l'altra morale, come sembravi inchiodato..." Dopo che lei se n'è andata "lui restò come chi non sa proprio cosa fare, cercando ancora chissà quale soluzione,
ma è meglio poi un giorno solo da ricordare
che ricadere in una nuova realtà sempre identica..."
La vicenda si chiude... beh, il finale non ve lo racconto, lo lascio raccontare a Guccini stesso.
L'altra perla di questo album è la canzone che gli dà il titolo, Signora Bovary, una splendida e poetica riflessione sul senso della vita, vita scandita da giorni che "gocciolano come rubinetti nel buio", da "atri a piastrelle di stazioni secondarie", dai pensieri di ognuno che spesso "sono come i cani in chiesa, che tutti prendono a calci", e dall'eterna domanda su cosa ci sia là in fondo, "quando bene o male faremo due conti". La lascio qui di seguito, con tutto il suo carico di riflessioni che suscita e con la ferrea convinzione che tra la musica della mia generazione e quella di oggi non c'è storia.

È stato il primo album completo di Guccini che ho ascoltato e ho amato, tuttora resta il mio preferito. È davvero colmo di canzoni memorabili: Keaton, canzone di notte. Scirocco è straordinaria musicalmente e nella lirica, sono rimasto in attesa di un finale... Secondo te? Per me, lui resta da solo. Sic.
RispondiEliminaSì, alla fine lui resta solo, senza amante e senza moglie. Un finale alla Guccini, direi.
EliminaComunque sì, è un album denso di perle, ma è difficile trovare un album del Maestrone che non lo sia.
Keaton è strepitosa.
Si mi piace come l'hai battezzato: Maestrone.
EliminaAltro bel album è Quello che non... comunque è difficile scegliere con lui, lo stesso made esempio con Faber e Battiato.
Il realtà il soprannome "maestrone" gli fu affibbiato da Ligabue, suo grande estimatore, per riconoscerne il ruolo di maestro e figura di riferimento nella canzone d’autore italiana. Il soprannome è stato poi ripreso da molti altri artisti e giornalisti.
EliminaComunque sì, anche "Quello che non" è un altro grande album.
Grazie dell'informazione, non lo sapevo, si rende davvero l'idea anche fisicamente. L'ho visto due volte dal vivo, sempre una bella esperienza.
EliminaQuando si pensa "uno dei più bei dischi di Guccini" si ha l'impressione di far torto a molti altri, mentre a proposito dei suoi incipit, a dir poco strepitosi, secondo me la palma del migliore spetta a quell' "E correndo m'incontrò lungo le scale, quasi niente mi sembrò cambiato in lei" della canzone "Incontro" (dall'album "Radici").
RispondiEliminaSenza peraltro ignorare che solo lui poteva chiamare culodritto la figlia piccola nella canzone a lei dedicata...
Grande, e per molti versi inarrivato Guccini!
Verissimo. Nel mio piccolo posso vantarmi di avere a casa quasi l'intera discografia di Guccini, che amo da quand'ero ragazzino.
EliminaPer quanro riguarda la splendida Incontro, sul mio canale youtube ci dovrebbe ancora essere un mio vecchio e imbarazzante video in cui la interpreto con la chitarra, ma per pudore non lo linko :-)
Trovata! E non è niente male, il link se mi permetti ce lo metto io:
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=Kn9AiR4kQfw&list=RDKn9AiR4kQfw&start_radio=1
En passant, che bello anche quell' "e pensavo dondolato dal vagone, cara amica il tempo prende il tempo dà"...
Permetto, permetto ;-)
EliminaDomanda: la segnalazione di eventuali refusi vale solo per i post, o anche per i commenti?
EliminaIn quest'ultimo caso, ti è scappato un "Per quanro riguarda la splendida Incontro": superfluo notare come nelle ore antelucane il tasto della t e quello della r siano ancora più vicini del solito ;-)
Comunque tu continua a tenere d'occhio i miei "perchè" ;-))
Vale per tutto. Il problema è che i commenti, a differenza dei post, non sono modificabili, ciò che è scritto è scritto, quindi ti puoi risparmiare la fatica XD
EliminaNotizia ferale per i miei accenti sbagliati, destinati dunque a rimanere imperituri... ma tu segnalameli lo stesso :-))
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