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martedì 26 novembre 2024

La faida

La faida tra Conte e Grillo ricorda un po' l'uccisione del padre nel complesso edipico. L'uccisione del padre è appunto, simbolicamente, il rito che segna il passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Per restare un po' nella metafora è quindi un po' come si i pentastellati facessero il salto nell'età adulta liberandosi del padre, cioè il loro fondatore Beppe Grillo.

Il quale padre, naturalmente, non ci sta proprio a essere fatto fuori. A maggior ragione a essere fatto fuori da un signore, Giuseppe Conte, che è stato creato da Grillo stesso e che fino a pochi anni fa era un perfetto signor nessuno. È la creatura che si ribella al creatore, da un certo punto di vista.

Quando i 5 stelle nacquero, ormai una quindicina d'anni fa, non mi dispiacevano. Erano portatori di istanze su ambiente, diritti, giustizia sociale, redistribuzione del reddito e altre cose con cui mi trovavo in sintonia. Anche questo loro iniziale dichiararsi qualcosa di diverso dal sistema partitico a cui eravamo abituati mi piaceva. In quei primi anni ricordo di averli anche votati, una o due volte.

Poi lo scorrere del tempo ha portato a una loro lenta ma costante omologazione a quel sistema che dichiaravano di voler combattere, tanto che nel corso degli anni hanno appoggiato più o meno tutti i governi che si sono succeduti dalla caduta di Berlusconi in qua. Immagino che per i grillini della prima ora la goccia che ha fatto definitivamente traboccare il vaso sia stato l'appoggio al governo Draghi.

Oggi i 5 stelle sono più o meno un partito come gli altri e la costituente di questi giorni è servita a demolire gli ultimi rimasugli di quella originalità da tempo ormai logorata. Per completare l'opera rimane da fare fuori il padre, ma quello non ne vuole sapere. Vedremo come finirà.

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