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mercoledì 10 luglio 2024

Il crollo dei miti

Non credo di aver mai letto niente di Alice Munro. La conosco di fama (è impossibile non conoscere una scrittrice che ha vinto anche il Nobel) ma sono ragionevolmente sicuro di non aver mai letto niente di lei. Questo mi consente di poter giudicare la vicenda delle rivelazioni della figlia Andrea, di cui tanto si parla in questi giorni, in maniera più distaccata, meno coinvolta. E il mio giudizio sulla scrittrice è negativo. Difficile che possa essere altrimenti.

Capisco però che per chi la ama la cosa si complica parecchio. Perché un artista che si ama, sia esso uno scrittore, un cantante, un attore ecc., lo si idealizza totalmente, nel perfetto compimento di una sineddoche. Se un artista ci conquista, tutto di quell'artista è perfetto, non si concepisce l'idea che possa avere difetti o lati oscuri.

Questa cosa è perfettamente naturale. Anche io non concepirei, ad esempio, che Stephen King, o Francesco Guccini, o altri artisti che sono stati e sono colonne della mia vita possano avere lati poco commendevoli della loro vita che non conoscevo. Insomma, la caduta di un mito, anche a livello psicologico, non è una cosa indolore e genera un contraccolpo notevole. Bisognerebbe avere la capacità di poter scindere in una persona ciò che è buono da ciò che buono non è, ma è molto più facile a dirsi che a farsi.

5 commenti:

  1. Un'eterna questione destinata a restare irrisolta. Vado a memoria: Paul Claudel "dimenticò" la sorella scultrice Camille rinchiusa in un manicomio gli ultimi 30 anni della sua disgraziata vita; Jean-Jacques Rousseau il grande pedagogo abbandonò 5 figli all'orfanotrofio, e qualche peccatuccio nei confronti di non so più quale figlio/a credo ricada anche sul molto cattolico Manzoni. Per non parlare del mio adorato (musicalmente) Wagner, che dal lato umano non potrei trovare più odioso. Mentre per restare nell'attualità penso a Gérard Depardieu, difficile credo ormai da evocare se non ricorrendo a meritatissimi insulti, eppure è stato un attore di eccezionale bravura.
    Insomma genio e umanità non sembrano destinate ad andare a braccetto... per quanto duro e a volte insopportabile toccherà farsene una ragione. Per fortuna ci sono le eccezioni, e ne ho in mente non poche; o sono eccezioni le fetecchie? Dubito che sarà mai possibile stilare un censimento chiarificatore in tal senso.

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  2. Può essere vero e può non esserlo. Ma certamente Alice Munro da morta non può più dire la sua.

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    1. Anch'io, la prima cosa che avevo pensato leggendo la notizia era perchè non averne parlato finchè la madre era viva.
      Però si tratta di una faccenda talmente lunga e intricata che dal di fuori immagino sia difficile, se non impossibile, individuarne o anche solo immaginarne tutte le implicazioni.

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  3. difficilmente la vita di un artista (con e senza apostrofo) è all'altezza delle sue opere. Penso a Chaplin, a Woody Allen, a DeAndrè e ora anche alla Munro, ma l'elenco potrebbe andare avanti all'infinito. Bisognerebbe poter ignorare le vicende umane (spesso disumane) di chi ci ha incantato con la sua arte.
    massimolegnani

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  4. Personalmente non mi riconosco nell’appassionato che descrivi tu, cioè in colui che ammirando le opere straveda anche per l’autore. Cioè sicuramente ammiro l’autore ma limitatamente alla sua capacità di aver concepito le opere. Non mi pongo neppure il problema di chiedermi se un tale autore sia un modello di vita o di virtù e non presumo automaticamente che il suo giudizio in campi che non gli appartengono siano migliori del mio…
    E per me è vero pure il viceversa: non giudico l’opera dal suo autore; spesso, anzi, evito perfino di non leggerne la biografia (magari su Wikipedia) per neppure rischiare di essere influenzato da essa.

    Per esempio tu citi Stephen King che, se non erro, per molti anni ha abusato di varie droghe e ha ammesso di aver scritto diversi libri sotto il loro influsso: ecco, per me questa informazione è solo una curiosità che non modifica il mio giudizio sulla sua opera. Cattivo esempio perché anche tu hai scritto che King ti piace, ma credo che tu abbia capito ciò che intendo…

    Ecco sarebbe interessante sapere, intendo a livello percentuale sulla popolazione, quante persone siano come descrivi tu e quante come dico io. Personalmente (fin dalle elementari!) sono sempre nelle minoranze e quindi suppongo che anche stavolta sia così. Magari un 80% contro 20%?

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