Detesto profondamente la persona che ha ucciso a sangue freddo quella povera orsa e spero che questa venga punita secondo quanto prevede la legge, ma non mi piace che le autorità abbiano dovuto istituire un servizio di sorveglianza della sua abitazione da parte delle forze dell'ordine a causa delle minacce ricevute.
Indignazione, rabbia e odio sono sentimenti che fanno parte della natura umana e che hanno una loro legittimità di esistere, così come il desiderio di vendetta, ma devono restare relegati all'ambito dei sentimenti, non tradursi in azioni. Dal codice di Hammurabi a noi sono passati alcuni millenni e in tutto questo tempo siamo bene o male riusciti, anche se a volte non sembra, a emanciparci da quella cultura.
Ma occhio, è un attimo tornare indietro.
Anche perché va bene l'orsa, ma ci sarebbero ben altre morti per cui indignarsi.
RispondiEliminaI millenni sono trascorsi anche per i cacciatori: si sfogassero ai poligoni di tiro anziché sugli animali selvatici nel loro habitat.
RispondiEliminaIo lo avevo pensato... il suo atto è stato così ignobile anche se dettato dalla paura da non avere nessun perdono in questa società odierna. Elisa
RispondiElimina@LadyJack: l'indignarsi per una morte non esclude il diritto di indignarsi per altre.
RispondiEliminaPersonalmente uccidere un animale equivale a uccidere un bambino. Con questo non sto dicendo che un bambino sia giuridicamente un animale, ma che la viltà dell'assassino è identica. E identicamente andrebbe punita penalmente, in un Paese civile, per lo meno.
Se uno ammazza un'orsa ha la scorta, se una donna denuncia uno stalker....campa cavallo!
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