Avevo iniziato questo romanzo con buone aspettative, anche perché il precedente Il cacciatore di aquiloni, dello scrittore statunitense di origine afghana Khaled Hosseini, mi era piaciuto tantissimo.
L'ho invece trovato abbastanza al di sotto delle aspettative. Merita per il fatto che racconta nel dettaglio la condizione delle donne in Afghanistan durante i conflitti che si sono succeduti partendo dall'invasione sovietica fino a oggi, ma la storia raccontata è, dal punto di vista dell'interesse della trama, abbastanza carente.
Interessante la genesi del titolo, che è tratta da alcuni versi del poeta afghano Saib-Tabrizi, il quale riferendosi a Kabul scrisse: "Non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri".
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Oggi questo blog compie 16 anni e li dimostra tutti: è vecchiotto, un po' malandato, un po' trascurato dal titolare, come quelle persone anziane che a volte vengono un po' abbandonate a se stesse. Però lo tengo, mi piace tornare ogni tanto a scriverci qualcosa. In fondo qui mi sento a casa, e alla propria casa bene o male ci si affeziona, anche se magari a volte la si trascura un po'.
l'ho letto nel 2011 sino a pagina 278... troppo crudo e sapere che la storia si sta ripetendo non fa che farmelo risultare indigesto...
RispondiEliminaVero, la storia si sta ripetendo purtroppo. D'altra parte, l'uomo non impara mai.
EliminaPensa che io non ho nemmeno ancora avuto il coraggio di leggere Il Cacciatore di Aquiloni, regalatomi per un compleanno non so più quanti anni fa...
RispondiEliminaBeh, se ce l'hai in casa che fretta c'è? Mica scappa via :-)
EliminaSe il tuo blog è vecchio, malandato e trascurato il mio è morto. Lunga vita al blog pessimista.
RispondiEliminaLunga vita anche al tuo, malandato come il mio :-)
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