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venerdì 8 luglio 2022

La batteria

Stamattina la batteria della macchina mi ha piantato in asso. Già da qualche giorno dava segni di essere arrivata al capolinea e oggi è passata a miglior vita. Ho messo in moto la macchina coi cavetti e sono andato dall'elettrauto per farmela sostituire con una nuova. L'elettrauto l'ha smontata e ha dato un'occhiata alla targhettina con la data di installazione: novembre 2019.
"Le batterie non durano più niente, ormai" ha borbottato.
"È vero" ho replicato io. "Una volta una batteria durava anche quattro o cinque anni, adesso finisce subito."
"Che schifo" ha aggiunto mentre andava a prendere la batteria nuova da montare.

Mentre armeggiava per montare quella nuova pensavo a quanto avevo letto tempo fa in un libro (mi pare di averne già parlato), dove si diceva che siamo definitivamente entrati in uno schizofrenico circolo vizioso in cui le cose e gli oggetti di uso comune vengono concepiti per durare poco. Vale per tutto: automobili, telefonini, frigoriferi, lavatrici ecc. Ma perché devono durare poco? Perché così devono essere sostituiti e non si interrompe il ciclo della produzione. Siccome oggi la nostra società si regge sulla produzione (perché se non si produce si genera disoccupazione con tutto ciò che ne consegue), ecco che gli oggetti vengono "programmati" per durare poco. In ossequio a una sorta di assurdo paradosso, la fine delle cose è il fine per cui vengono costruite.

È ciò che si può definire nichilismo: portare le cose alla loro fine nel più breve tempo possibile. Le montagne di rifiuti che invadono le città perché esistono? Se si parla con una persona anziana, si scopre che una volta non c'era questo problema, perché le cose erano fatte per durare nel tempo. Oggi no, oggi si butta via tutto. 
Può una società organizzata in questo modo reggere? E se sì, per quanto ancora?
Ho salutato l'elettrauto e gli ho detto: "Ci rivediamo fra due anni per cambiare anche questa batteria."
Mi ha sorriso.

22 commenti:

  1. Risposte
    1. Ha otto anni, spero che almeno altri due me li faccia :-)

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  2. Sai? Io a questa cosa dell'obsolescenza programmata non credo moltissimo. O meglio, non credo che sia così "spinta" come si dice.
    Lavoro a casa con un PC del 2007, ho un'auto del 2010 e una moto del 1998. Le casse audio montate sul PC avranno a dir poco 30 anni, tanto il jack è rimasto lo stesso e sono compatibili con tutto.
    E continua a funzionare tutto egregiamente (certo, la lentezza del PC sul web moderno è più che evidente, ma lì parliamo di algoritmi e matematica, non di obsolescenza).

    Ogni tanto qualche pezzo dei veicoli si usura troppo o si rompe ed è da cambiare, ma parliamo di spese di un 100-aio di euro, a fronte di 10000/20000, o anche di più, per l'acquisto di un veicolo nuovo.

    Io tengo alle cose che ho. Ai miei veicoli, comprese le tre biciclette (passeggio, mtb, bici stradale da corsa), anche loro vecchiotte, ho dato anche un nome proprio. Ho intenzione di usare tutto quello che ho acquistato o che mi è stato regalato fino alla loro fine; fino ad una rottura definitiva e non riparabile.

    La vera pressione non la ho dai produttori. La vera pressione la ho da chi mi circonda. Chi mi vede consultare il mio tablet di 6/7 anni fa o il mio cellulare di 8 anni fa, magari persone che portano in tasca uno scintillante iPhone di ultima generazione che li fa sentire molto nerd (invece sono solo spendaccioni che sfruttano su qualche social solo il 10% al massimo del potenziale che hanno in mano), tende a prendermi in giro; considerandomi un po' retrogrado e non al passo coi tempi.

    Ma me ne frego. A me è sempre andato bene così.

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    1. Può darsi benissimo che la storia dell'obsolescenza programmata sia un po' "spinta", ma è innegabile che esista. Ti faccio due esempi che mi sono capitati recentemente. In primavera ho acquistato il condizionatore nuovo per la casa. Quello precedente l'avevo acquistato nel 1996. Il tecnico che è venuto a montarlo mi ha detto di non pensarci neppure che i condizionatori di oggi durino 26 anni. Si è spinto a pronosticare una decina d'anni di vita a essere ottimisti.
      Stesso discorso per la lavatrice, acquistata nuova quest'anno dopo 25 anni di onorata carriera della precedente. E stesso ritornello del venditore che è venuto a casa a fare i collegamenti relativamente alla sua aspettative di vita.
      Per carità, magari si tratta di due esempi che non fanno testo, ma che le cose che si producono oggi siano (volutamente?) di qualità inferiore di quelle di una volta, credo sia innegabile.

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    2. Ok, però non confondiamo qualità con longevità. Quanto consumava un frigorifero di 30 anni fa e quanto consuma adesso?

      Io, comunque, a casa ho cambiato lavatrice lo scorso anno dopo 25 anni esatti (e non sono pochi; non so se una volta duravano 40 anni, ma di sicuro con 25 anni le ditte non riescono ad avere molto giro).
      Il frigo sta lì da quasi 30 anni, anche lui senza troppi capricci, a parte il doverlo sbrinare una volta ogni uno o due anni.

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    3. Anche il mio frigo Ariston invecchia con onore. 26 anni anche lui e ancora neppure un inconveniente (tocco ferro) :-)

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    4. Sì. Infatti. Certe dichiarazioni è meglio evitarle. :D :D

      A parte gli scherzi, io penso di trattare gli oggetti che ho in casa con un rispetto che rasenta il maniacale.
      Ho amici che lanciano i cellulari a terra nei momenti di stizza, giusto per avere un paragone con cosa si vede là fuori.

      E sinceramente penso di riuscire a sfruttare le mie cose al massimo. Di sicuro non posso lamentarmi della loro durata.

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    5. Stavo pensando anche un'altra cosa: se una ditta mi vende un frigo che dura appena 5 anni, è vero che fa girare il mercato dei frigoriferi, ma lo fa girare alle altre ditte.
      Voglio dire, un po' la concorrenza nel commercio ci tutela.

      Per avere obsolescenza programmata per bene, le ditte dovrebbero accordarsi tutte tra di loro, per non farsi le scarpe a vicenda.

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    6. Video molto interessante. Il PC fisso che ho cambiato l'anno scorso è durato circa una quindicina d'anni, ma c'è da dire che lo usavo solo per scrivere, navigare e vedere qualche film o serie TV in streaming. Naturalmente ci girava su Ubuntu (nella sua versione per PC poco performanti: Lubuntu).

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    7. Yes. Infatti, per sfruttarli al massimo, bisogna saperci mettere anche qualche competenza (ad esempio saperci installare una distro Linux leggera).
      Ma anche con i Windows nativi, per un lavoro da ufficio o musica o qualche filmato, i PC datati vanno ancora bene.

      I veri problemi li si hanno con il web moderno. Le pagine di oggi richiedono molta potenza di calcolo. E inoltre c'è il fatto che i browser non sono più aggiornati per sistemi operativi di una decina di anni fa.

      Ma ciò non toglie che sono macchine che possano ancora lavorare e non essere abbandonate in magazzini o discariche.

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    8. Un po' off-topic, ma di approfondimento nella discussione...
      Per chi utilizza ancora PC vecchiotti con Win XP/Vista, questo è un browser, fork di Firefox, che ha ancora supporto. Attualmente è allineato con Firefox 68.
      Per chi non vuole ancora installare Linux, è una buona soluzione per rimanere sul web con maggior sicurezza e maggior compatibilità coi siti moderni.
      E' anche palesemente veloce.

      Mypal - https://www.mypal-browser.org/

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  3. Sulla batteria, direi che si dovrebbero valutare anche due cose:
    1) La qualità produttiva: più è economica, meno il materiale e i componenti saranno raffinati
    2) La vecchiata: in alcuni casi questi pezzi rimangono nel magazzino del venditore anche per qualche anno. Quindi pensiamo di montare roba nuova, ma che in realtà ha anche qualche anno di stasi sulle spalle. E per una batteria chimica vuol dire parecchio.

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  4. In effetti sì, un prodotto totalmente italiano non penso esista più, e forse non è mai esistito. Intendo naturalmente prodotti meccanici o elettronici, che magari vengono assemblati qui in Italia ma con pezzi che arrivano da ogni parte del mondo.

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  5. Mi sembra ovvio stando a quel che leggo che la lunga durata di un pc,un frigorifero sia dovuta ad una correlazione proprio di data di produzione e fabbricazione .Oggi con la digitalizzazione e l'alta tecnologia è la catena produttiva la benefettrice,dove davvero la fine penalizza il fine oppure sono state incorporate volutamente dove matematicamente tutto possa scorrere in modo direttamente proporzionale,più produciamo e più consumiamo,ben consapevoli di aprire un altro dilemma tra rifiuti e smaltimento!

    Il problema è che questo concepire una durata minima delle cose non è altro che il riflesso interiore a livello di sentimenti,se così possiamo ancora definirli e non siamo antiquati anche nell'uso di una parola desueta.


    L.

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    1. La parola "sentimenti" non mi sembra desueta. Al contrario, mi sembra molto utilizzata. Sono i sentimenti in sé, forse, a essere caduti ormai in disuso.

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    2. Già,in fondo come ci siano finiti i "sentimenti"in un post simile ,se non per il significato stesso che anche la psicologia gli attribuisce,ossia una condizione cognitivo-affettiva che dura più a lungo delle emozioni...Sarà che si vive invece di continue emozioni ,in un usa e getta, sostituendo il senso ai sentimenti?

      Grazie comunque a te Andrea,per averli fatti ri-emergere!
      Ma poi mi dico,davvero scrivo in modo così poco comprensibile quando sono proprio i"sentimenti" ad intereagire?:)

      L.

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  6. Raro trovare chi sa riparare, nessuno impara più il mestiere, quindi chi c'è si fa pagare cifre non convenienti, allora è colpa sua se la gente preferisce buttare e ricomprare l'oggetto nuovo.
    Oppure la società è diventata irresponsabile e non si domanda dove finiscano effettivamente i RAEE, butta e compra, quindi chi sarebbe disposto a riparare chiude bottega, e anche chi si avvarrebbe della loro professionalità non li trova.
    Delle due l'una, io per istinto credo più vera la seconda, e per "problemi di vista" sto perdendo la percezione delle "sfumature di grigio"...

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  7. Che l'artigianato, dove per artigianato si intende anche l'attività di riparare le cose, stia scomparendo è un dato di fatto. Mio suocero ha fatto per tutta la vita l'elettroriparatore (lavatrici e frigoriferi) e mi diceva che è un mestiere che oggi è in declino perché i prezzi di questi prodotti si sono abbassati talmente tanto (si trovano lavatrici a 200 euro) che quando si guastano è più conveniente comprarli nuovi che chiamare uno che venga a casa a ripararteli e che ti dice: "Guardi che cambiare quel pezzo costa come comprare la lavatrice nuova".
    Sto generalizzando, naturalmente, non è sempre così, ma la direzione che abbiamo preso è questa.

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  8. Strano che non hai dato la colpa a Salvini o alla Lega, oppure a Fratelli d'Italia ....davvero strano.

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    1. Io non escluderei una parte di responsabilità da parte della certa politica.
      D'altronde, come scrivevo sopra, se molti ti snobbano perché il tuo cellulare è economico ed ha 4 o 5 anni, probabilmente abbiamo un problema culturale. Molto consumistico. Molto d'immagine.
      E penso sia figlio di una certa TV e di una certa politica.

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