Dice l'Istat, nel suo ultimo rapporto annuale, che il tanto vituperato Reddito di cittadinanza ha evitato a un milione di persone, nel nostro paese, di cadere nella povertà assoluta. Non è una notizia di cui esultare, naturalmente, e questa misura di sostegno non ha certo sconfitto la povertà, come strillavano Di Maio e soci sul terrazzo di palazzo Chigi quando fu approvato, producendosi in una delle più imbarazzanti sceneggiate della storia politica recente; ma è indubbio che una sua utilità sociale l'abbia avuta. Per il resto il quadro dipinto dall'Istat è impietoso e drammatico, con il numero di individui caduti nel baratro della povertà assoluta che è triplicato dal 2005 al 2021, passando da 1,9 milioni di persone a 5,6 milioni - trend che tra l'altro non mostra segni di arresto o inversione.
Povertà che morde soprattutto i lavoratori cosiddetti non standard, quelli cioè precari, con poche tutele e prevalentemente operanti in ambito privato. Lo stipendio medio di queste persone si aggira attorno ai 12.000 euro all'anno, ben lontani da quelle condizioni economiche che secondo la nostra costituzione dovrebbero garantire una vita libera e dignitosa. Tra l'altro, a proposito di questo, è passata praticamente sotto silenzio - ne ha parlato solo Domani - la notizia di un codicillo inserito di nascosto in giugno (le porcate nel nostro paese si fanno quasi sempre in estate) nel decreto Pnrr 2 che rende ancora più precaria, con perdita degli ultimi diritti rimasti, la situazione dei cosiddetti driver della logistica.
La modifica è stata inserita dopo fortissime pressioni di Assologistica, e un deputato di Forza Italia (il partito dei finti liberali che odia chi lavora e ama chi sfrutta) ha fatto di nascosto il lavoro sporco. Perché in Italia funziona così: tutti a stracciarsi le vesti perché una povertà così, signora mia, dove andremo a finire? Poi si varano norme per fare sì chi è più sfruttato lo sia ancora di più, e si sa che diminuzione delle tutele e aumento della povertà vanno da sempre a braccetto.
Il vero problema dell'Italia è che chi percepisce questi bonus, troppo spesso, non ne ha alcun bisogno né diritto, in quanto lavora a nero guadagnando anche bene, ma non ha mai pagato le tasse.
RispondiEliminaConosco personalmente diverse persone che si comportano in questo modo. Cosa dovrei fare? Denunciarle alle autorità? Ma se l'altro giorno sono rimasta vittima di un tamponamento a catena e ho dovuto letteralmente supplicare i vigili urbani di venire sul posto a fare i rilievi. Ma questo è un altro triste discorso su cui preferirei sorvolare.
Quanti degli Italiani che hai citato sono realmente poveri, anzi, poverissimi? Io vedo, al contratio, tanto benessere e spreco. E, ripeto, troppa evasione fiscale.
È vero, succede spesso che il Rdc, ma anche altre misure di sostegno (succedeva anche per il Rei di renziana memoria), vengano elargite a chi non ne ha diritto. D'altra parte siamo in Italia, notoriamente il regno incontrastato dei furbetti. Da questo punto di vista la misura andrebbe senz'altro migliorata, e soprattutto andrebbero intensificati i controlli, in modo che venga elargita a chi realmente ne ha bisogno.
EliminaD'altra parte misure come questa esistono in ogni paese d'Europa (in Germania ne hanno diritto pure gli stranieri) e a mio parere lo spirito che ne sta alla base (sostanzialmente è una redistribuzione del reddito) lo trovo sacrosanto.
Per quanto riguarda l'evasione fiscale, stendiamo un velo pietoso. Se si risolvesse una volta per tutte (ma manca la volontà di farlo) questo immenso problema, oggi saremmo un paese con servizi ai livelli di Svezia, Finlandia o Islanda, e non ci sarebbe bisogno né di Rdc né di altro. Ma l'evasione fiscale è il classico problema senza soluzione.
Mi chiedo come capasse questa gente prima dell'introduzione del reddito di cittadinanza.
RispondiEliminaIo, invece, prima di chiedermi come campasse, mi chiedo se campasse.
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