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martedì 26 aprile 2022

Noi schiavisti


Ho terminato questo libro provando due diverse sensazioni: senso di colpa e incredulità. Il senso di colpa è generato dalla consapevolezza di essere, come consumatore, corresponsabile delle più variegate forme di schiavismo e sfruttamento su cui si regge buona parte dell'economia del nostro paese; l'incredulità è generata dalla presa di coscienza delle dimensioni del fenomeno (presente non solo in Italia, in verità).

Il fenomeno dello sfruttamento nel mondo del lavoro si origina indietro nel tempo, nei primi anni Novanta, quando con quello che è generalmente noto come Pacchetto Treu venne inaugurata l'epoca del lavoro cosiddetto flessibile (la flessibilità è un termine gentile con cui si è sempre cercato di edulcorare la precarietà). Lavoro flessibile via via rafforzato nel corso degli anni con altre riforme del lavoro che sono sostanzialmente sempre andate nella stessa direzione (ne avevo già parlato qui). 

Il senso di colpa di cui parlo nasce dal fatto che io, come tutti, quando vedo in un supermercato offerte che sembrano incredibili e ne approfitto, contribuisco ad alimentare questo perverso meccanismo di sfruttamento, perché ogni volta che trovo le cosce di pollo a 2 euro al chilo o i pomodori a prezzi stracciati, vuol dire che dietro ci sono gli schiavi di oggi che per fare arrivare sui banchi quei prodotti a quel prezzo lavorano per 12 ore al giorno a 2 o 3 euro all'ora, sabato e domenica compresi, e vanno a ingrossare il giro d'affari del caporalato, delle cooperative di lavoro in subappalto che sfruttano migliaia di persone senza diritti e che vengono ricattate appunto perché in virtù del loro status non possono rivendicare alcunché (stranieri, irregolari, poveri ecc.). 

Ho fatto l'esempio della carne e della frutta, ma questo sfruttamento si è ormai infiltrato in ogni altro settore dell'economia: sanità (sì, anche gli ospedali, oggi, reclutano personale appoggiandosi a cooperative), assistenza ad anziani (le famose badanti), edilizia, cantieristica nautica, logistica, manifattura, commercio, trasporti, industria e via di seguito. A proposito di badanti, ad esempio, ho scoperto una cosa che non sapevo: esistono solo in Italia. Le abbiamo inventate noi. E le abbiamo inventate noi perché, a differenza degli altri paesi europei, come al solito molto più lungimiranti, di fronte al progressivo invecchiamento della popolazione non abbiamo cominciato per tempo a immaginare forme di assistenza pubbliche e abbiamo consegnato i nostri anziani a un esercito di badanti dietro alle quali, molto spesso, manco a dirlo si nasconde il racket. 

L'aspetto paradossale e tragico di questa situazione è che non c'è via d'uscita perché è una situazione che fa comodo a tutti. Scrive a questo proposito l'autrice: "Un sistema [quello dello schiavismo] che va avanti da anni, legale, che fa comodo a tutti, ai consumatori e alle aziende, alle cooperative e alle ditte di lavorazione della carne, alla politica di destra, che può addossare agli immigrati la colpa di rubare il lavoro agli italiani, e a quella di sinistra, che ha uno storico rapporto con le cooperative; fa comodo agli immigrati che trovano lavoro e appena possono diventano intermediari o fondano una cooperativa o una ditta di subappalto a loro volta, agli italiani che possono acquistare prodotti o servizi a bassissimo costo che altrimenti non si potrebbero permettere. Fa comodo a me, che posso andare al supermercato e trovare il tacchino a 2,5 euro al chilogrammo. Ma accettare questo sistema significa accettare che esistano cittadini e schiavi, paghe di seria A e paghe di serie B. Si potrebbe dire che l'Italia è diventata una 'Repubblica democratica fondata sul lavoro in subappalto' perché questo sistema si replica, identico, in diversi settori."

Circa il sistema delle cooperative e del lavoro in subappalto potrei parlare tantissimo perché ne ho esperienza diretta. Mi limito solo a dire che (già lo sapevo, ma dopo aver letto questo libro ne ho ancora maggiore consapevolezza) mi ritengo un privilegiato, oggi, a poter lavorare da ben 32 anni con un contratto a tempo indeterminato con tutte le garanzie di legge.

3 commenti:

  1. Grazie Valeria, anche se io mi sono solo limitato a riportare brevemente e malamente ciò dice il libro.
    Un saluto.

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  2. Ogni tanto si leggono queste cose come ad esempio i fatti di Rosarno e altri, ma sinceramente non avevo idea della diffusione del fenomeno, impressionante..

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