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domenica 23 gennaio 2022

Numeri e spaccature

Naturalmente non è vero niente che "ho i numeri ma non voglio spaccare il paese". Molto più semplicemente, la campagna acquisti in parlamento portata avanti con affanno e ostinazione in queste ultime settimane non ha portato i risultati auspicati e, anche se ti chiami Berlusconi, alla fine davanti ai numeri ti devi arrendere. 

Non c'è alcun senso di responsabilità in tutto questo, né nessun desiderio di non voler spaccare il paese (tra l'altro, spaccare il paese con la dicotomia con me o contro di me è esattamente ciò che ha fatto scientemente nei lunghi anni del suo regno). È che lui è così: la menzogna e la mistificazione sono parte indissolubile del suo corredo genetico, e resteranno tali fino alla fine.

7 commenti:

  1. La mia paura è che minacciare il "peggio del peggio", possa portare poi alla tacita accettazione del "meno peggio", e cioè Gianni Letta, che se proposto in prima battuta, avrebbe fatto storcere in tantissimi. Un'ottima strategia, per la destra.
    Spero davvero di sbagliarmi.

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    1. È una strategia ampiamente utilizzata da Berlusconi nei suoi anni di governo: minacciare 100 per ottenere 10, col vero obiettivo che era appunto 10.

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  2. Se avesse avuto i numeri non si sarebbe ritirato mai. Mi ha fatto ridere il suo annuncio, ma dato che lui è uno a cui non piace perdere ha preferito dire si ritira per il bene del paese. Abbiamo imparato a conoscerlo bene.

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  3. La cosa drammatica è che noi gli abbiamo dato in mano l'Italia per 20 anni, siamo noi che ci siamo lasciati incantare dal pifferaio magico che marciava in direzione opposta alla cultura e alla solidarietà.

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  4. Incantamento che, seppure in maniera minore, prosegue (ancora oggi è adorato da tanti).

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  5. Il volpone e l'uva acerba.

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