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mercoledì 23 giugno 2021

Dietro

Non essendo io un letterato ed avendo una media dimestichezza con la grammatica, maturata nel corso degli anni solo grazie alla moltitudine di libri che leggo, mi trovo spesso preda di dubbi atroci, dubbi che a volte si trascinano per anni. Uno di questi è il seguente: si scrive "dietro il" o "dietro al"? È corretto "dietro la scrivania" o "dietro alla scrivania"? "Dietro la porta" o "dietro alla porta"? Nei libri, se la memoria non m'inganna, si trovano generalmente entrambe le versioni, quindi io ho sempre pensato che fosse indifferente una forma o l'altra. Stamattina, però, ho voluto approfondire un po' la cosa.

La spiegazione migliore l'ho trovata qui, dove si dice che essendo la parola "dietro" una preposizione (seppure impropria), non è corretto farla seguire da un'altra preposizione come "a", "al", "alla" ecc., ma è corretto farla seguire da un articolo. Per cui si dice "dietro la scrivania", "dietro la porta" ecc. Dovrò ricordarmi di segnalare questa cosa a Francesco Guccini (magari gli manderò una mail), il quale nella bellissima Autogrill scrive: "La ragazza dietro al banco mescolava birra chiara e Seven Up".

20 commenti:

  1. Mi hai ricordato i reiterati "macchina da scrivere".. ;)

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    1. Sì, che dà l'idea che sia la macchina a dover essere scritta. Eppure è diffusissimo :-)

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  2. Un conto è la grammatica, un conto ogni espressione d'arte come la musica.
    Don Backy: "Ho rimasto" (sono), Celentano "non vorrei che tu a mezzanotte e tre, stai già pensando" (stessi), e tante altre...

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    1. Vero, ma nel caso specifico a me interessava conoscere la regola allo stato attuale. Poi, certo, licenze in deroga alle regole grammaticali sono state prese da tanti, e non solo nella musica ma anche nella letteratura. C'è poi tutto il discorso della lingua che cambia, si modifica, evolve.
      Buzzati, ad esempio, nei suoi romanzi scriveva valige anziché valigie: oggi è considerato un errore da matita rossa, all'epoca era corretto.
      Celebre, anche, la disinvoltura con cui Montanelli utilizzava gli ausiliari avere invece che essere in certi tempi modali, cosa che lui rivendicava, anche se le ferree regole grammaticali la respingevano.
      Il bello della lingua sta anche in questa sua "malleabilità", in fondo, no?

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    2. I casi citati sono errori voluti per metrica, non mi pare sia mai stato corretto scrivere frasi in quel modo.

      Malleabilità sì in poesia e musica ma non in prosa o in giornalismo: ho avuto insegnanti di Italiano che mi hanno segnato come errore dopodichè sostenendo che andasse scritto dopo di che, che non si dice suora superiora ma suora superiore, ed altre che al momento mi sfuggono. Per questo, penalizzato (e a volte deriso) ingiustamente in tenera età, certe libertà attuali che ammazzano la lingua italiana, beh me le fanno un attimo girare...

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  3. Basta non fare errori marchiani, come quelli sui congiuntivi, Tu stesso dici che non sei un letterato, ma scrivi talmente bene...

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    1. Non so se scrivo bene. A volte ripubblico un post anche tre o quattro volte perché, rileggendolo una volta pubblicato, trovo errori che in prima lettura mi erano sfuggiti.
      Diciamo che sono parecchio pignolo, in questo senso.
      Comunque, grazie.

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  4. A Guccini, soprattutto in Autogrill, gli si possono perdonare anche errori più gravi.

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  5. Ci sarebbe pure una bella canzone di Cristiano De André, il quale, per quanto non sia sicuramente all'altezza di cotanto padre, qualcosa di interessante l'ha fatto. https://www.youtube.com/watch?v=2tTXljSBESs

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    1. Cavolo, bella canzone e ancora più bello il testo. Non la conoscevo. Grazie.

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  6. Ciao, Andrea.
    L'Accademia della Crusca la pensa diversamente. Senti questo:
    https://www.youtube.com/watch?v=TOScfeSsBPU

    Per la Treccani sono entrambe valide:
    https://www.treccani.it/enciclopedia/dietro-o-dietro-a_%28La-grammatica-italiana%29/

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    1. Perbacco, noto una certa contraddittorietà tra le fonti. Questa spiega, credo, perché in genere nei libri mi capita di trovare entrambe le forme. Grazie Romina. Ciao.

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  7. sono quei dubbi che vengono sovente anche a me e ogni volta devo fugarli immediatamente; comunque è sempre positivo che ci facciamo domande, non si smette mai di affinare le proprie conoscenze, di arricchire il nostro vocabolario. :-)

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    1. Verissimo. Una "palestra" fenomenale, per me, sono stati i romanzi di Umberto Eco: impossibile leggerli senza avere accanto un dizionario :-)

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  8. Un post molto interessante.
    Buona giornata Andrea.

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  9. È una canzone che adoro.

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