Un altro qualsiasi scrittore avrebbe probabilmente messo giù lo stesso concetto in modo più ordinario o banale, tipo: "...il giorno in cui è ormai chiaro che la primavera è agli sgoccioli e l'estate è alle porte". Oppure: "...il giorno che toglie ormai ogni dubbio sul fatto che la la primavera sta per cedere il passo all'estate". E si potrebbe continuare con altri esempi simili. Invece no. King aggira queste banalità come solo lui sa fare e scrive: "...il giorno forse in cui la primavera si guarda intorno e vede che l'estate è vicina."
Ecco perché amo King da sempre. Perché certe sottigliezze linguistiche e certi trucchetti semantici riescono così bene solo a lui. Non dico che anche altri scrittori non li usino, ci mancherebbe, ma lui riesce a utilizzarli in maniera inarrivabile.
sono d'accordo con te, non tanto su King che mi piace in modo discontinuo, ma sul fatto che una grande penna la si vede nella bravura di aggirare i trabocchetti della banalità con parole originali.
RispondiEliminamassimolegnani
Vero. Per quanto riguarda King, io lo leggo da quand'ero ragazzo. Può piacere o meno, indiscutibilmente, ma è sicuramente uno che sa scrivere, anche se non è più il King degli inizi, quello de La zona morta, It, Shining e via andare.
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