Pagine

martedì 1 dicembre 2020

Anna Karenina

Ho iniziato ieri a leggere Anna Karenina, di Lev Tolstoj. Il corposo tomo se ne stava da parecchio tempo lì, nel traboccante reparto della mia libreria in cui tengo i libri in attesa. Molte volte ci sono passato davanti, l'ho guardato, ne ho sfogliato le prime pagine, per poi rimetterlo al suo posto. Finché ieri ho rotto gli indugi. Perché? Essenzialmente per due motivi. Il primo ha a che fare col gusto della sfida. Leggere i classici del passato non è come leggere un qualsiasi romanzo attuale delle migliaia che ogni anno vengono pubblicati. C'è sempre quella sorta di... come dire?, timore reverenziale, e anche, perché no?, timore di abbandonarlo a metà, abbandono che per molti lettori ha sempre rappresentato una sorta di sconfitta. 

In realtà, nel mio caso si tratta generalmente di timori infondati. La titubanza iniziale cui accennavo si è infatti sempre risolta in entusiasmo una volta iniziata la lettura. Mi è successo ad esempio con La montagna incantata di Mann, con Moby Dick di Melville, con Grandi speranze di Dickens, con Il conte di Montecristo di Dumas, alcuni dei classici che ho letto quest'anno.

Ma in Anna Karenina il sapore della sfida e la curiosità sono ancora più pregnanti a causa di Francesco Guccini. Guccini, uno che da quando è venuto al mondo si è nutrito di libri, ha ammesso in una intervista di qualche tempo fa di aver abbandonato Anna Karenina dopo un paio di centinaia di pagine. Non perché non gli piacesse, semplicemente perché si era perso (testuali parole) in mezzo alla marea di personaggi che affollano il romanzo di Tolstoj. E se un lettore (e scrittore) come Guccini abbandona un romanzo per questo motivo, insomma è facile intimorirsi, no? 

Comunque sia, io l'ho cominciato. Poi vi saprò dire.

8 commenti:

  1. Romanzo straordinario. Fra medie e liceo passavo sempre i fine settimana (e non solo) e le estati a leggere tutti questi classici e ogni tanto ormai quarantenne mi capita di riprenderli. Moby Dick è uno dei romanzi che mi porterei su una isola deserta. Me lo leggeva mio nonno quando ero bambino e l'ho letto e riletto un sacco di volte trovando sempre nuove sfumature e chiavi di lettura. Visto che si sta parlando di personaggi femminili, io preferisco (anche come romanzo) Emma di Madame Bovary.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Letto l'anno scorso. Molto bello anche quello.

      Elimina
  2. Anch’io mi sono trovato, e tutt’ora mi trovo, al cospetto di certi libri monumentali che da sempre mi perseguitano. Devo dire che provo una certa difficoltà nell’affrontarli e, come giustamente dici tu, una sorta di timore reverenziale che scaturisce non tanto dalla mole dei volumi quanto dalla loro indiscussa complessità letteraria. Penso ai 7 volumi della “Recherche” di Proust (ne ho letti, con una certa fatica, appena tre); penso a “Ulisse” di Joyce che non ho ancora letto; penso a “Guerra e Pace”…e via discorrendo con altri libri che sembrano quasi sfidarmi dall’alto dei ripiani della mia libreria. E poi finalmente, tra rinvii e titubanze, arriva il momento anche per loro…e per me è una liberazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una soddisfacente liberazione, si scopre in genere una volta iniziato.
      I sette volumi di Proust, che non ho ancora affrontato, sono uno dei miei prossimi obiettivi.

      Elimina
  3. Bellissimo, così come guerra e pace.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guerra e pace mi manca. Prima o poi leggerò anche quello.

      Elimina
  4. Diciamo che il famoso incipit è un assaggio delizioso, e il resto del menù non delude affatto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Confermo. Ho quasi divorato le prime 100 pagine.

      Elimina