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venerdì 14 febbraio 2020

Matteo Renzi

Ho scritto spesso, in passato, su queste pagine, riguardo a Matteo Renzi, inserendolo nelle mie considerazioni in una forbice di giudizi che va da persona affetta da gravi problemi di egoistico narcisismo, accompagnato da ipertrofia dell'io, a incauto cretino.

Maturai questi giudizi, che sostanzialmente non ho cambiato ma semmai corroborato, quando, fatto fuori Enrico Letta dopo che fino a due giorni prima gli aveva raccomandato di stare sereno, una volta preso il suo posto la prima cosa che fece fu incontrare Silvio Berlusconi per siglare il famigerato patto del Nazareno. Da lì in poi, chiunque abbia seguito un po' la sua vicenda politica credo si sia fatto un'idea abbastanza esaustiva del tipo, sia a livello politico che caratteriale.

È difficile riuscire a capire, oggi, fin dove voglia spingersi nella sceneggiata ricattatoria tutta pretestuosa e totalmente priva di elementi di principio ingaggiata sulla prescrizione. L'unico dato certo, finora, è l'assist formidabile fornito alla coppia Salvini-Meloni, i quali da giorni gongolano all'avvertire gli scricchiolii dell'esecutivo.

In ossequio a ogni principio di realismo, che si spera sopravanzi la pure grave ipertrofia dell'io di cui sopra, c'è da augurarsi che il tipo, una volta ricevuta la dose ottimale di riscontri ai suoi "Ehi, ci sono anch'io, mi si nota?", si fermi prima che accada l'irreparabile. Conoscendolo, però, direi che la cosa sia tutt'altro che scontata.

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