Roberto sapeva che la gelosia si forma senza alcun rispetto per quel che è, o che non è, o che forse non sarà mai; che è un trasporto che da un male immaginato trae un dolore reale; che il geloso è come un ipocondriaco che diventa malato per paura di esserlo. Quindi guai, si diceva, lasciarsi prendere da questa ciancia dolorifica che ti obbliga a raffigurararti l'Altra con un Altro, e nulla come la solitudine sollecita il dubbio, nulla come il fantasticare trasforma il dubbio in certezza. Però, aggiungeva, non potendo evitare d'amare non posso evitare di ingelosire e non potendo evitare di ingelosire non posso evitare di fantasticare.
Infatti la gelosia è, tra tutti i timori, il più ingrato: se tu temi la morte, trai sollievo dal poter pensare che, al contrario, godrai di una lunga vita o che nel corso di un viaggio troverai la fontana dell'eterna giovinezza; e se sei povero trarrai consolazione dal pensiero di trovare un tesoro; per ogni cosa temuta, c'è una opposta speranza che ci sprona. Non così quando si ama in assenza dell'amata: l'assenza è all'amore come il vento al fuoco: spegne il piccolo, fa avvampare il grande.
Se la gelosia nasce dall'intenso amore, chi non prova gelosia per l'amata non è amante, o ama a cuor leggero, tanto che si sa di amanti i quali, temendo che il loro amore si quieti, lo alimentano trovando a ogni costo ragioni di gelosia.
[...]
(da L'isola del giorno prima, Umberto Eco)
La gelosia è una brutta bestia. Io sono una vittima della gelosia. Quella di mio padre verso la moglie.
RispondiEliminaEra geloso anche di uno sguardo. Non dico di un sorriso perché mia madre non regalava agli uomini nemmeno quello, tanto era riservata e pudica.
Mia madre era una donna bellissima. Somigliava a Greta Garbo. Maestra ,come del resto mio padre.
A casa mia c'era costantemente la guerra. Sempre per l'assurda gelosia di mio padre.
Urla e accuse irrispettose che mio padre indirizzava a mia madre che non riusciva mai a tranquillizzarlo.
Mio padre non usava le mani. Non lo ha fatto nemmeno con mia sorella e mio fratello. Io ero il cocco di casa. L'ultimo nato dei figli. Dodici anni dopo mia sorella ed esattamente dieci, dopo mio fratello.
Da bambino ero terrorizzato dalle scenate di gelosia di mio padre.
Quando tornavo a casa ero sempre angosciato da un pensiero. Trovare mia madre uccisa.
La paura era immotivata perché, come ho detto, non ho visto mai mio padre dare uno schiaffo a mamma.
Quando mio padre, un siciliano duro, passava qualche settimana in Sicilia, nella nostra casa era una festa.
E’ morto il dieci agosto di un anno che non ricordo.
Un po’ alla volta ho cominciato ad amare mio padre.
Ho capito perché era così aggressivo.
Il fatto è che mia madre non lo amava abbastanza.
Si conobbero grazie ad un concorso a cattedre per maestri.
Nella graduatoria mio padre era tra i primi tre e mia madre una delle ultime.
La casualità. Mio padre era di Petralia Soprana un paese delle Madonie dove è stato girato il film "Cento passi", dedicato a Impastato.
Mio padre guardò tutte le sedi disponibili e scelse quella con altitudine maggiore, Pescasseroli, nel cuore del Parco Nazionale d'Abruzzo.
Mia madre, da ultima fu costretta a scegliere l'unica sede rimasta disponibile, cioè Pescasseroli. La località non è come oggi. Allora i lupi, di notte, venivano a raschiare porte e finestre delle abitazioni. Mia madre si sentì sperduta e trovò l'unico appoggio in mio padre. Poi si sposarono, ma mia madre non amava il siciliano duro e sanguigno.
Un geloso ama molto, ma sempre di meno di chi non è geloso.
Roberto è quello del romanzo "L’isola del giorno prima" di Umberto Greco?
Avevi già parlato di Roberto, non ho letto e ho sbagliato. Umberto Greco, forse.
EliminaIl Roberto citato all'inizio del post è Roberto de la Grive, protagonista del romanzo L'isola del giorno prima di Umberto Eco, che sto leggendo in questi giorni. L'Umberto Greco che menzioni sinceramente non so chi sia.
RispondiEliminaNon esiste. Ho scritto Greco invece di Eco. Io non rileggo e nella mia tastiera qualche zuzzurellone infila lettere non richieste.
Elimina