Io, in disaccordo
con Grillo, il voto agli anziani lo lascerei e proporrei un'altra dicriminante su cui basare l'accesso al godimento di questo diritto: l'educazione. Non educazione intesa come possesso di buone maniere ma intesa, come era in uso presso gli antichi greci, come
paideia, cioè formazione, cultura. Gli antichi greci avevano infatti capito che non può esserci democrazia senza cultura (e oggi questo è lampante) e l'avevano posta come condizione per permettere a tutti la partecipazione alla vita pubblica. Naturalmente, la realizzazione di tutto ciò, oggi, è pura utopia.
Sono pienamente d'accordo. Ma ammesso che si riuscisse a trovare un modo a prova di contestazioni per valutare l'educazione di una persona, i politici non lo accetterebbero mai: in particolare quelli di alcuni partiti il cui elettorato si restringerebbe notevolmente... ;-)
RispondiEliminaE dell'educazione dei politici, invece, nella fattispecie degli eletti, nel senso dell'assenza totale di un minimo ma proprio minimo di cultura, ne vogliamo parlare..?
RispondiEliminaE anche, e sopratutto, la cultura per essere eletti.
RispondiEliminaOps, non avevo letto il commento precedente.
RispondiEliminaÈ inutile girarci attorno: abbiamo una classe politica culturalmente in linea con quella dell'elettorato. E, al momento, non si vedono segnali di qualche inversione di rotta. Anzi.
RispondiElimina