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domenica 11 agosto 2019

Nel giardino







Dietro il palazzo Marcosanti c'è un giardino ombrato e ventilato. Viene spesso utilizzato per feste matrimoniali, cresime, comunioni ecc. Quando invece non c'è assolutamente nessuno, come adesso, sembra un angolo di paradiso, e da quassù, nelle giornate terse, la visuale spazia da Cesenatico a Rimini, con quel mare che ti annega di blu di buboliana memoria.

Mentre sto seduto su una sedia ed ammiro questo giardino mi vengono in mente i giardini della preesistenza di cui parlava Battiato in un suo pezzo di molti anni fa. 

"Torno a cantare il bene e gli splendori
Dei sempre più lontani tempi d'oro
Quando noi vivevano in attenzione
Perché non c'era posto per il sonno
Perché non v'era notte allora."

Oggi non abbiamo più né bene (se c'è se ne sta ben nascosto) né tempi d'oro, se mai ne abbiamo avuti. Viviamo in una specie di notte perenne che ingloba tutto quanto: umanità, alterità, capacità di pensare.

Quarant'anni fa, quando andavo a scuola io, i sussidiari e le antologie erano tomi enormi totalmente privi di figure. Oggi i libri di testo dei ragazzini delle medie sono pieni di immagini mentre il testo è puro contorno. Si impara a pensare se si allena il cervello a farlo, e uno dei migliori allenamenti è la codifica in immagini dei segni grafici che si trovano in una pagina. È la lettura, quella disciplina obsoleta oggi messa ai margini perché fuori moda, troppo impegnativa e, soprattutto, troppo lenta rispetto ai ritmi velocissimi imposti dai social e dalla rutilante società della fretta.

L'incapacità di pensare è la miglior cosa in cui possa sperare il potere. Perché i nazisti, la chiesa e ogni istituzione con velleità autoritarie hanno sempre fatto roghi di libri e perseguitato gli intellettuali? Perché se non si legge è più difficoltoso sapere e pensare, ed è molto più facile addomesticare chi non pensa, perché chi non pensa è più accondiscendente e fa meno domande. Guardate i governi che si sono succeduti negli ultimi quattro o cinque lustri e ne avrete la dimostrazione.

Vabbe', torno a casa, va', anche se in questo guardino ci starei tutto il giorno.

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