I libri fanno giri strani. Se ne vanno, passano, vengono dimenticati, oppure vengono ricordati a lungo, come certe persone che ci sono rimaste in mente. A volte ritornano pure (ma quant'è abusato questo titolo di una delle più celebri raccolte di racconti di King?). Tipo Il piccolo principe, ad esempio. Perché?
Mentre passavo in rassegna la mia libreria alla ricerca di un nuovo libro da iniziare, mi è infatti caduto l'occhio sul famoso libro di Antoine de Saint-Exupéry, in passato letto e riletto, naturalmente, e ho cominciato a sfogliarlo. A forza di sfogliare, in un'oretta e mezza l'ho letto tutto di nuovo, per la maggior parte del tempo in piedi davanti alla libreria, perché inizialmente pensavo di leggere qualche pagina e di riporlo. E alla fine mi sono quasi commosso, come le altre volte (piccolo consiglio: se non l'avete mai letto, leggetelo, e se l'avete già letto, rileggetelo, anche se avete cinquant'anni come me. Appartiene a quella categoria di libri ancora in grado di portare un po' di bello in mezzo alle brutture del mondo).
Messo via il libro più famoso del grande scrittore francese, il dilemma si è posto tra La regola dell'equilibrio, di Gianrico Carofiglio, e Dentro la follia del mondo, di Vittorino Andreoli. Alla fine ho scelto il primo, sia perché di Carofiglio non ricordo di aver mai letto niente, e sono curioso, e sia perché di follia siamo già fin troppo circondati nel mondo reale. Ma è solo rimandato.
A volte ho come la sensazione che non siamo noi a scegliere i libri che leggiamo, ma siano loro a scegliere noi. Anzi, è quasi una certezza.
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