Alcune delle amministrazioni comunali e provinciali passate alle ultime amministrative dal centrosinistra alla lega, stanno rimuovendo gli striscioni tramite i quali si cercava di tenere alta l'attenzione sulla tragica vicenda del giovane ricercatore friulano barbaramente assassinato in Egitto. I pretesti sono i più bislacchi e improbabili, tipici del (non) pensiero leghista. Si va da "era impolverato" a "non è più attuale" e altre scuse ancora più patetiche che vi risparmio (se anche fosse stato impolverato, sarebbe stato così complicato spolverarlo? Circa l'attualità, invece, sarà sempre attuale finché non si giungerà alla verità, io credo).
Il fatto è, semplicemente, che l'iniziativa di tenere alta l'attenzione sulla tragedia Regeni era una battaglia del centrosinistra, almeno formalmente - è noto che né Renzi né Gentiloni si sono sbattuti più di tanto in questo senso - e i nuovi barbari arrivati non potevano tollerare questa sorta di promiscuità ideologica con gli avversari politici, promiscuità che avrebbe fatto storcere il naso a più di un elettore.
Naturalmente, per le persone sane di mente è normale pensare che la ricerca della verità e il perseguimento della giustizia per Giulio Regeni sono battaglie che dovrebbero essere di ogni italiano a prescindere dalle sue idee politiche, ma, è noto, la sanità mentale non sembra essere molto di moda in questi ultimi tempi.
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