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lunedì 27 maggio 2019

Grandi speranze

Ho iniziato alcuni giorni fa il romanzo Grandi speranze, sperando che fosse un titolo ben augurante in vista delle europee di ieri. Non è stato così, purtroppo. Non che ci facessi troppo affidamento, intendiamoci, dal momento che i sondaggi parlavano chiaro circa l'entità del successo che avrebbe ottenuto la lega, ma, ingenuamente, mi illudevo che un barlume di resipiscenza last minute avrebbe investito almeno una parte degli elettori orientati verso il felpato. Niente da fare, il buon vecchio Charles Dickens non ha fatto il miracolo, ma gli voglio bene lo stesso.

Per il resto, che dire? Se si mettono insieme i voti andati al felpato e alla Meloni viene fuori che quasi metà di quelli che si sono recati ai seggi è andata verso una destra più o meno estrema, intollerante, rancorosa, incattivita, gretta, eufemisticamente filofascista. I motivi? Un po' di anni fa Corrado Augias pubblicò un bel saggio dal titolo Il disagio della libertà. Sottotitolo: Perché agli italiani piace avere un padrone. Dategli una letta, la risposta è lì. Che poi, alla fine, ci si arriva anche senza Augias.

2 commenti:

  1. Però c'è un'altra metà a cui avere un padrone non piace affatto. Mezza consolazione?

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  2. Al momento, l'unica consolazione è che in Europa populisti e sovranisti rimangono netta minoranza, pur avendo mostrato segni di progresso. Tocca accontentarsi

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