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mercoledì 17 aprile 2019

La Juve e io

Mattina presto, sei e trenta, timbrato il cartellino da due o tre minuti, sveglio solo sulla carta (ho smesso col caffè da quasi due anni per qualche problema di ipertensione), provo di iniziare a lavorare.Torme di colleghi che per una mezzoretta abbondante, forse più, si lanciano in furibonde discussioni in stile Sgarbi contro il resto del mondo su quanto è accaduto ieri sera alla Juve. Me ne sto fuori dall'arena, del calcio non mi è mai fregato una beata cippa.

Il calcio, noto con rammarico (relativo), è come il telefonino, se ne sei privo hai un'esclusione sociale, dal momento che tutto il mondo è su internet. Ma in fondo cosa importa? Dell'esclusione, dico. Mentre loro discutevano di niente io ero già col pensiero al libro che avrei ripreso in mano nel pomeriggio. Del resto, che io sia strano è dalle elementari che me lo sento ripetere.

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