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venerdì 8 febbraio 2019

Il nemico

È che noi abbiamo sempre bisogno di costruirci un nemico. Che sia la Francia, l'euro, l'Europa, i migranti, i poteri forti (qualunque cosa si intenda con questa espressione), tutto fa brodo, purché si possa scaricare su terzi la responsabilità del nostro disagio sociale ed economico. Il grande Umberto Eco scrisse un bellissimo saggio, anni fa, su questa innata propensione, che non è solo nostra, intendiamoci. Si chiamava Costruire il nemico, uno dei saggi più belli della sua sterminata produzione letteraria.

Ci vuole un nemico da incolpare per evitare di fare i conti con sé stessi, con le proprie responsabilità. Un nemico che anestetizzi il puro e semplice dato di fatto che tutti i casini che abbiamo ce li siamo procurati da soli. Noi abbiamo creato l'immenso debito pubblico che ci strangola; noi abbiamo attuato politiche sociali che hanno portato diseguaglianze e povertà; noi abbiamo tollerato (anzi, coccolato, e li coccoliamo ancora) l'immenso esercito di evasori fiscali che si pappano ogni anno l'equivalente di quattro finanziarie; noi abbiamo sempre tollerato (spesso convenientemente agevolato) una politica di stampo clientelare e cortissima visione, mai lungimirante, perché la lungimiranza è stata sempre nemica del facile consenso immediato.

Cerchiamo un nemico? Non è la Francia, né l'Europa, né i migranti. Se ci è rimasta un po' di onestà intellettuale sappiamo benissimo dove andarlo a cercare.

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