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giovedì 21 giugno 2018

Distinzioni

Sto leggendo in questi giorni Non sperate di liberarvi dei libri, un saggio di alcuni anni fa scritto a quattro mani da Umberto Eco e Jean-Claude Carrière, uno dei più noti sceneggiatori francesi. A un certo punto Eco, in un capitolo in cui si parla dell'idiozia nella letteratura, ma anche in generale, fa una distinzione tra imbecillità, cretinismo e stupidità, in genere considerati sinonimi.

A tal proposito, dice Eco che definire il cretino è facile, e prende come esempio chi si porti il cucchiaio alla fronte invece che puntarlo alla bocca. Più articolato il discorso per quanto riguarda l'imbecille, che può essere invece inquadrato nel cosiddetto gaffeur, personaggio più o meno pubblico col dono di prodursi regolarmente in un certo numero di gaffe. "L'imbecille è colui che in un dato momento dirà esattamente ciò che non dovrebbe dire", afferma Eco.

Per lo stupido, invece, il discorso è leggermente diverso, dal momento che qui ci si sposta, per definirlo, sul piano della logica. Scrive Eco: "Lo stupido invece è diverso; il suo deficit non è sociale ma logico. A prima vista sembra che ragioni in modo corretto; è difficile accorgersi immediatamente che non è così. Ad esempio, lo stupido dirà: 'Tutti gli abitanti del Pireo sono ateniesi. Tutti gli ateniesi sono greci. Quindi tutti i greci sono abitanti del Pireo'. Ti viene il sospetto che qualcosa non funzioni perché ci sono dei greci di Sparta, ad esempio. Ma non sai spiegare subito dove e perché si è sbagliato. Dovresti conoscere le regole della logica formale".

Ecco, mentre leggevo, devo dire con un certo gusto, queste sottili disquisizioni, mi era venuto in mente Trump quando diceva, riguardo alla vergognosa storia dei bambini separati dai genitori al confine messicano, che questi bambini sono "potenziali delinquenti". E davanti a questa esternazione mi è venuto spontaneo domandarmi: a quale delle tre categorie (cretino, imbecille, stupido) si potrebbe associare Trump?

Tenderei a escludere, almeno in questo caso, cretino, cioè quello che non riesce a portarsi il cucchiaio alla bocca, ma con le altre due direi che non ci si sbagli.

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