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giovedì 12 aprile 2018

Goldrake

Quando arrivò Goldrake in tv, quel Goldrake di cui ricorre in questi giorni il quarantennale della trasmissione della prima puntata, io avevo sette anni, mio fratello sei, i miei genitori erano poco più di due ragazzi. Il cartone animato in sé lo ricordo abbastanza. C'era Actarus, che era quello che "guidava" il robot, poi c'era il suo amico Falcor (o era suo fratello? Boh, vatti a ricordare!), poi c'era Venusia, il robot femmina che aveva le tette-missile (o lei era in Mazinga? Mi sa che sto facendo un po' di confusione). Poi c'erano le lame rotanti, la mitica alabarda spaziale, il raggio termico e altro - abbiate pazienza, non me le ricordo tutte. E tutto questo po' po' di arsenale veniva dispiegato contro i vegani, i cattivoni abitanti della stella Vega che volevano impadronirsi della Terra. Poi va' a capire cosa ci trovassero in questo pianeta ormai in malora, ma forse quarant'anni fa era ancora abbastanza presentabile, sicuramente più di oggi, dal momento che Berlusconi era ancora di là da venire, giusto per fare un esempio.

I vegani, quelli che inspiegabilmente erano innamorati del nostro pianeta, non li ricordo invece granché bene. Mi è rimasto impresso un tipo che mi pare avesse la faccia metà bianca e metà scura e che, vado sempre a memoria, credo si chiamasse barone Ashura o qualcosa del genere. Comunque sia, il buon Goldrake ai vegani gliele suonava di santa ragione, ma questi non mollavano, erano tosti, anche testoni direi, un po' come i vegani di oggi, che non sarebbe mica male se arrivasse un altro Goldrake a fare piazza pulita anche di questi e del loro fanatismo.

Più che il cartone animato, però, ricordo il periodo. Avevo sette anni, quindi credo fossi in seconda o terza elementare, afflitto da una timidezza che sfiorava il patologico e che mi impediva di socializzare normalmente come facevano tutti gli altri. Era il periodo in cui in parrocchia c'era don Natale, un prete alla mano, intransigente ma alla mano, che mi stava simpatico anche se, lo scoprii più tardi, detestava Battiato, che a me invece piaceva tantissimo, e lo detestava perché diceva che i suoi testi erano un misto di eretico e pericoloso. In quei testi non c'era ovviamente nulla di pericoloso, men che meno di eretico, figuriamoci, erano semmai ammantati di un neanche tanto sottile velo di provocazione - penso ad esempio a pezzi come Magic shop o Bandiera bianca o altri - ed è forse possibile che il mio parroco li considerasse eretici perché la distinzione tra eresia e provocazione non gli era ben chiara, essendo un po' vecchio stampo.

Di Goldrake, comunque, ricordo e so poco altro. Tra questo poco altro c'è la scoperta, lo scoprii molto più avanti, con una certa sorpresa, che l'autore della celeberrima sigla, quella che fa: "Si trasforma in un razzo missile ecc." fu Vince Tempera, colui che è stato per un buon quarant'anni il tastierista di Francesco Guccini. Vedi, a volte, le sorprese della vita?

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