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martedì 6 marzo 2018

T'é i baiocc per andè a fe la spoisa?

"Ero ben disposto a impiegare alcuni baiocchi per il Metastasio, ma non volevo separarmi dall'intero paolo."

Questa frase, pronunciata da Antonio, il protagonista del romanzo di Hans Christian Andersen L'improvvisatore, che sto leggendo in questi giorni, contiene, avrete notato, i sostantivi baiocco e paolo. Si tratta di tipi di monete che erano in corso nello Stato della chiesa e nel Regno di Napoli, ma anche successivamente, fino a circa metà del 1800, epoca in cui si narrano le vicende del romanzo. Come si legge in una nota a pie' di pagina del libro stesso e relativa a questo termine, nel periodo narrato la moneta principale era lo scudo, il quale si divideva in dieci paoli. Ogni paolo in dieci baiocchi, i quali erano di rame mentre i baiocchi d'argento.

Note numismatiche a parte, perché il termine baiocco ha attirato la mia attenzione? Perché nel dialetto della zona in cui abito, il termine soldi si traduce appunto con baiocc. La frase in dialetto santarcangiolese che ho messo a titolo del post significa infatti: Hai i soldi per andare a fare la spesa? Non appena ho letto baiocco nel libro mi è così venuto spontaneo collegarlo ai baiocc del dialetto romagnolo.

Lo Stato della chiesa, entro il quale circolava il baiocco, nel momento della sua massima espansione abbracciava anche quella che oggi è la Romagna, ecco spiegato quindi da dove deriva il termine baiocc che ancora circola nel gergo dialettale romagnolo. Poi dicono che leggere non serve.

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