Pagine

mercoledì 21 febbraio 2018

Non voterò il meno peggio

Per carità, ognuno faccia come crede, ci mancherebbe, ma io non voterò il meno peggio, non voterò turandomi il naso o annullando la scheda con segnacci di qualsiasi tipo in segno di protesta - tra l'altro una protesta abbastanza idiota, dal momento che la scheda annullata la vedrà giusto lo scrutatore o chi c'è al seggio durante lo spoglio. No, piuttosto starò a casa, perché il mio voto lo considero prezioso e la sua funzione alta e nobile, come dovrebbe essere, e non sminuirò queste sue peculiarità andando a votare il meno peggio. Non credo neppure che abbia valenza di ragionamento valido l'argomentare che astenersi è lasciare decidere agli altri o abdicare a un preciso diritto-dovere, argomentare che avrebbe una sua ratio qualora le elezioni fossero una cosa seria.

A mio modesto modo di vedere, astenersi è rifiutarsi di prestare il fianco a quella che è una plateale presa in giro, a meno che non si voglia dare per davvero la patente di serietà a un sistema di elezione parlamentare dove i giochi sono già fatti e non si ha potere di scegliersi il candidato, e dove gli intoccabili capolista vengono calati dall'alto dalle segreterie di partito in maniera assolutamente arbitraria e discrezionale, scelti in oscuri e fumosi vertici notturni. Candidati, oltretutto, per la maggior parte avulsi dalla storia territoriale del collegio in cui sono inseriti perché funzionali esclusivamente a piccoli calcoli politici contingenti.

Mi rifiuto altresì di avallare e dare legittimità col mio voto all'osceno spettacolo messo in onda in questi ultimi tempi da politici-imbonitori, tutti protesi in una assurda e grottesca competizione a chi promette di più, quando dell'irrealizzabilità del 99,9% di quanto promesso sono essi stessi i primi a essere consci. Questi e altri - mi fermo qui per non tediare i miei trentadue lettori - sono i motivi per cui il quattro marzo me ne starò a casa, sottraendomi ancora una volta a questa assurda e ridicola farsa.

4 commenti:

  1. Bell'idealismo: peccato che l'astensionismo finisca proprio per regalare l'Italia a quelli contro i quali protesti. La storia è scritta, ancora una volta, dagli ignavi...

    RispondiElimina
  2. Punti di vista. Ciò che per qualcuno può essere considerato ignavia, per qualcun altro può essere considerato rifiuto di farsi menare per il naso.

    RispondiElimina
  3. Non andare a votare è sbagliato a prescindere; anche il NON VOTO va espresso comunque dentro la cabina elettorale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sono d'accordo ma ben venga l'opinione di tutti.

      Elimina